Paolo Pejrone, la Stampa 18/10/2013, 18 ottobre 2013
L’ELEGANZA DEL MUGHETTO DIMENTICATO PERCHÉ LENTO
Nei tempi moderni anche il giardinaggio è diventato un po’ frenetico, mostrandosi spesso insofferente per le piante più lente. Si spiega così il declino dell’elegante mughetto, oggi quasi dimenticato. Eppure la Convallaria majalis, simbolo del mese di maggio, popolarissima un tempo, merita di essere riproposta, soprattutto nelle sue varietà più vigorose. Le presenta, alla «Due giorni per il giardino» al Castello di Masino, il vivaio Raziel: mughetti dal portamento più alto come l’Hardwick Hall, il Bordeaux o il Bridal Choice, selezionati per la vendita a fiore reciso, accanto al bellissimo Prolificans a fiore doppio.
Più delicate sono invece le varietà a foglia striata, come l’Albostriata, perché la screziatura è facilmente sintomo di una virosi ereditaria. Tanto che nel fantastico giardino di Vico Morcote di Sir Peter Smithers, dopo anni di coltivazione, se ne contavano soltanto alcuni ciuffi, certamente non vistosi. L’appassionato Gianpiero Gauna, del vivaio Isola Larga, consiglia il mughetto Pawlowski Gold, dalla variegatura più marcata e resistente, insieme alle varietà a foglia marginata, come la rara Silberconfolis o l’Haldon Grange; tra i diversi Giant segnala il famoso Fortin’s, dal grande fiore color bianco un po’ opaco, quasi tendente al crema.
Le foglie e il profumo dei fiori del mughetto non hanno bisogno di descrizione. Piuttosto va ricordato che il mughetto, pur non richiedendo grandi cure, non ama i posti caldi o troppo assolati, essendo per natura pianta da lisière e non da pieno campo né piena ombra.
Sempre a Masino ci sarà anche il vivaio Planteur e le sue nerine, soprattutto quelle raffinatissime a fiore bianco. Provenienti dal Sud Africa, queste piante raggiunsero l’Europa come vittime di un naufragio nei pressi delle isole del Canale tra Francia e Inghilterra. Le centinaia di bulbi, trasportati sulle spiagge dalle onde, trovarono una nuova patria ed entusiasti estimatori. Con il nome di Jersey Lilies, divennero un must nei bouquet invernali del Regno Unito. Da noi crescono nei posti più riparati, convivendo bene nella fascia climatica dell’ulivo, ma sopportando poco le terre argillose care a quest’ultimo, amando invece quelle sabbiose, ben drenate e con un tasso costante e leggero di umidità. Il vivaista francese porterà anche il raro zafferano bianco: pura curiosità, essendo già bellissimo quello comune, con il suo raffinato contrasto orientale tra il viola intenso dei petali e il rame dei pistilli.
Eufrasia Burzio propone una nuova piccola ma preziosa collezione di viole, tra le quali devono essere menzionate le nuove generazioni di violette cornute Cool Wave. Robustissime e curiose, ottime come invadenti piante striscianti, se piantate in cestelli o vasi sospesi, pare si sviluppino in forme singolari e compatte.
Per chi non ama soltanto le piante ma apprezza gli uccellini, sempre più preziosi abitanti del giardino, benvenuta è la selezione di nidi e mangiatoie presentata dall’Emporio Botanico: aiutare gli uccellini del giardino è, secondo me, un compito doveroso per il giardiniere. Saper sistemare i nidi giusti nelle giuste posizioni non è difficile, ma va fatto seguendo consigli e regole precisi (e con un certo spirito di immedesimazione). Così pure per le piccole mangiatoie, dove pochi semi appoggiati nei giorni di pioggia, di gelo o di neve possono fare la differenza. Quella che per noi sembra un’inezia, per loro diventa importante e spesso vitale; con poca fatica e una manciata di semi vari si può offrire loro una pietanza corroborante e salvifica.
A partire da venerdì pomeriggio fino a domenica, nel grande prato del Castello, vivaisti, giardinieri e appassionati potranno condividere esperienze, idee e consigli. Un variopinto esempio di giardinaggio pluralista, giunto ormai alla sua XXII edizione... La «Due giorni per l’autunno» di Masino è da sempre uno speciale avvenimento, con una sua particolare atmosfera. Saranno le ultime fioriture, saranno forse le frutte e le verdure, le piccole piante da inverno, i bulbi, saranno forse, e anche, le speranze.