Gianluca Baldini, il Venerdì 18/10/2013, 18 ottobre 2013
E GRAZIE AL WEB ADESSO DECOLLA IL «PRESTITO DA DIVANO»
Quando si dice che la crisi aguzza l’ingegno... È il caso del social lending, un sistema di prestiti tra privati attraverso una piattaforma informatica. Il fenomeno ha raggiunto una dimensione tale che Google ha deciso di investire nell’americana Lending Club la bellezza di 125 milioni di dollari. Attraverso il social lending si possono ottenere finanziamenti in tempi rapidi e senza burocrazia. Viene chiamato scherzosamente «prestito da divano»: tutto avviene via Internet e in 48 ore circa. Lasciamo parlare i numeri: secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia (aggiornati al 1° ottobre 2013), in Italia i tassi d’interesse medi dei prestiti personali si aggirano attorno all’11,99 per cento mentre, come spiega Maurizio Sella, fondatore di Smartika, la più grande tra le due piattaforme (l’altra si chiama Prestiamoci), «i tassi che proponiamo vanno dal 5,9 all’11,5 per cento».
In Italia il fenomeno ha preso il volo con la crisi, ma bisogna sottolineare che con il prestito tra privati la cifra massima finanziabile non può superare i 15 mila euro che devono essere ridati al massimo entro quattro anni. Niente finanziamenti per comprare casa, dunque. Ma cosa ci guadagna chi investe su piattaforme di social lending? Innanzitutto, il prestito prevede dei rendimenti (non altissimi) sul denaro prestato; poi c’è l’idea, gradita a molti, di prestare dei soldi per aiutare la comunità. Tanto che nel caso di Smartika in 18 mesi di attività è tornato indietro il 99,11 per cento del denaro prestato. «Ognuno dei nostri prestatori, attraverso il nostro sito, sa benissimo per quale scopo sono state utilizzate le somme prestate, questo con le banche non avviene», spiega Sella. C’è poi da considerare che i rischi per i risparmiatori sono bassi. «Ogni somma prestata è composta in media da 50 prestatori in modo da ridurre al massimo i rischi» spiega Sella. Significa che per un finanziamento da mille euro, ogni prestatore investe al massimo 20 euro. (gianluca baldini)