Daniela Cotto, la Stampa 21/10/2013, 21 ottobre 2013
PARIS: “NON FACCIO IL CALCIATORE LE VITTORIE NON MI HANNO CAMBIATO”
Diretto. Semplice e leale. Con Dominik Paris, il diamante della velocità azzurra, i patti sono chiari. «Parliamo di me e delle Olimpiadi russe sì, ma niente domande sulla legge anti-gay del governo di Mosca e sulla morte di mio fratello Renè (vittima di un incidente in moto lo scorso giugno, ndr)». Dopo la gioia di una stagione esaltante, la vita ha riservato a Dominik un tiro mancino. Lui ha elaborato il lutto rifugiandosi in montagna, in Val d’Ultimo, ripercorrendo i sentieri della sua gioventù quando, per fuggire ad una vita spericolata, decise di trascorrere un’estate facendo il pastore. Oggi le sue giornate vanno di corsa, come i suoi sci. E dalla coppa del mondo, al via con il gigante di Soelden (sabato 26 ottobre le donne, domenica i maschi), iniziamo l’intervista.
Dominik, è pronto?
«Sì, anche se non sono soddisfatto degli allenamenti fatti in Cile. Abbiamo trovato tempo brutto e neve molle, spero di sciare un po’ anche su neve dura».
A Soelden ci sarà?
«Da spettatore. Farò un giro per controllare, testare ancora i materiali. Sa, devo tenere d’occhio gli avversari...».
L’obiettivo della stagione?
«Partire bene per essere tra i primi. Poi quest’anno ci sono le Olimpiadi ma come tutti devo ancora qualificarmi. La novità è che farò anche il superG. Se riuscissi ad andare avanti in classifica non sarebbe male...».
Si è fatto un’idea di come saranno questi Giochi?
«Ci saranno tanti militari. So che i russi hanno tanti soldi, i presupposti per fare bene ci sono... Vedremo. L’incognita sarà il tempo, le escursioni termiche influenzeranno molto le gare».
Ha già provato la pista a cinque cerchi?
«Sì».
Com’è?
«Tecnica, completa e difficile. Tecnica all’inizio, poi c’è il piano e dopo arrivano i salti. Vincerà il più completo».
A quale tracciato di Coppa del Mondo la si può paragonare?
«È simile a Wengen ma c’è anche un po’ di Bormio. Sarà una bella sfida».
A Bormio lei ha già vinto. Un buon segno?
«Non faccio previsioni».
Dominik, lei ha dominato la Streif, la regina del circo bianco. Cambierebbe il successo di Kitzbuehel per l’oro olimpico?
«No, lo aggiungerei in bacheca».
Dopo quella vittoria il suo nome è scritto su una delle cabine della funivia di Kitzbuehel. Orgoglioso?
«Molto. È stata una cerimonia toccante, c’erano tutte le persone importanti per me. La mia famiglia, la mia fidanzata, il mio manager».
La sua vita dopo i successi della scorsa stagione è cambiata?
«Un po’, non sono un calciatore...».
A proposito, e il suo Milan?
«Non sta giocando benissimo. Spero che si riprenda. Sono stato invitato a Milanello dalla società, ho visto un pezzo dell’allenamento».
Cosa pensa di Balotelli?
«Forte. Certo, non è uno facile, ma ha sempre tanta pressione addosso. Quando sbaglia lui, tutto viene ingigantito».
E se uno della vostra Nazionale perdesse l’aereo saltando l’allenamento, come Vidal nella Juve, cosa succederebbe?
«Prenderemmo l’auto... (e ride). Scherzi a parte, a noi non capita. Sa perché? Perché è difficile trovare piste preparate per fare discesa. Io vorrei provare più tracciati, come fanno gli austriaci. Se non c’è neve su un ghiacciaio cambiano e vanno altrove. Noi non possiamo, non abbiamo abbastanza fondi».
Colpa della crisi?
«Sì. Esiste anche per noi».
Ha visto le immagini della tragedia di Lampedusa?
«No, l’ho sentito alla radio. L’Europa dovrebbe dare una mano all’Italia. Già noi siamo in difficoltà, non possiamo fare tutto da soli».
Torniamo ai sentieri della Val d’Ultimo. Ci racconta di quando faceva il pastore?
«Mi piaceva stare nella malga, per conto mio. Lì stacchi la mente, vivi in pace... lo ammetto, dovevo riflettere per trovare la mia strada. Ero scatenato e sempre troppo in giro con gli amici».
Passioni?
«Musica, hard rock, heavy metal».
Parteciperebbe a un reality?
«No. Non sono un tipo da reality».
I social networK?
«Facebook e Instagram, quando mi alleno. Mai nella vita privata».
Il segreto per vincere?
«Arrivare al limite».