Fabrizio Galimberti, Il Sole 24 Ore 19/10/2013, 19 ottobre 2013
PECHINO DÀ UNA SPINTA ALLA CRESCITA E IL MONDO RINGRAZIA
L’economia americana si sta leccando le ferite dopo la felice conclusione di un’infelice vicenda ("shutdown" e limite al debito). E l’economia europea cerca faticosamente di sollevarsi da una prostrazione che dura da (troppo) tempo. Si dovrebbe essere contenti che in qualche altra parte del mondo - e tanto meglio se si tratta della seconda economia del terzo pianeta - la crescita continua imperterrita, a tassi che possono destare solo un sospiro di invidia di qua e di là dell’Atlantico. La Cina registra nel terzo trimestre un Pil che cresce del 7,8% sull’anno prima. Una buona notizia? Sì, ma..., dicono alcuni. Il primo "ma" sta nel fatto che la crescita rallenta rispetto a quella a due cifre che si registrava ancora nel 2011. E quando si comincia a rallentare, prosegue la geremiade, si sa quando si comincia ma non si sa dove si finisce: l’economia cinese è come una bicicletta, se si ferma cade; e anche se rallenta, il ciclista rischia di ondeggiare e cadere. Ma il fatto è che la crescita a due cifre era insostenibile, sia per ragioni interne (stava portando a pericolose bolle immobiliari, e abbiamo imparato a spese di tutti quanto quelle bolle siano pericolose; e stava portando - anzi, aveva già portato - a livelli di inquinamento insopportabili); sia per ragioni esterne: la pressione sui prezzi delle materie prime, voracemente consumate dall’industria cinese. Quindi il rallentamento è un fatto desiderabile. Rischia di andare oltre? Qui veniamo al secondo "ma". Le preoccupazioni vertono sul fatto che questo tasso di crescita, che accelera leggermente su quello dei due trimestri precedenti, è sostenuto soprattutto da investimenti pubblici e spinte monetarie. Cioè a dire dalle politiche economiche, del bilancio e del credito. Come dire che il settore privato dell’economia cinese è debole e viene tenuto su solo dalle vitamine dell’intervento pubblico. Ma questo è precisamente il punto forte della situazione cinese. Non c’è il rischio che il rallentamento peggiori ancora: il governo cinese ha molte frecce in faretra. Ha spazio sia per politiche di bilancio espansive (deficit e debiti pubblici sono modesti), sia per politiche monetarie di supporto. Quegli spazi che sono negati in Occidente dagli alti debiti pubblici e dal fatto che le politiche monetarie espansive hanno già dato tutto quel che potevano dare, sono invece presenti in Cina. In effetti la sfida per il governo cinese non è solo quella di rallentare un’economia che rischiava il surriscaldamento, ma anche quella di cambiare il modello di sviluppo. Passare da un modello basato su investimenti ed export a uno spinto soprattutto dalla domanda interna. Le ultime cifre sulla crescita delle componenti del Pil dicono che l’investimento fa ancora la parte del leone, avendo dato un contributo di poco più della metà alla crescita complessiva. Ma fra gli investimenti la spinta è venuta soprattutto da quelli pubblici: una composizione virtuosa, dato che la Cina ha un grande bisogno di infrastrutture, e ha meno bisogno di aumentare la capacità produttiva dell’industria privata. In ogni caso, anche i consumi crescono rapidamente: le vendite al dettaglio, secondo gli ultimi dati, si stanno espandendo al 13,3 per cento. Il contributo della spesa delle famiglie alla crescita dell’ultimo trimestre è poco meno della metà, e i consumi privati coprono circa il 35% del Pil cinese (rispetto al 70 e passa per cento in Usa). Ma, dato lo stato delle statistiche cinesi, l’ammontare dei consumi privati è probabilmente sottovalutato, dato che i dati sui servizi sono fragili (e i servizi sono ormai, anche in Cina, la parte preponderante dei consumi). Comunque, questa volta il settore estero non tira la crescita: le esportazioni nette sono state neutrali. E l’espansione della domanda interna sta aiutando la crescita degli altri, inclusa l’Italia: i dati di pochi giorni fa danno un aumento sull’anno (agosto 2013 su agosto 2012) dell’export italiano in Cina pari al 14,4 per cento.