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 2013  ottobre 19 Sabato calendario

CARO, LA MAMMA HA UNA COSA MOLTO HARD DA DIRTI


Sdraiata sul lettino dell’ecografo, la gelatina fredda spalmata sulla lieve protuberanza della pancia, Aurora vide, e ascoltò, per la prima volta il battito del cuore del bambino che portava dentro.
Fu in quel momento che Aurora vide scorrere su quel monitor, insieme con il nebuloso profilo del figlio, il film del proprio passato. Un film di porno hard. Perché lei, Aurora Snow, è stata una stella del cosiddetto “cinema per adulti” e le foto, le clip, i lungometraggi del suo lavoro sono disponibili ovunque, dalle stanze d’albergo a ogni tablet o smartphone. Nei primi anni 2000 aveva vinto premi per il porno nelle categoria “Migliore sesso a tre” e “Migliore Orgia”, con altre sottocategorie più dettagliate che vi lascio immaginare.
È stato allora, uscendo dallo studio di radiologia in settembre, che si rese conto che quel bambino, diventato ragazzo, si sarebbe inevitabilmente imbattuto anche senza volerlo nel lavoro della sua mamma, perché nella memoria totale di Internet tutto esisterà per sempre e nessun peccato potrà mai essere perdonato.
Decise allora di giocare d’anticipo e di scrivere a quel futuro uomo: la lettera al figlio di un pornostar. «Caro figlio, voglio che tu sappia da me, e non da amici o per caso, che cosa e chi sia stata tua madre».
«A 18 anni ero una brava studentessa all’Università della California a Irvine, ma non avevo un centesimo. Mi ero indebitata per la retta e per mantenermi, perché i tuoi nonni erano poveri. Quando vidi l’annuncio su un giornale che offriva 2mila dollari al giorno per posare nuda corsi ai provini. Mi spaventava soltanto il timore di non essere abbastanza sexy, in mezzo a tutte quelle stupende ragazze, perché ero sempre insicura, ma piacqui».
I 2mila al giorno per foto di nudo diventarono 5mila al giorno quando accettò di fare sesso davanti a una cinepresa. Aveva 19 anni nel 2000 e nessun’altra occupazione avrebbe potuto pagare cifre del genere senza saper fare nulla, se non quello che più o meno bene tutti sappiamo fare. «Mi sentivo padrona del mondo, libera, e il pensiero di avere figli e una famiglia mi faceva ridere».
Ma qualche anno dopo il premio per «Migliore attrice protagonista in un’orgia» del 2003, accadde un episodio apparentemente lontano da lei. Uno zio ebbe un gravissimo incidente in moto che lo mise fuori uso, fra ospedale e riabilitazione, per tre anni. Lo zio era vedovo, aveva due tigli piccoli e in famiglia non c’era nessun altro che avesse i soldi per mantenere quei bambini. Cosi Aurora la regina della ammucchiate, la stella del porno, si scoprì a zompare dai materassi degli studios ai compiti a casa, ai gemiti artificiali ai pianti per le coliche vere, agli incontri con gli insegnanti, alle corse dal pediatra, per curarsi di due bambini.
«Scoprii allora – scrive al figlio non ancora nato – che non soltanto non mi pesava quella vita da madre di famiglia, ma che mi piaceva e mi appassionava molto più di quello che facevo nel mio lavoro. Sentii che avrei voluto più di ogni altra cosa diventare io stessa madre, avere una famiglia, un amore mio, non da film. Ma chi avrebbe mai voluto una donna di ormai quasi trent’anni con più di dieci anni di porno hard alle spalle e le sequenze di lei in ogni posa e porcheria immaginabile, visibile a tutti in ogni stanza d’albergo e in ogni computer?».
Lo trovò. Era un ragazzo di campagna, arrivato a Los Angeles per studiare e che si era buttato nell’industria del porno non come attore, ma come assistente e uomo di fatica. Lui le disse semplicemente: «Devi soltanto smettere. Pigia il bottone di eject, come i piloti negli aerei e io ti raccoglierò mentre cadi».
«Sarebbe troppo facile e ipocrita per me dirti adesso che ho sbagliato, ma ti dico una cosa diversa, figlio mio. Nella tua vita farai le tue scelte, come io feci le mie, ma non perderai mai il mio amore come io non persi quello di tua nonna, quando un conoscente le portò una video cassetta con un mio film. Però devi sapere che ogni scelta ha conseguenze, che le tue decisioni ti seguiranno per tutta la vita e che la strada più facile che hai davanti è spesso la più sbagliata. Ma che e possibile, se lo vuoi davvero, ricominciare. I love you».
Il bambino nascerà il prossimo dicembre.