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 2013  ottobre 20 Domenica calendario

COSÌ L’INELEGGIBILITÀ AI SENSI DELLA SEVERINO CALA DA 6 A 4 ANNI


L’ANALISI
ROMA I due piani paralleli - dell’interdizione dai pubblici uffici e dell’incandidabilità sopravvenuta per effetto della legge Monti-Severino - stavolta potrebbero incontrarsi. Non all’infinito, ma probabilmente in dicembre, o al massimo all’inizio del prossimo anno. Intanto la decisione di ieri della Corte di Appello di Milano, che ha ridotto da tre a due anni il periodo in cui Silvio Berlusconi non potrà più esercitare il diritto di elettorato attivo e passivo, un primo effetto, a lui meno sfavorevole, l’ha comunque prodotto: se i due anni di interdizione dai pubblici uffici saranno confermati anche dalla Suprema Corte, il Cavaliere sarebbe incandidabile non più per sei anni ma per i prossimi quattro. Per la precisione fino al 2017, quando avrà 82 anni. Lo ”sconto” di due anni è una conseguenza della legge Monti-Severino, di cui il Pdl torna a chiedere al governo Letta un’interpretazione che precluda l’applicazione retroattiva della norma. All’art.13, infatti, la legge prevede che l’incandidabilità parlamentare abbia effetto a partire dal passaggio in giudicato della sentenza e per un «periodo corrispondente al doppio della durata della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici». A conti fatti, dunque, non più sei ma quattro anni.
LA STRATEGIA
La magistratura, con il ricalcolo compiuto ieri dalla Corte di Appello di Milano, è indubbiamente arrivata prima della politica, arenatasi nella Giunta per le immunità di Palazzo Madama in una diatriba sul voto palese o segreto per la decadenza di Silvio Berlusconi. Ma una volta sciolto il nodo della segretezza del voto d’Aula, il piano politico e quello giudiziario torneranno ad intersecarsi. Il professor Franco Coppi non era presente a Milano perché, sembra, influenzato, ma accanto a Niccolò Ghedini siedeva uno dei più fidati avvocati del suo studio, Roberto Borgogno. La strategia della difesa, a questo punto, consisterà non solo nel far scendere l’interdizione da due anni al minimo di uno, ma anche nel riproporre in Cassazione la questione di incostituzionalità della legge Monti Severino, da ritenersi illegittima perché moltiplicherebbe gli effetti della pena accessoria.
I TEMPI
La differenza non è di poco conto: se valesse solo il periodo dell’interdizione temporanea di due anni (o meglio ancora, se la Cassazione l’abbassasse ad uno) Berlusconi resterebbe fuori dal Parlamento al massimo fino a 2015. Con la legge Severino, invece, si arriva al 2017 o inizio 2018. Ma le variabili sono numerose: il Senato voterà a scrutinio palese o segreto? L’Aula solleverà o meno questione di costituzionalità della legge sull’incandibilità? Le prima risposta arriverà il 29 ottobre, quandola la Giunta del Senato dovrà sbrogliare il nodo segretezza del voto. A quel punto toccherà all’Aula, che però potrebbe slittare da novembre a dicembre a causa della sessione di bilancio. Tra dicembre e gennaio, infine, la parola spetterà alla Cassazione. Mentre non prima di marzo il Tribunale di Sorveglianza di Milano deciderà sull’affidamento in prova ai servizi sociali del Cavaliere per l’anno che gli rimane da scontare sui quattro della condanna Mediaset. Sempre che, nel frattempo, non intervenga un nuovo indulto. Tante, troppe variabili sull’accidentata strada giudiziaria del Cavaliere.
Silvia Barocci