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 2013  ottobre 19 Sabato calendario

IL SOGNO DEL PROFONDO NORD: MENO TASSE AL CONFINE


«Guardi, il fenomeno del passaggio delle aziende in Svizzera lo conosco bene, ne parlo da almeno 3 o 4 anni, cioè da quando c’erano solo timidi segnali». Dario Galli, politico della Lega e presidente della Provincia di Varese, sciorina date e numeri, fa esempi concreti e cita casi specifici. «All’inizio il problema riguardava perlopiù i frontalieri, cioè operai e tecnici specializzati, con il risultato che trovare manodopera specializzata in provincia di Varese è difficilissimo».

Domanda.

Adesso però il trend riguarda le aziende, può confermarlo?

Risposta. Sì, il che è anche più preoccupante. Stiamo perdendo quei pochi che ancora avevano voglia di fare impresa in Italia.

D. Conosce i numeri del fenomeno?

R. Per ora mi sembra sia ancora relativamente limitato, ma è un rubinetto aperto e tra qualche anno potrebbe esserci un vero esodo. I motivi peraltro sono ben noti.

D. Ovvero?

R. La tassazione è totalmente fuori controllo, tre quarti dei guadagni finiscono al Fisco. E poi c’è un atteggiamento quasi anti-industriale da parte dello Stato. Questo aspetto non va sottovalutato, incide molto più di quanto si pensi. A tutto questo poi vanno aggiunti i costi di energia e manodopera.

D. Il risultato?

R. Un imprenditore per esempio di Appiano Gentile fa pochi chilometri e si sposta a Mendrisio: stessa lingua e regole più chiare. Deve pagare stipendi più alti, ma paga meno tasse e poi le paga sugli utili effettivi potendo scaricare molte spese. Alla fine ci guadagnano tutti, dipendenti compresi.

D. Messa così sembra difficile intervenire, quali misure state adottando?

R. Torniamo sempre al solito discorso, servono poteri. In Svizzera ogni singolo Cantone gode di un grado di autonomia maggiore rispetto alle regioni italiane. La provincia di Varese è grande tre volte il Canton Ticino, ma non conta nulla. Soprattutto non ha alcuna possibilità di intervenire sulle dinamiche fiscali.

D. Cosa avrete fatto per contrastare il fenomeno?

R. Tutto quello che potevamo fare. Abbiamo snellito la burocrazia locale, ma resta quella statale. La provincia di Varese, per esempio, paga entro 20 giorni. Tutto utile, ma allo stato attuale il problema va risolto a Roma.

D. Avete delle proposte?

R. Le tasse sul confine vanno ridotte, oppure si può pensare a una zona franca di accompagnamento fiscale. Oppure fare di Varese, Como e Sondrio tre Province autonome. Gli esempi non mancano.

D. Può farne qualcuno?

R. Pensi alla benzina. Ci abbiamo messo anni a far capire che uno sconto di 20 centesimi si traduce in una minore entrata, ma invoglia gli automobilisti a rifornirsi in Italia. Perché se vanno in Svizzera si perdono anche più accise. Con le aziende dovremmo fare lo stesso ragionamento.

D. Cioè?

R. Vogliamo rinunciare a qualcosa, ma tenere qui almeno una parte delle tasse. Oppure vogliamo perdere tutto il gettito vedendo sparire le aziende in Svizzera? La risposta credo sia semplice. (riproduzione riservata)