Andrea Montanari, Milano Finanza 16/10/2013, 16 ottobre 2013
NIENTE FUSIONE CORSERA-STAMPA
Le sinergie tra Rcs e Mediagroup e la Editrice La Stampa saranno principalmente di natura industriale. Quindi si prosegue sulla strada della possibile integrazione delle concessionarie di pubblicità e su quella dell’individuazione di progetti comune sul front della stampa intesa come produzione e distribuzione dei giornali. La liaison dovrebbe - ma il condizionale è d’obbligo - fermarsi qua. La ventilata fusione tra i quotidiani Corriere della Sera e La Stampa non s’ha da fare. Nè ora, nè mai. Per non snaturare i due prodotti che hanno una storia, un pubblico e una penetrazione nettamente differente. Questa la tesi che avrebbe sostenuto ieri nel corso del consiglio d’amministrazione il direttore della testata milanese, Ferruccio de Bortoli, che doveva anche illustrare il piano editoriale del giornale. Una posizione che sarebbe stata condivisa all’interno del board concentrato ora sulla dismissione degli immobili di proprietà di via San Marco e via Solferino. Operazione che prosegue con la trattativa in esclusiva con il fondo Black-stone nonostante la posizione contraria dello stesso de Borloli, delle redazioni di CorSera e Gazzetta dello sport e delle Rsu dei poligrafici, pronti a far valere le loro ragioni fino in Fondo. Ma che la cessione dei due palazzi di Milano sia una priorità lo dimostra il fatto che sia lunedì al patto di sindacato sia ieri in cda si sia presentato Leo Civelli, ad della società di valutazione Reag Italia che avrebbe presentato lo stato dell’arte sulla perizia relativa ai valori di trasformazione della destinazione d’uso, da commerciale ed editoriale a residenziale degli immobili oggetto della trattativa tra Rcs e Blackstone. La salvaguardia dell’autonomia del Corriere e la fiducia al suo direttore, ribadita all’unanimità dai grandi soci del gruppo al momento dello scioglimento del patto, potrebbe controbilanciare l’operazione di cessione che non piace a giornalisti e poligrafici.
La grande novità annunciata dal cda del gruppo guidato dall’ad Pietro Scott Jovane è la nascita, su proposta di John Elkann, presidente di Fiat (primo socio di Rcs con il 20,55%), dell’In- ternational advisory council che si riunirà ogni anno con i vertici aziendali e il top management «per delineare e rispondere ai futuri scenari di sviluppo in una fase caratterizzata da forti cambiamenti, puntando sulle aree delle soluzione digitali, della creazione di community e della pubblicità». Membri su base volontaria del council, coordinato dallo stesso Elkann, sono Mathias Dopfner (Axel Springer), Xavier Niel (Iliad e Le Monde), Martin Sorrell (Wpp), Pietro Supino (Tamedia) e Robert Thompson (News Corp).
Ieri, infine, il consiglio ha cooptato il professore e avvocato Attilio Guarneri in sostituzione dello scomparso Giuseppe Rotelli. Guarneri era il secondo dei candidati della lista presentata dall’azionista Pandette (3,37%) che fa riferimento alla famiglia Rotelli e che ora è presieduta dall’ex manager di Rcs, Claudio Calabi. Ieri il titolo ha stornato perdendo oltre il 3%: forti i volumi dal momento che è passato di mano il 3,3% del capitale,