Simone Bianchin, la Repubblica 21/10/2013, 21 ottobre 2013
DONNA INCINTA TRAVOLTA E UCCISA COL FIGLIO DI 4 ANNI
MILANO — Un incidente spaventoso, una famiglia distrutta sulla strada in viale Famagosta, periferia di Milano: muoiono la mamma — una egiziana di 29 anni — un bambino di quattro, suo figlio, e la bambina che aveva in grembo dopo sette mesi di gravidanza. Investiti da una Citroen C3 Picasso nera guidata da un milanese di 28 anni, un ragazzo alto e magro che dopo l’urto forte, sotto shock, si è fermato e ha telefonato al 118 chiedendo soccorso immediato. Il ragazzo è stato sottoposto all’alcool test ed il risultato è stato negativo.
Per ore è rimasto fermo sull’aiuola dello spartitraffico ad assistere alle operazioni di soccorso, in compagnia della madre — «è meglio che non parliamo » — e di tre ragazze.
Succede poco dopo le 19,30, di fronte al parcheggio e alla stazione
della metropolitana Famagosta, linea 2. Un viale molto grande, tre corsie per ciascun senso di marcia dove le auto viaggiano veloci perché in quel punto un lato porta sotto al cavalcavia di piazza Maggi (direzione della Citroen), e dall’altro si esce dal tunnel. Lì le sei carreggiate dello stradone sono divise da un’aiuola che fa da spartitraffico. E la signora sceglie di attraversare il viale anziché prendere il sottopasso: si avvia, ne attraversa metà, raggiunge l’aiuola e quando rimette piede sull’asfalto viene presa in pieno dal paraurti — lato guidatore — della Picasso. Il colpo è molto forte, il cofano si alza e si contorce, la donna vola, il bambino di quattro anni ancora di più: finisce cinquanta metri più avanti, tra i due muretti di cemento bianco dello spartitraffico che continua dopo la fine dell’aiuola. Ma subito nessuno lo sa. La prima ad essere soccorsa dal 118 è la donna, che appare subito gravissima e in arresto cardiaco. Trasportata all’ospedale San Paolo viene identificata e quando si rintraccia il marito succede quello che nessuno si aspettava. L’uomo, disperato, dice: «Non era da sola. Con lei c’era anche il nostro bambino di quattro anni! Dov’è? Cercatelo!». L’uomo si precipita sul posto dell’incidente con la polizia locale e le ambulanze, i vigili cercano di consolarlo mentre i soccorritori trovano il bambino, lì tra i due muretti che lo proteggono dalle macchine che sfrecciano, ma inutilmente. Il cuore è fermo e il massaggio cardiaco è disperato, dura più di un’ora mentre il padre si dispera, si accascia, piange, urla «dov’è il bambino?». Poi realizza. I soccorritori si arrendono mentre all’ospedale nel giro di due ore muoiono anche la donna e la bimba che i medici avevano portato alla luce con un taglio cesareo d’urgenza. Nata «senza polso»: anche il suo cuore era fermo. E come quello della mamma, e come quello del fratellino di quattro anni, non aveva più ripreso a battere.