Elisa Murgese, Left 19/10/2013, 19 ottobre 2013
CAMERON MANI DI FORBICE
È stata definita una delle più grandi riforme carcerarie di sempre. Oltre 4.200 licenziamenti, tagli al budget del 10 per cento, per un totale di sette prigioni chiuse. Questi i piani annunciati la scorsa settimana dal ministro della Giustizia inglese Chris Grayling.
L’idea di base è di chiudere i piccoli penitenziari concentrando tutti i detenuti all’interno di poche megalopoli carcerarie, più ampie e più economiche. Sul modello della prigione femminile di Holloway (uno dei centri interessati dalla riforma del governo Cameron). Qui, solo nel 2010, sono stati segnalati trentacinque incidenti di autolesionismo da parte delle donne recluse. L’ultimo report governativo risale proprio a tre anni fa, quando le detenute si lamentavano di «alcune attenzioni indesiderate da parte del personale carcerario maschile», denunce che non sarebbero state ascoltate da nessuna delle autorità predisposte. Le detenute erano spaventate anche dal fatto che le guardie di sesso maschile «le osservassero abitualmente attraverso gli spioncini». Dopo il report, parte dello staff della prigione è stato messo sotto indagine per poi essere scagionato per mancanza di prove. Ma oltre il 50 per cento delle donne recluse nelle prigioni inglesi dichiara di avere ricevuto un abuso fisico, emotivo o sessuale durante la detenzione. Sono dati dello stesso ministro della Giustizia.
Questo il mondo carcerario che Cameron vorrebbe far diventare il cuore della sua spending review. Obiettivo dichiarato, far risparmiare allo Stato 500 milioni di sterline. Due le spade di Damocle calate sopra le prigioni inglesi: tagli al budget (facilmente trasformati in tagli al personale) e la chiusura di sette strutture, che da sole costano 63 milioni di sterline l’anno.
«Vogliamo abbattere i costi delle sovraffollate prigioni inglesi per essere certi che entro il 2015 ci saranno più posti disponibili rispetto a quanti ne abbiamo ereditati all’inizio del nostro mandato», ha commentato il ministro Chris Grayling. «Siamo molto felici anche della costruzione del nuovo centro carcerario in Galles che certamente darà una svolta all’economia locale, uno dei motivi per cui stiamo intervenendo sul sistema carcerario ».
Una tesi che non convince Juliet Lyon, direttore della onlus di riferimento per il mondo del sociale inglese, Prison reform trust: «Ci sono abbastanza posti nelle prigioni inglesi per far fronte al relativamente basso numero di detenuti violenti. Nell’ultimo anno la popolazione carceraria è diminuita di oltre 3mila persone, mentre il tasso di criminalità è sceso del 10 per cento», ha detto. «Sostituire le piccole prigioni locali con enormi centri carcerari non ridurrà la criminalità. I soldi spesi per costruire nuovi istituti dovrebbero essere investiti in comunità d’aiuto che favorirebbero la riduzione del numero delle persone dietro le sbarre». Gli impiegati nel settore carcerario sono già diminuiti del 7 per cento tra il 2010 e il 2012, per un totale di 2.800 licenziamenti. E altri 1.400 esuberi sono in programma. Inutile dire che il numero dei detenuti è rimasto invariato. Tanto che l’ispettorato carcerario un organo indipendente che controlla le condizioni delle prigioni di Inghilterra e Galles si è detto preoccupato per le già limitate risorse economiche delle prigioni inglesi. Una preoccupazione che si legge anche tra le righe dei report governativi. I tagli al sistema carcerario si inseriscono così all’interno del dibattito sulla la spending review di Cameron. In Inghilterra, infatti, si parla di amnistia in Inghilterra nei confronti degli immigrati clandestini che vivono da oltre dieci anni su territorio inglese per risanare l’economia del Regno Unito (oltre un milione di persone secondo la London school of economics). Era questa una delle proposte strategiche del partito Conservatore che pensava anche ad attirarsi le simpatie elettorali delle minoranze etniche. Ora però il primo ministro inglese ritratta, e si dice contrario all’idea di un’amnistia. Così come storce il naso di fronte ad un possibile indulto nei confronti dei 40mila detenuti in carcere per un periodo inferiore ai sei mesi. Mancano ancora due anni allo elezioni del 2015. Ma Cameron si sente già in campagna elettorale.