Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore 20/10/2013, 20 ottobre 2013
IL MINI-SCONTO IRPEF È AD ALTO RISCHIO
Quindici euro e sedici centesimi. È questo il beneficio mensile massimo a cui possono aspirare i lavoratori dipendenti secondo il nuovo meccanismo delle detrazioni Irpef disegnato dall’ultima versione della legge di stabilità. Un beneficio che si raggiunge quando si dichiarano 15mila euro lordi all’anno, e che scende progressivamente per le altre fasce di reddito.
La manovra sulle detrazioni, che riguarda solo i lavoratori dipendenti e quindi esclude autonomi e pensionati. Già così, rilevano però in molti, la platea è troppo ampia per le risorse messe sul piatto degli sconti fiscali, con il risultato che il beneficio effettivo pro capite rischia di essere quasi evanescente. In effetti, la misura riguarda circa 16,2 milioni di dichiarazioni, perché per chi dichiara meno di 8mila o più di 55mila euro lordi all’anno non cambia nulla, e di conseguenza il vantaggio fiscale che tocca a ognuno si rivela decisamente leggero: tanto più che, com’è inevitabile quando si toccano le detrazioni, nessun vantaggio arriva per i redditi bassi che già non pagano nulla grazie alle altre detrazioni (per esempio per coniuge o figli a carico).
Nella valutazione di costi e benefici, poi, gli sconti per i lavoratori dipendenti sono solo uno degli elementi in gioco. Il conto finale del Fisco per la famiglia contenuto nella legge di stabilità cambia per esempio se si considera anche l’abitazione. Il cambiamento è in peggio per gli inquilini, che si dovranno far carico anche di una quota della Tasi (tra il 10 e il 30%, a seconda delle decisioni comunali), la nuova tassa per i servizi indivisibili: valori modesti, tutto sommato, ma che in qualche caso bastano a cancellare il piccolo aiuto sull’Irpef.
Se il reddito è da pensione, le previsioni scritte nella legge di stabilità possono dare qualche piccolo incoraggiamento, grazie al fatto che l’adeguamento al costo della vita sarà un po’ più esteso di quello in vigore negli ultimi due anni. Oltre alla rivalutazione integrale per gli assegni fino a tre volte il minimo (in pratica poco meno di 1.500 euro al mese), si mette in cantiere un’indicizzazione al 90% per le quote da tre a quattro volte il minimo (fino a quasi 2.000 euro), al 75% fino a cinque volte (poco meno di 2.500 euro) e 50% fino a sei volte (vicine ai 3mila euro). Il meccanismo funziona per fasce e quindi, se sarà confermato dopo il passaggio parlamentare, offrirà qualche aumento a tutte le pensioni, a prescindere dal valore complessivo dell’assegno.
Nei calcoli deve poi entrare la casa, che pare destinata a portare notizie negative, tranne che per i contribuenti impegnati in ristrutturazioni e interventi di efficientamento energetico accompagnati da benefici fiscali confermati per il 2014. Il debutto della Tasi, il nuovo tributo destinato a finanziare i servizi indivisibili, tornerà a chiedere soldi ai proprietari di prima casa (anche a quelli che prima non pagavano nulla grazie al valore catastale del loro immobile) e agli inquilini, per una piccola quota. Anche questa misura è comunque entrata nel vortice delle critiche alla manovra, per cui attende un esame parlamentare dagli esiti non scontati.
Un altro piccolo aumento fiscale riguarda i risparmiatori, che dovranno pagare lo 0,2% (invece dello 0,15% attuale) di imposta di bollo sugli investimenti finanziari quando il loro capitale supera i 17.100 euro.
Le sorprese peggiori, però, rischiano di arrivare dalle clausole di salvaguardia sulla prospettiva di migliorare i saldi di 3 miliardi dal 2015 e fino a 10 miliardi dal 2017. Se l’obiettivo non sarà raggiunto con tagli di spesa, si agirà di forbice sulle detrazioni fiscali, scegliendo in un pacchetto che va dalle spese sanitarie agli interessi sui mutui per la prima casa. Oggi il Fisco sconta dall’Irpef il 19% di queste spese, ma il beneficio potrebbe essere tagliato al 18% con effetto retroattivo dal 2013, e al 17% dal 2014: in alternativa, il Governo potrebbe agire più pesantemente su singole categorie di spesa detraibile, salvandone altre.
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