Fabio Savelli, Corriere della Sera 19/10/2013, 19 ottobre 2013
DAI VIGILI ALL’ARREDO URBANO IL CONTO DEI SERVIZI INDIVISIBILI
A ben vedere anche il lessico del Fisco è in continua evoluzione. Ora l’incognita per il contribuente è un’associazione di due parole che finora era materiale soltanto per i tributaristi di professione: «Servizi indivisibili». Che cosa saranno mai questi «servizi« che agitano le notte degli italiani? Sono alcuni compiti attribuiti ai Comuni, nei quali rientrano la polizia locale, l’anagrafe, l’illuminazione pubblica, l’arredo urbano (con la manutenzione del verde e delle strade) e l’ufficio tecnico dei municipi. Tra queste non rientrano le attività che vengono offerte «a domanda individuale», come accade per esempio nel caso degli asili nido e del trasporto scolastico. Eppure sono servizi fondamentali per il benessere delle comunità locali. I Comuni — va registrato — hanno avuto in dote dal governo un allentamento del patto di Stabilità interno che vincolava i bilanci e li costringeva loro persino a ritardare il pagamento delle forniture ai privati. Tuttavia per finanziarli si decide che invece di attingere alla fiscalità generale ora è tutto in carico ai Comuni che saranno chiamati a stabilire l’aliquota di applicazione della Tasi, che può oscillare dall’uno per mille fino al 2,5. In linea di principio potranno persino azzerarla o graduarla con le variabili più diverse (vedi l’Isee) ma poi lo stipendio ai vigili chi lo paga?