Roberto Giardina, ItaliaOggi 18/10/2013, 18 ottobre 2013
LE PROFESSIONI DEGLI ON. TEDESCHI
Che fanno, di mestiere, i deputati tedeschi, al di là della politica? I politici di professione, quelli che non hanno mai fatto niente altro nella vita che dedicarsi a un partito, sono rari. Comunque, per fare carriera nella Cdu o nell’Spd, tra i conservatori o tra i socialdemocratici, devono dimostrare qualche capacità professionale. Non basta chiedere la tessera a 18 anni per andare avanti.
L’ultima elezione, che ha visto rimanere fuori dal Bundestag per la prima volta i liberali dell’Fdp, ha rivoluzionato la composizione del Parlamento: diminuiscono gli agricoltori, aumentano avvocati e notai, non sono abbastanza rappresentati imprenditori e artigiani, che le statistiche mettono insieme. La cosa forse stupirà gli stranieri: qui si tiene conto di chi sa fare qualcosa di pratico, e un artigiano non differisce da un dirigente di grande azienda. Gli uni e gli altri devono far quadrare i conti.
Il confronto della Welt am Sonntag viene fatto a partire dal 1961, l’anno in cui venne eretto il muro di Berlino. I dipendenti pubblici erano in maggioranza, come oggi: dai 113 di oltre mezzo secolo fa, di cui 24 insegnanti, si è passati a 170 nel 1980, di cui 50 maestri e professori, ai 244 del 1994, e ai 149 di oggi (insegnanti 36). Su 630 Abgeordnete, i deputati, rappresentano circa il 25%, una proporzione esagerata: su 41 milioni di tedeschi che svolgono un’attività, i dipendenti statali sono solo l’11%.
«Per loro è più facile ottenere un permesso a tempo indeterminato per dedicarsi alla politica», ha ammesso Fral Zitka, del Deutschen Beamtenbund, la federazione nazionale dei funzionari pubblici. «Questo non è sempre possibile ad esempio in un’impresa meccanica con pochi dipendenti».
È crollata la presenza degli agricoltori e la spiegazione è semplice: il paese si è trasformato in mezzo secolo, con sempre meno contadini. Erano 52 nel 1961, 23 nel 1980, venti nel 1994, e solo 15 oggi. L’Fdp aveva il suo bacino di voti tra gli agricoltori, ma il partito si è radicalmente trasformato già a partire dal 1969, quando il loro leader Walter Scheel lasciò i cristianodemocratici per passare con l’Spd di Willy Brandt. Tenendo conto che il Bundestag nei decenni si è ingrandito, dal 10% si è scesi all’attuale 2,4. «Siamo sottorappresentati», si è lamentato Bernhard Krüsten, dell’Associazione nazionale degli agricoltori, «ed è difficile condurre una politica efficace per le nostre campagne». Preoccupante anche il calo degli imprenditori, da 71 cinquant’anni fa ai 35 di oggi, con una percentuale del 7,5% inferiore a quella nazionale. «Una presenza ridotta che danneggia soprattutto le piccole e medie imprese, le società di famiglia, lamenta il loro rappresentante Brun-Hagen Hennerkes, per le grandi imprese è facile fare sentire la loro voce, mentre il governo non è sempre attento agli interessi dei piccoli».
Gli avvocati e i notai sono in percentuale i più numerosi: sono 80, contro i 33 di cinquant’anni fa, e i 64 del 1994, mentre i legali in Germania sono 160 mila (in alcune regioni si può essere allo stesso tempo avvocato e notaio). Avvocato era anche Gerhard Schröder che, dopo essere stato sconfitto da Frau Merkel, nel 2005, ha riaperto il suo studio nel centro di Berlino, lasciando ogni carica politica.
Un bene per l’attività legislativa? Non sembra: come in Italia, molte leggi sono mal fatte e vengono respinte dalla Corte Costituzionale.