Elisabetta Rosaspina, Corriere della Sera 21/10/2013, 21 ottobre 2013
BANCA D’ISRAELE, L’ESORDIO DI UNA DONNA AL VERTICE
DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME — Agli occhi del governo è stata, per molti mesi, trasparente. Non s’era mai vista, né immaginata, almeno finora, una donna alla guida della Banca centrale d’Israele. Dal gennaio scorso, quando il precedente governatore, Stanley Fisher, aveva annunciato la sua intenzioni di lasciare la carica, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva cominciato a cercare un successore. Ne ha dovuti scartare almeno cinque, tutti uomini, prima di optare per la reggente. Ossia una polacca di 58 anni, emigrata in Israele all’età di tre, laureata in Economia, perfezionata alla Columbia University di New York, entrata 30 anni fa al Fondo monetario internazionale e, dal 1988, in carriera alla Banca d’Israele, dal dipartimento Ricerche alla poltrona di vice governatore. In fondo, devono essersi detti Netanyahu e il ministro per le Finanze, Yair Lapid, se Barack Obama ha appena messo una donna, Janet Yellen, a capo della Riserva federale statunitense, perché noi no? L’omologa israeliana, nominata ieri, si chiama Karnit Flug (nella foto ) e non avrebbe digerito una soluzione diversa. Quando la scelta sembrava essersi ormai concretizzata sul professor Leo Leiderman, docente all’Università di Tel Aviv, Karnit Flug ha gelidamente dato 30 giorni di preavviso.
E quando Leiderman ha declinato per motivi personali, lei ha fatto sapere che sarebbe rimasta solamente fino all’arrivo del nuovo prescelto. Netanyahu aveva inizialmente proposto l’incarico a un ex governatore, Jacob Frenkel, ma qualcuno si è ricordato che Frenkel era stato fermato nel 2006 all’aeroporto di Hong Kong con l’accusa di taccheggio: «Un equivoco»
si è sempre difeso lui, furiosamente. L’attenzione del premier si è spostata allora sull’ex vicepresidente della Banca d’Israele, Zvi Eckstein, sull’economista Mario Blejer, ex capo della Banca centrale argentina, e su un altro banchiere, Victor Medina, già alto funzionario alle Finanze. Karnit Flug sembrava completamente fuori dai giochi. Ma la sorte ha voluto che Netanyahu e Lapid non raggiungessero un accordo sul nome da preferire fra i tre in campo. E abbiano invece convenuto che, nei mesi di supplenza al vertice della Banca, Karnit Flug se l’era cavata alla grande. Soddisfatta perfino la laburista Shelley Yachimovic, leader dell’opposizione. Solidarietà di genere?