Fulvia Caprara, la Stampa 19/10/2013, 19 ottobre 2013
NERI PARENTI: “DOPO ANNI DICO ADDIO A DE LAURENTIIS”
Per anni e anni, con sincero divertimento, ma anche con una certa, stoica, rassegnazione, Neri Parenti ha firmato il prodotto cardine dell’industria cinematografica italiana, ovvero il vituperato cinepanettone, campione di incassi al botteghino e insieme di critiche sdegnate e pistolotti sull’eccessiva volgarità: «Non ho un carattere permaloso, quindi non me la sono mai presa, ho sempre avuto la piena consapevolezza di quello che stavo facendo, ovvero filmetti». Il problema, confessa il regista durante una pausa della lavorazione di Colpi di fortuna, il 19 dicembre nelle sale, puntuale come l’albero e il torrone, è che «la gente tende sempre a unificare il manufatto con il facente. Ma non credo, per esempio, che Lady Gaga sia proprio come vogliono farla apparire...».
Eppure non è questa la ragione per cui Parenti, in una mattinata di sole d’ottobre, nel giardino di una traversa di via Casilina, sotto gli elicotteri in volo sulla manifestazione dei Cobas che paralizza la capitale, annuncia il divorzio dal produttore Filmauro Aurelio De Laurentiis: «Con questo film si chiude il mio contratto, ho preso un altro impegno proprio per il periodo in cui in genere giro il cinepanettone. L’ anno prossimo ci sarà un altro al posto mio». Silenzio, stupore, curiosità: «No, non ho litigato con De Laurentiis - prova a minimizzare il regista -, il mio contratto era già finito dodici mesi fa, e siamo in ottimi rapporti...». Però qualcosa è successo: «De Laurentiis - chiarisce Parenti - vuole sempre decidere tutto, e a me non tutte le sue decisioni stanno bene. Certo, è normale che i produttori intervengano nel lavoro dei registi, ma lui insiste e io, per non combattere, per non discutere, finisco per dirgli “va bene, facciamo come vuoi tu”». Però per tutti arriva il momento della saturazione: «Ho 63 anni e vorrei provare a fare quello che voglio, anche sul piano delle sceneggiature. Non è detto che le cose migliori siano quelle che piacciono a me, ma nemmeno il contrario».
Prima però c’è da pensare all’ultima fatica natalizia, quella che, dopo Colpi di fulmine, sancisce il cambio di trend della serie. Non più trasferte lussuose e benestanti, ma piccole storie di gente comune alle prese, stavolta, con improvvise fortune che possono anche trasformarsi nell’esatto contrario. Nei tre episodi che compongono il film ci sono Lillo e Greg improvvisamente fratelli, Christian De Sica manager di successo alla ricerca di un collaboratore che parli mongolo e per questo costretto a interagire con Francesco Mandelli, esperto della lingua, ma anche feroce menagramo, Luca e Paolo che avrebbero vinto al Lotto, peccato che il biglietto non si trovi più.
Ogni storia ha la sua diversa andatura: «In tutti i duetti c’è uno più scemo e un altro più intelligente. Cambiano, ovviamente, i toni, l’episodio di Lillo e Greg è un po’ stile Stanlio e Ollio, quello di Luca e Paolo è più commedia, quello con De Sica farsa totale». Sull’inversione di rotta avviata l’anno scorso, Parenti è cauto: «Colpi di fulmine è andato bene, ma ha incassato meno di Vacanze a Cortina. Certo, avevamo percepito un po’ di stanchezza nel pubblico, e la formula del viaggio ci obbligava a inventare sempre le stesse cose. Però è anche vero che il regista era sempre lo stesso, cioè io, e che le gag e le risatacce c’erano ancora... Non è che eravamo diventati Morte a Venezia». Per anni i cinepanettoni sono stati messi all’indice per eccessivo uso di turpiloquio e Neri Parenti, in veste di regista, è stato identificato con quello stile: «Di me posso dire che sono molto educato, ma ho sempre messo in scena maleducati. Poi sta al pubblico, se si sente una parolaccia in un film, non vuol dire che quello sia un intercalare caro al regista».
Ora ci sarà, finalmente, modo concreto per dimostrarlo: «Girerò una commedia, ma non di Natale, che dovrebbe esser pronta per la seconda parte del 2015». È non è detto che poi si ricominci daccapo, magari sull’onda della nostalgia: «Le mie“Vacanze” preferite? Sul Nilo, amo molto l’Egitto, e mi sembra che quelle siano state tra le più riuscite della serie».