Carlo Andrea Finotto, Il Sole 24 Ore 18/10/2013, 18 ottobre 2013
IL VECCHIO ABITO DIVENTA FERTILIZZANTE
BIELLA L’abito di lana è troppo liso, fuori moda, sorpassato e non più recuperabile, nonostante l’affetto nostalgico che ci causa? Poco male, potremo trasformarlo in fertilizzante per l’orto, il frutteto o i fiori. Una sorta di metempsicosi tessile: il vostro doppiopetto potrà, idealmente, diventare una pesca biologica oppure contribuire a far crescere il foraggio che nutrirà pecore dalle quali si ricaveranno vello, filati, tessuti, abiti. E così via.
È l’affascinante prospettiva del progetto finanziato dall’Unione europea e targato Biella: trasformare in fertilizzanti i capi di abbigliamento a fine vita e gli scarti della lavorazione laniera. C’è anche un lato più prosaico, tecnologico e ambientale con potenziali prospettive di sviluppo per una filiera che sta dando segnali di ripresa. Il progetto Greenwolf ha come capofila il Cnr Ismac (Istituto per le macromolecole) di Biella, il Politecnico di Torino e l’azienda meccanotessile Obem. Greenwolf è uno dei 32 progetti italiani su 146 europei (all’inizio dell’iter erano in tutto 743) nell’ambito del programma Life+ 2012 dell’Unione europea. La Ue finanzierà il progetto biellese con un milione di euro in tre anni, lasso di tempo in cui «si svolgeranno varie fasi – spiega Silvio Sicardi, docente di principi di ingegneria chimica del Politecnico di Torino –, fino a costruzione dell’impianto, sperimentazione, valutazione dei fertilizzanti e diffusione dei risultati». «L’obiettivo – dice Claudio Tonin, del Cnr – è recuperare le lane di scarto fin dalla tosa, i cascami, la lana rigenerata o i capi di abbigliamento a fine vita. Ci sono vantaggi ambientali, di risparmio di costi di gestione e valorizzazione della risorsa».
Fino a oggi, la lana sucida è considerata un rifiuto speciale, con aggravi logistici e di costi che si ripercuotono sulle Pmi. Ora questo aspetto potrebbe essere bypassato. Paolo Barchietto, contitolare della Obem, si dice «convinto che il confronto con università e ricerca sia determinante per far nascere nuove idee e mettere a punto soluzioni applicabili da subito nell’attività quotidiana».