Maurizio Tropeano, la Stampa 19/10/2013, 19 ottobre 2013
“PIÙ DI 4 MILIONI DI NUOVI POVERI”
La mappa dell’Italia che aiuta chi ha fame lascia tracce profonde in Campania, tocca Puglia, Calabria e Sicilia. Poi seguendo le strade della solidarietà si risale verso Nord e si possono mettere in evidenza disagi profondi nel Lazio per arrivare anche in Lombardia che rispetto al 2010 vede aumentare del 22% il sostegno alimentare alle famiglie. Nei primi mesi dieci mesi del 2013 gli interventi di aiuto sono stati 138 milioni. E sono serviti anche per soddisfare le necessità dei 1,3 milioni di italiani che dall’oggi al domani, negli ultimi tre anni, si sono ritrovati a dipendere dagli altri per poter mangiare. E’ stato un trend crescente, inarrestabile che parte dai 2,7 milioni di indigenti del 2010 per arrivare al record dell’anno ancora in corso, 4 milioni e 68 mila cittadini affamati, il 47% in più. Ma il dato che più colpisce è che in questo esercito di nuovi poveri il 10% sono bambini che hanno meno di 5 anni.
Il dieci per cento equivale a 428.587 piccoli, quasi 49 mila in più del 2012. “Il segno – spiega Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti – che cassa integrazione e perdita dei posti di lavoro hanno messo in ginocchio le famiglie, soprattutto quelle giovani”. Analisi confermata dal fatto che il 30% di questi bambini vive nelle regioni del Nord industrializzato, o ancora industrializzato. Anche se il 40% dei bambini bisognosi vive in Campania e Sicilia.
L’organizzazione agricola guidata da Sergio Marini – che ieri ha confermato le sue dimissioni per annunciare il suo impegno in politica – ha rielaborato i dati del piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Numeri talmente crudi che parlano da soli, Come questo: “l’altro dato che salta agli occhi è la perdita d’acquisto delle pensioni che è evidentemente la causa che ha spinto altri 70 mila anziani a chiedere aiuto in questi mesi”, aggiunge Bazzano. Gli over 65 in difficoltà sono quasi 579 mila e costituiscono l’altra categoria sociale che ha più patito gli effetti della crisi.
Ma questo scenario di difficoltà, almeno secondo Coldiretti, mette in luce anche il volto solidale degli italiani: il 15% delle famiglie aiuta i più bisognosi con elemosine, aiutando parenti e amici, con il volontariato ma, soprattutto, donando prodotti alimentari. Non è un caso che gli aiuti prendano la forma dei pacchi - ne sono stati distribuiti 3,8 milioni - perché sottolinea Bazzano “i nuovi poveri non vogliono andare alle mense perché si vergognano”. Anche se ci sono trecentomila persone che comunque si sono rivolte alle mense gestite dal volontariato in oltre 15 mila strutture gestite da 242 enti caritativi.
Che cosa viene distribuito? I formaggi costituiscono il 28% degli alimenti. E poi pasta e pastina per bambini (18%), latte (14%) e biscotti (12), riso, olio di girasole e polpa di pomodoro. E a seguire legumi, confetture e farina.
E una parte di questi doni alimentari è possibile anche perché la crisi ha modificato le abitudini alimentari delle famiglie italiane che progressivamente stanno tagliando gli sprechi domestici. Secondo lo studio Coldiretti/Ixè il 73% ha ridotto la quantità di cibo che finisce nei rifiuti (adesso è di 86 chili pro-capite l’anno). Ma Coldiretti sottolinea anche l’aumento delle famiglie che riutilizzano il cibo che avanza. Sono il 56% e hanno sposato la filosofia che in cucina non si butta mai niente.