Vincenzo Savignano, Avvenire 22/10/2013, 22 ottobre 2013
QUANDO È BERLINO A SPRECARE
Grandi opere mai finite, ospedali inutilizzati, piste ciclabili costruite nel nulla, con costi che si gonfiano, anzi esplodono. È la Germania degli sprechi, quella che non ti aspetti, del denaro pubblico sperperato, alla faccia dell’austerity tanto sventolata da Angela Merkel e della fama di precisione dell’amministrazione teutonica.
A rivelarlo è il «Bund der Steurzahler», la federazione dei contribuenti che ha presentato il suo rapporto sull’utilizzo del denaro pubblico. Un «libro nero», che raccoglie appunto i cento casi più clamorosi di spreco di denaro dei contribuenti. «Alla base c’è un sistema sbagliato di assegnazione del denaro pubblico – ha sottolineato il presidente della federazione dei contribuenti, Rainer Holznagel –. Inizialmente molti dei progetti che menzioniamo nel nostro rapporto costano sulla carta una cifra ragionevole, che poi però si va gonfiando strada facendo, fino ad arrivare in alcuni casi ad una vera e propria esplosione dei costi».
Il caso più eclatante riguarda il nuovo aeroporto di Berlino. Dopo tre rinvii consecutivi, il «Ber», lo scalo intitolato a Willy Brandt, doveva essere inaugurato il 27 ottobre 2012. Ma a causa di gravi errori di costruzione, soprattutto nella realizzazione del sistema anti- incendio, resta ad oggi ancora un cantiere aperto. E i costi negli anni sono più che raddoppiati. Negli ultimi mesi si parlava di almeno 4,3 miliardi, ma ieri è giunta a riguardo un’ulteriore precisazione da parte di Rainer Bretschneider, membro del Consiglio di vigilanza del Ber: «I costi del nuovo aeroporto saliranno ulteriormente rispetto a quanto era stato finora preventivato». I media tedeschi ieri hanno parlato di una cifra attorno ai 5 miliardi di euro.
Eppure il nuovo aeroporto di Berlino non è l’unica grande opera pubblica incompiuta che fa infuriare i tedeschi e l’Unione europea. C’è la Filarmonica sull’Elba di Amburgo che alla fine dovrebbe costare circa 789 milioni di euro, quasi dieci volte di più di quanto preventivato all’inizio dei lavori. E poi soprattutto c’è la mega, iper moderna stazione interrata di Stuttgart 21, ormai diventata un caso politico. Venne presentata negli anni 90 come il progetto che avrebbe dovuto trasformare Stoccarda nel cuore degli interscambi ferroviari d’Europa, ma con il passare del tempo il progetto è stato osteggiato da migliaia di cittadini e dai movimenti ambientalisti, sia per l’impatto sul territorio sia per i costi faraonici. Alla fine la stazione si farà ma le stime totali sono sommarie e variano dai 7,4 miliardi di euro preventivati dalla Deutsche Bahn, agli 11 miliardi dell’Agenzia federale dell’ambiente.
Oltre alle tre grandi opere di Berlino, Amburgo e Stoccarda, il libro nero presenta altri numerosi casi di sperpero di denaro pubblico, come quello della clinica universitaria di Düsseldorf, capoluogo del Land del Nord Reno-Westfalia. Il nuovo centro per la medicina operativa è costato 170 milioni di euro, è pronto dal 2010 ma non può essere utilizzato a causa di una serie di malfunzionamenti. Nel frattempo l’università paga ogni anno 2 milioni di euro per il riscaldamento, pulizie e manutenzione. Il prossimo anno, secondo la stampa locale, il centro all’avanguardia dovrebbe aprire, ma non c’è certezza. E cosa dire dei milioni sprecati nella ristrutturazione del porto fluviale di Duisburg, nel cuore della Ruhr. Era prevista la realizzazione di un centro di uffici e servizi, ad oggi c’è solo una banchina che scende a gradini sul fiume. Non si contano, inoltre, le piste ciclabili mal pianificate: una è stata smantellata perché attraversava terreni privati; un’altra, costata circa 400.000 euro, è lunga appena 300 metri e poi finisce nel nulla.