Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 18 Venerdì calendario

TGR, MI MANDA SCHIFANI


Vincenzo Morgante ha un merito: è un giornalista di corrente schifaniana, vuol dire di Renato Schifani. Come essere collezionista, come essere custode di un francobollo Gronchi rosa. Ha diretto per dieci anni la redazione Rai di Palermo, il telegiornale regionale, i rapporti con Roma. Da una settimana, tra la sede di viale Mazzini e il polo di Saxa Rubra, il nome di Morgante passava di bocca in bocca e lasciava la stessa bocca spalancata per lo stupore: possibile che l’imparziale e prudente dg Luigi Gubitosi sia pronto a indicare per il Tgr (20 edizioni locali cioè 20 redazioni regionali) il chiacchierato caporedattore? Mica per una poltrona qualsiasi, ma per la gestione di una testata che fa informazione da Aosta a Catanzaro, da Torino a Trieste. Già, possibile. E senza un voto contrario: unanimità in Consiglio d’amministrazione, ieri pomeriggio.

LE INDISCREZIONI erano vincenti perché quella casella, nonostante Gubitosi dichiari che la politica sia marginale, era destinata al centrodestra, ai berlusconiani. Il leghista Alessandro Casa-rin si è dimesso, così viale Mazzini ha scelto un giornalista col marchio Pdl: in corsa c’era anche Fabrizio Ferragni, vice di Mario Orfeo al Tg1, ma il lontano trascorso in quota sinistra l’ha messo fuorigioco.

No, non è un neppure un direttore di successo: il Tgr Sicilia, spesso, crolla al sesto posto tra l’informazione regionale. No, non è neppure immune al solito vizio, diffuso tantissimo fra i locali, di servizi “promozionali”: o meglio, pubblicità occulta. Con precisione statistica, il redattore Angelo Di Natale aveva denunciato le pratiche di Morgante, i suoi interessi e i suoi rapporti: scovando un cavillo – varie comparse in un’emittente provinciale anni prima – Di Natale è stato licenziato.

IL REDATTORE è in causa con viale Mazzini, vedremo chi avrà ragione. Ma le accuse sono dettagliate. Il primo esposto di Di Natale è datato 2 maggio 2011, Morgante è in carica dal 2003. In otto anni di direzione, il Tgr Sicilia ha dedicato 39 servizi a un’azienda vitivinicola e sempre 39 interviste distribuite in famiglia: 20 volte ha parlato José Rallo, anche in versione dirigente di Unicredit-Banco di Sicilia (dove lavora un parente di Morgante, dice Di Natale); 13 volte per Giacomo Rallo e 4 per Antonio Rallo. Identico periodo, 24 servizi per l’impresa dolciaria Fiasconaro. Forse per equilibrare il trattamento, nell’aprile 2011, il Tgr Sicilia ha rimediato con un paio di minuti al gruppo Condorelli. Nella redazione siciliana, assicurano, il panettone era così tanto che si buttava.

Nel 2007, Morgante e Paolo Fiasconaro firmano un libro “Pellegrini ad Assisi”. Fiasconaro ha allestito anche svariate rassegne al piccolo teatro “Al Massimo”, che s’è guadagnato 34 servizi. Cibo, vino, preghiera – e da sempre vicino all’Opus Dei – Morgante elogia spesso le università private. Il direttore frequentava la Kore di Enna, oratore, esperto, moderatore. Il Tgr Sicilia ha mostrato la Kore ai siciliani per 45 volte negli otto anni di riferimento, ovviamente microfono sempre disponibile al rettore. Un inviato è stato spedito a Enna per documentare un concerto di clavicembalo.

MA IL DIRETTORE non adorava mandare giornalisti a Lampedusa né viene ricordato per le possenti campagne contro la mafia. Però, dicono sia un uomo riflessivo, cattolico e colto. Non sappiamo se insignito del titolo dei Cavaliere del Santo Sepolcro, ma i siciliani sono ferratissimi sul tema perché il Tgr ha spiegato ampiamente il compito di chi vuole difendere Gerusalemme. Morgante, insegnante di Teologia a Palermo, ha confezionato 23 servizi per la Facoltà di Teologia di Palermo. No, non è riuscito a intervistare se stesso. Ma ha trasformato la sede siciliana in un’enclave personale, in un traffico di notizie strambe, raro approdo per notizie vere.

L’elenco potrebbe riempire un libro, innervare migliaia di dubbi. Nemmeno uno, forse, sarà venuto ai dirigenti di viale Mazzini.