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 2013  ottobre 20 Domenica calendario

I SEI GRADI DI SEPARAZIONE? CON I SOCIAL NETWORK SONO DIVENTATI TRE


Due persone. Tre interazioni. È questa la distanza che separa ognuno di voi e un pescatore della Cambogia. O un ricercatore dei laboratori del Polo Sud.
Il mondo è diventato «incredibilmente piccolo». In fretta. E più di prima. Tanto che uno studio della National Chiao Tung University di Taiwan — che uscirà a gennaio sulla rivista Computers in Human Behavior — quasi dimezza i «gradi di separazione» tra le persone. Dai sei ipotizzati dal sociologo americano Stanley Milgram ai 3,2 calcolati da Eman Yasser Daraghmi e Shyan-Ming Yuan.
A ridurre le distanze, sostengono i due ricercatori, sono i social network. Facebook, su tutti. E la cifra arriva proprio dopo aver analizzato le interazioni di 950 milioni di utenti della piattaforma fondata da Mark Zuckerberg. Non solo. Per evitare un risultato «sporco», Daraghmi e Yuan non hanno tenuto conto dei profili doppi e degli account delle celebrità. Risultato: un italiano — ma anche un francese, un tedesco e un cinese — è collegato a un abitante dell’Isola di Pasqua attraverso una catena di conoscenze composta da un paio di «intermediari».
Due anni fa un altro studio aveva ridotto i gradi di separazione a 3,74. Un gruppo di ricercatori italiani del Laboratory for web algorithmics dell’Università degli Studi di Milano, coordinato da Sebastiano Vigna, ha studiato per un mese 69 miliardi di interazioni virtuali di 720 milioni di utenti. Scoprendo, per la prima volta con metodi rigorosamente scientifici, che molto era cambiato dal 1967, da quando Milgram aveva introdotto la «Teoria del mondo piccolo».
A confermare la tendenza c’è anche un’altra ricerca appena pubblicata dalle Università del Michigan (Stati Uniti) e Aberdeen (Regno Unito). Usando complessi modelli matematici per analizzare la diffusione della peste del 14° secolo in Europa gli studiosi hanno scoperto che la «Teoria del mondo piccolo» è un «fenomeno del tutto moderno», iniziato timidamente «con il diffondersi del trasporto ferroviario» e scoppiato «con l’introduzione dei social network».
«Ma bisogna sempre tenere presente che, soprattutto nell’era virtuale, meno gradi di separazione non vogliono dire che effettivamente si conoscono sempre più persone anche nel mondo reale», spiega Sebastiano Vigna, ora professore associato di Informatica alla Statale di Milano. «Un conto sono gli amici veri, quelli che poi magari hanno una connessione con noi anche su Facebook. Un altro sono le decine di conoscenti virtuali, ma di cui spesso ignoriamo tutto».
È, questo, un problema importante per chi cerca di capire quanto e come è connesso il mondo. «Nonostante i miliardi di dati a disposizione, non abbiamo ancora idea di quanto i rapporti virtuali incidano sul calcolo della “distanza” tra le persone», precisa Vigna.
Da Facebook a Twitter, per Vigna è «altamente probabile» che i gradi di separazione sulla piattaforma dei cinguettii siano ancora meno. «Su Facebook c’è bisogno dell’interazione di entrambe le persone, su Twitter, invece, uno può seguire un’altra persona che a sua volta può ignorarla». Il futuro cosa ci riserva? «Di certo non scenderemo sotto i tre gradi di separazione», sostiene il docente di informatica. Spegnendo l’illusione, di qualcuno, di un pianeta basato sull’unico grado di separazione.
Leonard Berberi

@leonard_berberi