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 2013  ottobre 19 Sabato calendario

PERISCOPIO


Ieri Renzi non ha detto neanche una parola, stava male? Jena. La Stampa.

Poste italiane ha già una compagnia aerea: Mistral, che porta i pellegrini a Medjugorie e Lourdes. Una competenza in tema di miracoli se la sono fatta. Il rompi-spread. MF.

Danneggiato il carro funebre che trasportava la salma di Priebke. Per rappresaglia saranno incendiati 10 autobus. Spinoza. Il Fatto quotidiano.

Hanno dimostrato, a calci, pugni e sputi che in nazismo non passerà. Riconoscenza eterna ai cittadini di Albano, sindaco ovviamente in testa. Hanno contrastato il nemico, lo hanno fatto fuggire con la forza della loro indignazione, gli hanno urlato ciò che gli andava urlato, esponendosi in prima persona. Gli storici, talvolta troppo critici e talaltra molto maliziosi, per non dire maligni, annotino, per favore, che almeno questa seconda tranche della resistenza, della ribellione popolare alla minaccia del nemico, si è sviluppata in totale autonomia, senza il minimo aiuto degli americani. Dice: ma il nemico era già morto e stecchito. E che è, stiamo a fare i difficili? Andrea Marcenaro. Il Foglio.

Con Bersani c’è stata un’eccessiva continuità con il passato, uno scarso contenuto innovativo, scarsa capacità di comunicazione. Voglio bene a Bersani, ma, dopo il voto, ha perso lucidità. Era dominato dall’idea che, senza avere la maggioranza, avrebbe comunque potuto fare il governo, cosa palesemente infondata. ne parlammo, gli dissi di stare attento. Gli consigliai di fare un gesto, di cambiare lo scenario. ma lui niente. Massimo D’Alema in Chi ha sbagliato più forte di Marco Damilano.

In molti paesi lo choc economico è tanto violento come nella crisi del 1929 ed è grazie all’esistenza del welfare state che si è riusciti a limitare il contagio della miseria. Per quanto si riferisce alla vita politica, essa assomiglia sempre più a quella che era negli ani Trenta, discredito nei confronti degli eletti, diserzione civica, collere sporadiche, esplosione dei partiti anti-sistema. Laurent Joffrin. Le Nuovel Obs.

Austerità o crescita? Un paese ha bisogno dell’una e dell’altra. Marie Visot, economista. Le Monde.

Imu, Tarsu, Tares, Trise, Tari, Tasi. Vedi alla voce «Stangata» nel dizionario dei sinonimi. MF.

Per ora Renzi è uno straordinario acchiappavoti, una macchina di consenso. Ma serve una squadra e un progetto che diano robustezza alle sue intuizioni: la rottamazione non basta più, lo sa benissimo. Enrico Letta. l’Espresso.

La scienza, di una cosa è certa: più un animale è intelligente e più «pende». Es.: su 1.000 cavalli il 2% è tendente alla pederastia. Su 1.000 delfini, uguale. Su 1.000 gorilloni, uguale. Al contrario, le oche, su 2 milioni, nessun caso. Avanti così: tra 70 anni avremo i dati di tutte le specie. Tranne il castoro, che tende a depistare, fa cadere in errore i rilevatori. Scusate, non il castoro, ma il fagiano. Maurizio Milani. Il Foglio.

Gli ottimisti scrivono male. Jean-Louis Schefer, Monsieur teste à l’ècole». P.O.L.

I bambini non si interessano dei soldi. È lo stato di povertà in cui si trovava mia mamma, i suoi impazzimenti e il suo sgomento che me ne hanno dato una precoce coscienza. Ma la lezione delle umiliazioni che ci erano inflitte ogni volta che bisognava mendicare qui e là il necessario non è stato fecondo, nel senso che non ha mai insegnato a «fare i soldi», al contrario. Ne ho avuto per molto tempo il disgusto, una diffidenza quasi nevrotica. A causa di ciò, ero incapace di pronunciare una cifra, di trattare un contratto, di domandare di più. Spesso, sono stata mal pagata per il mio lavoro. Domandare, io muoio. Françoise Giroud, Lecons particulières. Fayard.

Vincere, il film sul Mussolini di Marco Bellocchio. «Fascio tutto me». Franco Ferrini, C’era una volta il cinema. Gremese editore.

SANCULOTTO - patrono degli omosessuali

Il commissario aveva accettato una polputa sigaretta dal Balducci (che gli sguadernò il portasigarette d’oro sotto il mento, con un tatràc repentino): e le fumava, ora, con una sua ritenuta voluttà e con elegante naturalezza ad un tempo. Carlo Emilio Gadda, Quel pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti. 1957

Quando si presta il fianco alle critiche, esse non ve lo rendono. Grègoire Lacroix, On ne meurt pas d’une overdose de rêve. Non si muore con una overdose di sogno. Max Milo.

Non gliela posso raccontare tutta sull’Italia a mio figlio Guido per non rovinargli la speranza e l’orgoglio. Non posso tacere tutto, a lui che è innamorato dell’Italia pur vivendo a 6 mila chilometri di distanza, perché deve pur sapere come stanno le cose davvero, che l’Italia non è solo il Milan, la Ferrari, la maglia azzurra, l’Impero romano, la nonna Anna e la zia Cecilia che lo aspettano ogni estate nella casa di Arenzano con la focaccia genovese fresca di forno e il nonno - tu - che si appisola dolcemente davanti alla tv nel pomeriggio caldo. Ma lui, mio figlio Guido, sta sveglio per guardare il film e così poterti dire come è andato a finire, quando ti svegli. Guglielmo e Vittorio Zucconi, La scommessa. Rizzoli.

Vogliamo parlare dei tatuaggi? Quelli che se li fanno si sentono terribilmente trendy. Il guaio è che non si tratta di una èlite. Oggi, il 90% dei ragazzi under 30 è tatuato. A via del corso sembra di stare a Regina Coeli, il carcere romano. Tutti con il look da ergastolani. Ho incontrata una che era così tatuata che, al posto della schiena, aveva un murales! Più che una donna sembrava un vagone della metropolitana del Bronx! Enrico Vanzina, Commedia all’italiana». Newton Compton editori.

Fino all’età di 13 anni credevo che il mio nome fosse: «Stai zitto!». Joe Namath.

L’ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili. Il pessimista sa che non è vero. Robert Oppenheimer.

Amo Juth per il suo candore, per il suo cuore grosso come un fegato cirrotico e anche perché mi ha liberato dall’angoscia di invecchiare. Paul Vermuz, On m’a dit de ne pas le dire!», mi hanno detto di non dirlo. l’Archipel.

Non mi piace sentirmi chiamare nonno. Ma guai se non mi chiamano nonno. Roberto Gervaso. il Messaggero.