Sergio Romano, Corriere della Sera 20/10/2013, 20 ottobre 2013
LA MASCHERA DI GUY FAWKES E IL CARNEVALE DELLA POLITICA
C’è un fenomeno di costume da tempo assai diffuso proveniente dall’Inghilterra piuttosto curioso .Si tratta della oramai famosissima maschera che raffigura in maniera stilizzata il viso di Guy Fawkes, che anche in Italia è il vessillo della contestazione di sistema, che a volte si manifesta anche con forme di violenza. Ora, come lei sa sicuramente meglio di me, Guy Fawkes nell’Inghilterra di inizio ‘600 regnante Giacomo I, successore della regina Elisabetta, era un fervente difensore dei diritti dei cattolici che di fronte alla decisone (per altro presa da malincuore dal re sotto la pressione degli anglicani) di mantenere i cattolici in stato di inferiorità nei diritti civili, aderì alla famosa congiura delle polveri. Congiura che prevedeva di minare la sede del Parlamento facendo fuori in un colpo solo la testa degli anglicani. Ma tutto fu scoperto e Guy Fawkes, che ammise orgogliosamente le sue responsabilità, fu orrendamente giustiziato. Quello che mi incuriosisce è come mai prima da un fumetto, mi pare di Alan Moore, e poi da un film famosissimo, «V come vendetta», dall’Inghilterra anglicana e monarchica , dove i «papisti» non sono proprio ben visti, dilaghi in tutto il mondo una maschera che rappresenta, certo a suo modo un rivoluzionario, ma un rivoluzionario cattolico il cui scopo finale sarebbe stato il riportare l’Inghilterra alla Chiesa romana del Papa.
Angelo Rambaldi
angelo.rambaldi@ior.it
Caro Rambaldi,
Ho già ricordato il «complotto della polvere da sparo» (come viene ancora definito in molti Paesi di lingua inglese) sulla «Lettura» del 15 aprile 2012. La minaccia fu molto seria e il colpo, se fosse andato a segno, avrebbe scatenato una guerra di religione. Ma l’organizzazione della congiura fu piuttosto dilettantesca. Più tardi, nell’Ottocento, uno studioso gesuita cercò di dimostrare che il complotto era stato ordito al vertice dello Stato da uno scaltro cortigiano, deciso a provocare una sollevazione in massa contro quella parte della società inglese che era rimasta fedele alla Chiesa cattolica. Ma la tesi non fu mai provata e la ricorrenza del complotto, per molto tempo, è stata celebrata dagli anglicani con lo spirito di un patriottismo religioso e anti-papista.
L’uso ludico della maschera, a cui lei si riferisce nella sua lettera, è dovuto al mutamente subito dalla commemorazione con il passare del tempo. Il posto degli adulti è stato preso dai bambini che indossano la maschera del congiurato e vanno di casa in casa a chiedere denaro per comperare razzi e petardi con cui mettere in scena il complotto fallito. A me sembra molto «inglese», nel senso migliore della parola, che il ricordo di una potenziale violenza religiosa sia diventato l’occasione per una farsa giovanile. Ma il miglior modo per esorcizzare la minaccia di un evento luttuoso è forse proprio quello di farne un’occasione per scherzi e risate. Mentre noi ci prepariamo a celebrare il giorno dei morti, i bambini americani si travestono da spiriti maligni e vanno di casa per chiedere «minacciosamente» torte e dolciumi. In Messico, nella notte dei defunti, si accendono luminarie e si vendono giocattoli in forma di scheletri. In alcuni Paesi greco-ortodossi si banchetta nei cimiteri. In Irlanda la veglia in onore del defunto (wake ) termina spesso con una sbornia generale. E noi approfittiamo dei Santi e dei morti per un lungo finesettimana in montagna.
Ciascuna di queste «feste» cade tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, vale a dire in un momento in cui muoiono le foglie, scende la nebbia, la prima brina spezza i rami degli alberi, i campi sembrano destinati a non dare più frutti e il calendario rende omaggio ai defunti. È il momento per inserire in queste giornate brumose un breve carnevale autunnale. La migliore maschera di questo carnevale è quella di Guy Fawkes. Non dimentichi, caro Rambaldi, che nei giorni di Carnevale molto è permesso di ciò viene abitualmente vietato. In certe dimostrazioni politiche dagli scorsi anni, da quella degli indignados della Puerta del Sol a quella di Occupy Wall street, vi è sempre stato qualcosa di carnevalesco.