Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 19 Sabato calendario

BIKE POLO


Un campo di 40 metri per 20, piatto e liscio, porte lunghe 180 cm e alte 80, due squadre da 3 giocatori muniti di mazza per colpire la palla. Vince chi per primo segna 5 gol, ma la partita può concludersi anche allo scadere dei 10 minuti: è il bike polo. Vietato mettere il piede a terra, vietato tagliare la strada e mettere la mazza sotto le ruote e tra i raggi della bici avversaria, per il resto va bene tutto: i contatti spalla contro spalla, mazza contro mazza e bici contro bici. Un gioco per gambe e cuori forti, nel quale si spinge al massimo per tutto il tempo, si pedala, si blocca e si tira senza soluzione di continuità. È il segreto del successo di uno sport che, nato verso la fine del 1800 per volontà di un irlandese, Richard J. Mecredy, veniva praticato in sostituzione del più classico polo quando le condizioni atmosferiche pregiudicavano la sicurezza dei cavalli su terreni fangosi o ghiacciati. Ai Giochi di Londra del 1908 fece la sua prima e ultima apparizione olimpica. Quello che si pratica oggi è l’Hardcourt Bike Polo, non si gioca più sull’erba come nel passato, ma e ancora molto simile al suo antenato. I pionieri dell’attuale bike polo sono stati sicuramente i bike messengers di Seattle, che alla fine degli Anni 90 hanno introdotto il gioco tra le comunità dei ciclisti urbani. Da qui, si è diffuso per gli Stati Uniti e poi in Europa, Australia e Asia. In America è lo sport in maggiore crescita, ci sono addirittura diversi campionati divisi geograficamente. le partite vengono trasmesse in streaming su canali web dedicati, i giocatori aumentano giorno dopo giorno e nelle scuole si iniziano a fare dimostrazioni. In Italia, dove non esiste una federazioni vera e propria, si gioca da Catania a Bolzano: circa 50 le squadre coinvolte, la maggior parte delle quali a Milano, Vicenza, Roma, Fano, Padova e Torino, che si sfidano in un campionato nazionale. Le bici da partita hanno telai compatti, un rapporto molto corto, la leva del freno doppia, per agire sia sulla ruota anteriore che su quella posteriore. I raggi sono coperti dai pologuard, dischi di polietilene, che evitano il passaggio della palla tra i raggi e riducono il rischio di rotture di questi ultimi. Per iniziare, anche una normale mountain bike va bene. Il prossimo sarà l’anno del Mondiale: forse in Australia, forse in Europa. L’Italia si accontenterebbe di ospitare per la prima volta un Europeo.