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 2013  ottobre 18 Venerdì calendario

Napolitano sarà testimone nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia • Letta ottiene i complimenti di Obama • La crisi del sud • Migranti sepolti senza funerale • Recuperati resti dall’aereo caduto a Los Roques su cui viaggiava Vittorio Missoni • La fondazione Nobel fa risparmi • Mitterrand amava le ostriche, Chirac le lumache Napolitano Il capo dello Stato sarà interrogato come testimone nel processo per la trattativa Stato-mafia

Napolitano sarà testimone nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia • Letta ottiene i complimenti di Obama • La crisi del sud • Migranti sepolti senza funerale • Recuperati resti dall’aereo caduto a Los Roques su cui viaggiava Vittorio Missoni • La fondazione Nobel fa risparmi • Mitterrand amava le ostriche, Chirac le lumache Napolitano Il capo dello Stato sarà interrogato come testimone nel processo per la trattativa Stato-mafia. È la decisione della Corte d’assise di Palermo. In particolare i giudici vogliono fare luce sulle «preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio nella lettera del 18 giugno 2012»: questi scrisse in una missiva indirizzata a Napolitano di temere «di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi». Secondo i pm D’Ambrosio alludeva a indebite pressioni esercitate dall’ex vice presidente del Csm, Nicola Mancino, per bloccare l’azione dei magistrati a caccia di responsabilità sulla presunta trattativa Stato-mafia. Dal Quirinale fanno sapere che sono «in attesa di conoscere il testo integrale dell’ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale». Il ministro della Giustizia, Cancellieri, si è detta «perplessa» per la «scelta inusuale» dei giudici. Oltre al capo dello Stato figurano nella lista testi il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, e il Presidente del Senato Pietro Grasso. Governo Letta era a Washington a incontrare Obama. Tutto è andato bene: gli Stati Uniti hanno confermato che parteciperanno all’Expo 2015 e Obama gli ha fatto i complimenti per la fiducia ottenuta in Parlamento. Letta ha ricambiato felicitandosi per come il presidente americano sia riuscito a evitare il default. Mentre là si dicevano tutte queste cose belle, in Italia Mario Monti lasciava Scelta civica per entrare nel gruppo misto del Senato. Motivo: si è sentito sconfessato dai suoi undici senatori e dal ministro Mauro che hanno firmato una dichiarazione di sostegno al governo sulla legge di Stabilità (ha detto: «Non posso non intendere questa dichiarazione come una mozione di sfiducia nei miei confronti»). Poi ci si è messo anche Fassina, viceministro dell’Economia, che ha minacciato le dimissioni dal governo «se non cambiano due, tre punti di questa legge di Stabilità e se non vengo coinvolto». Sud Nel sud d’Italia nel 2012 il numero dei morti ha superato quello dei nati vivi. Nella storia del Mezzogiorno era accaduto soltanto due volte: nel 1867, pochi anni dopo l’unità, e nel 1918, anno dell’epidemia di spagnola. L’anno scorso sono emigrati dalle regioni meridionali in 112mila. Negli ultimi vent’anni hanno definitivamente lasciato il Sud 2 milioni 700mila persone. Fuggono i giovani, che sono il 70% di chi emigra, le donne (50%) e i laureati (25%). Il flusso di immigrati non riesce a compensare questo inesorabile esodo, considerando che vanno quasi tutti al Centro-Nord: sette persone su otto. Le proiezioni dicono che, continuando così, per il 2050 il Sud avrà perduto altri 4 milioni e 200mila abitanti. Nel 2012 il Pil procapite al sud è pari al 57,4% di quello del centro-nord: in media 17.264 euro contro 30.073. I più poveri in assoluto sono i calabresi, con 16.460 euro. Appena sopra quella soglia, i campani (16.462) e i siciliani (16.546). Il Prodotto interno lordo del Mezzogiorno è pari oggi al 30% di quello del resto del Paese: nel 2007, prima che la Grande depressione iniziasse, era il 31,1. Dal 2007 al 2012 il Pil meridionale è crollato del 10%, a fronte di un calo del 5,8% nel centro-nord (Rizzo, CdS). Lampedusa Ieri 385 migranti morti al largo di Lampedusa il 3 ottobre sono stati sepolti senza lapidi e senza nomi, a distinguerle solo dei numeri. S’era detto da tutte le parti che ci sarebbe stato un funerale di Stato, invece lunedì 21 ottobre si farà un saluto pubblico, alla presenza delle autorità del governo e delle istituzioni, con le bandiere italiane spiegate ma senza bare. Los Roques Si stanno recuperando i primi resti dei sei passeggeri del velivolo caduto in mare a Los Roques lo scorso 4 gennaio, su cui viaggiavano l’imprenditore Vittorio Missoni e la moglie, una coppia di amici, i due piloti venezuelani. I sommozzatori sono riusciti a riportare in superficie «alcuni campioni biologici». Poi le operazioni di recupero si rivolgeranno anche all’altro aereo, caduto esattamente un anno prima, sempre al largo di Los Roques. Nobel La fondazione svedese che gestisce il premio Nobel sta facendo risparmi: ha tagliato del 20% il valore dei premi (ora 900mila euro) e anche il banchetto per 1.300 ospiti sarà meno sfarzoso (le spese sono state ridotte di un quinto). Ma i risparmi potrebbero non bastare e forse in futuro saranno necessarie delle raccolte fondi. Il 94% del patrimonio della fondazione è ancora basato sulla donazione originale fatta da Alfred Nobel (nel 1895, 31 miliardi di corone, l’equivalente di 1,7 miliardi di corone attuali, quasi 194 milioni di euro). Il 51% è stato investito in azioni, il 16% in polizze assicurative a rendimento fisso e il 33% in altri prodotti finanziari. Con l’attuale crisi, però, i dividendi diminuiscono e c’è il rischio di dover intaccare il bottino originale: di qui l’idea della raccolta fondi (Ginori, Rep). Chef Va in pensione Bernard Vaussion, chef dell’Eliseo dal 1974. Rivela che Pompidou, che veniva dalla Francia profonda, adorava i piatti della tradizione, il gigot d’agnello e le cotture lunghissime. Valéry Giscard d’Estaing, al contrario, sponsorizzava la nouvelle cuisine, voleva leggerezza e cotture brevi. François Mitterrand adorava i frutti di mare e le ostriche (soprattutto quelle, rarissime, della varietà “pied-de-cheval”) ma non la cucina dell’Eliseo: si era fatto allestire una cucina privata nella quale lavorava per lui la cuoca Danièle Mazet-Delpeuch. Chirac era invece molto attento alla sua immagine di francese verace. Adorava la “choucroute” (una specie di casseula), le lumache all’aglio, l’agnello in salsa. Ma, a differenza della leggenda, non stravedeva per la testa di bue e preferiva la birra al vino. Nicolas Sarkozy è uno sportivo non buongustaio, voleva mangiare leggero, aveva bandito le carni rosse, stravedeva per il cioccolato ed era astemio (quando in tournée elettorale doveva visitare qualche cantina ciò che gli veniva servito era, in realtà, succo di ciliegie). A Hollande piace «tutto: il vitello, il bue, l’anatra, i piatti in salsa, il formaggio. Sono contento di finire con un gourmet» (Mattioli, Sta). Cucine Le cucine dell’Eliseo misurano 500 metri quadrati (ibidem). Statuina Nei supermercati Asda in Inghilterra basteranno 40 sterline per avere una statuina alta 20 centimetri con le proprie fattezze. Un addetto scansiona la persona con una macchinetta, il computer mette insieme tutte le immagini fino a costruire un ritratto tridimensionale, lo spedisce a una stampante 3D da cui, infine, esce il pupazzo (Franceschini, Rep).