Duilio Lui, ItaliaOggi 21/10/2013, 21 ottobre 2013
LA CINA E’ TORNATA A CAVALCARE
I timori di un brusco rallentamento della crescita cinese sono ormai alle spalle. Gli ultimi dati economici provenienti da Pechino indicano che il Paese più popoloso al mondo è tornato a crescere in maniera sostenuta (seppure non sui livelli di qualche anno), attirando così l’attenzione di molti investitori che nei mesi scorsi avevano ritirato i propri risparmi per dirottarli sui listini occidentali.
Crescita sopra il 7%. Il Prodotto interno lordo della Cina quest’anno dovrebbe crescere al ritmo del 7,5%, un livello non certo scontato solo qualche tempo fa. Il rallentamento della domanda di prodotti cinesi da parte dei consumatori occidentali (in primis quelli europei) e il prospettato tapering negli Stati Uniti (con la previsione del rialzo dei tassi da parte dei titoli di Stato americani, che li renderebbe più competitivi) avevano fatto temere un brusco ridimensionamento della crescita, che non c’è stato, e un massiccio flusso di capitali in uscita, che in realtà è stato limitato. In agosto, l’indice Pmi degli acquisti, termometro del settore manifatturiero, è tornato sopra la soglia dei 50 punti che separano la contrazione dall’espansione economica, mentre il mercato immobiliare non si è mai fermato. Il punto debole dell’economia nazionale resta il settore finanziario, con le banche che hanno la necessità di ridurre l’esposizione debitoria, ma anche su questo fronte si registrano miglioramenti rispetto all’inizio dell’anno. La nuova classe dirigente di Pechino è impegnata in un processo di radicale trasformazione dell’economia nazionale, per ridurre la dipendenza dall’export a favore di una crescita dei consumi interni. Un processo che richiederà anni e probabilmente riserverà qualche contraccolpo, ma intanto anche le stime per il 2014 indicano una previsione di crescita del pil intorno al 7%.
Ottimismo tra i gestori. I gestori interpellati da ItaliaOggi Sette si mostrano tendenzialmente ottimisti sul futuro del Paese. Secondo Jian Shi Cortesi, co-fund manager di JB Chindonesia Fund, Swiss & Global Asset Management, «i nuovi leader della Cina, che sono entrati in carica all’inizio di quest’anno, hanno fatto capire in maniera sempre più chiara di avere intenzioni serie circa le riforme economiche. Nonostante gli indicatori economici in calo, negli ultimi mesi non sono state annunciate ulteriori misure di stimolo». In particolare sul mercato si parla di Likonomics per indicare la nuova direzione impressa dal primo ministro Li Keqiang. «Una strategia che si concentra sulla promozione dei consumi, la trasformazione industriale e le nuove tecnologie», spiega l’esperta. «Anche se non è in programma alcun piano di stimoli di ampia portata, il governo ha identificato alcune aree d’investimento per favorire una stabilizzazione della crescita cinese, come l’espansione della rete ferroviaria e tranviaria, la riqualificazione delle città fatiscenti e il potenziamento delle energie rinnovabili».
Focus sull’energy. Alla luce di queste considerazioni, per Shi Cortesi il modo migliore per investire in Cina è attraverso fondi gestiti da persone che conoscono molto bene il Paese e sono in grado di capire come funzionano le cose. La seconda carta è la diversificazione sui titoli destinati a trainare la crescita futura come energia rinnovabili, healtcare e tecnologia. Una posizione condivisa da Paolo Federici, managing director Southern Europe and Latin America di Fidelity Worldwide Investment. «Rispetto ad altri Paesi emergenti, la Cina è in una posizione privilegiata nel processo di riequilibrio verso una maggiore incidenza dei consumi interni sull’economia in generale, in quanto il governo ha messo in campo eccezionali misure proprio per supportare e accelerare la transizione», spiega. A favore della buona riuscita dell’operazione gioca anche l’evoluzione demografica, con 1,3 miliardi di potenziali consumatori, che possono contare su un reddito medio crescente. Anche per Federici, la complessità del mercato suggerisce comunque una gestione attiva, considerato che il listino di Shanghai è sostanzialmente sui livelli di inizio anno, ma le performance settoriali indicano grandi differenze. Così, dopo che per molto tempo il listino è stato guidato dall’edilizia, oggi per Federici i comparti più promettenti riguardano le energie rinnovabili, Internet, l’automotive e le assicurazioni. L’esperto vede inoltre un potenziale di crescita p alla luce della rivalutazione prevista per la valuta locale. «Il renminbi si sta internazionalizzando e questo favorisce un suo apprezzamento nel lungo periodo», precisa Federici.
Occhio alle trimestrali. Corrado Caironi, investment strategist research and capital allocation di R&CA – ricercaefinanza.it, è più prudente sul fronte finanziario. «La ripresa di alcuni dati macroeconomici sembrano già incorporata nelle valutazioni di mercato, come pure un tasso di inflazione estremamente moderato al 2,6%». Per gli investitori l’attenzione si sta invece spostando sulla imminente stagione delle trimestrali. «Oggi il rapporto tra prezzi e utili si aggira tra 10 e le 12, un valore per sé interessante, che attende conferme dai dati di bilancio. Quanto ai diversi settori privilegiamo i consumi e i servizi, mentre rimane in sottopeso il comparto dei materiali»