VARIE 16/10/2013, 16 ottobre 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - ANCORA SULLA FINANZIARIA O LEGGE DI STABILITA’
1 - SPREAD BTP CHIUDE IN CALO A 231 PUNTI BASE. DIFFERENZIALE SPAGNA A 236 PUNTI
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude in calo a 231 punti base, col tasso sul decennale al 4,24%. Nel corso della seduta il differenziale è anche scivolato sotto quota 230 punti per la prima volta da luglio 2011. Si riduce a 236 punti base il gap tra i titoli decennali spagnoli e gli equivalenti tedeschi, col rendimento dei Bonos al 4,28%.
REPUBBLICA.IT
ROMA - È di nuovo scontro aperto tra falchi e colombe all’interno del Pdl e la legge di stabilità finisce al centro della disputa. Il fronte governativo non cela soddisfazione per il risultato raggiunto, mentre i ’lealisti’ attaccano duramente quella che ritengono una manovra minimalista.
Il segretario Angelino Alfano non nasconde la soddisfazione per una legge che "non mette le mani nelle tasche degli italiani. Anzi, per la prima volta dopo molti anni, la pressione fiscale sui cittadini, famiglie e imprese diminuirà, passando nel prossimo triennio dal 44,3% del 2014 al 43,3% del 2016. Il Pdl, a quanto dice, si è dunque confermato ’sentinella anti-tasse’". Anche il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, giudica positivamente il provvedimento approvato dal Cdm, anche se ritiene che sono necessarie alcune correzioni. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, si congratula, invece, con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per aver evitato tagli alla sanità: "Il ministro è riuscita a far passare la giusta linea secondo la quale un taglio di questo tipo sarebbe stato devastante per il nostro sistema". Anche su altri aspetti, per Fabrizio Cicchitto, " si tratta di una manovra di politica economica equilibrata, che stabilizza l’Imu, che interviene sul cuneo fiscale, e che agisce su altre materie".
Pensa l’opposto Sandro Bondi, e con lui tutti i "falchi", che ha avvertito: "Di questa stabilità l’Italia può morire. Si tratta di infatti di un provvedimento che non aiuta l’economia a crescere e che prevede un aumento consistente delle tasse per ora abilmente cammuffate. Tutto questo non tarderà a venire alla luce". Non è categorica come Bondi, ma considera le misure approvate dal Consiglio dei ministri troppo minimaliste la portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati, Mara Carfagna. Le misure adottate sono "non adeguate ad affrontare la situazione economica, che è ancora grave, né a favorire il rilancio dei consumi...Serviva uno shock profondo attraverso un’aggressione più significativa della spesa pubblica. Questo non c’è stato e quanto fatto è insufficiente". Critica anche Daniela Santanché: "La legge di stabilità ha un approccio minimalista, lontano dalla svolta che serviva al Paese. Non risolve nessuno dei problemi, ma li sposta nel 2015 e nel 2016. Mi sembra che l’abitudine del governo sia quella di prendere tempo anziché risolvere i problemi".
"Credo che sia una manovra che vada apprezzata e credo che possa essere migliorata nel passaggio parlamentare e anche nel corso dell’anno", è il giudizio del segretario Pd, Guglielmo Epifani, che si dice soddisfatto per il fatto che "si redistribuiscono risorse alle famiglie e alle imprese". Poi ha aggiunto: "Non mi nascondo dietro un dito: pur prevedendo riduzioni fiscali e di tasse sul lavoro, le risorse che si mettono a disposizione nella legge di stabilità non sono quelle che si speravano". Nonostante questo, però, la manovra "va fortemente sostenuta". Il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, elogia il premier e sottolinea che "nelle condizioni date, va riconosciuto che il presidente Letta, senza il solito aumento del carico fiscale, ha fatto scelte serie ed eque su lavoro, giustizia sociale, investimenti".
Una manovra davanti alla quale Scelta Civica nutre alcune riserve, "anche se un giudizio approfondito e definitivo non è ancora possibile - dice il presidente Mario Monti -, perchè il testo del ddl non è disponibile". A lui fa eco il collega Gianfranco Librandi, che parla di "una manovra con la tremarella, che non servirà assolutamente a nulla", mentre il deputato e segretario Udc, Lorenzo Cesa, invita a ’’stringere i denti e andare avanti perché questa è la direzione giusta".
Critiche simili arrivano dala Lega, che boccia la legge di stabilità, reputandola una manovra inutile e dannosa e temendo che a giugno se ne debba fare un’altra correttiva. Una posizione ribadita dal responsabile Economia e Finanze della Lega Nord, Massimo Garavaglia.
Nichi Vendola (Sel), lamenta il fatto che il governo Letta nella legge di Stabilità "non affronta il dramma della diseguaglianza che è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi tre anni: dove sono i giovani? Dove sono le risorse che dovrebbero dare loro una prospettiva per il futuro? Siamo al terzo anno consecutivo del trionfo della propaganda, una cortina fumogena che cerca di occultare che l’Italia sta male a causa della crisi generata da queste politiche".
ANSA.IT (DAGOSPIA)
I sindacati affilano le armi sulla Legge Finanziaria, ma sul provvedimento va all’attacco anche il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi. Tra i rappresentanti dei lavoratori, il più esplicito e’ Luigi Angeletti: la Uil, dice, è "certamente pronta" a proteste "molto forti" ed anche allo sciopero contro le misure della legge di stabilità che riguardano il pubblico impiego: dal blocco dei contratti a quello del turn over, dal taglio degli straordinari alle misure sulla liquidazione.
Più cauta la Cgil con il segretario generale, Susanna Camusso: "Bisogna cambiare la legge di stabilità e decideremo tutte le cose utili per questo fine". "Sono sempre poco affascinata dai dibattiti di chi prima decide quali modalità e poi i perché", ha detto rispondendo a chi gli chiedeva se anche per la Cgil fosse necessario uno sciopero come evocato da altre organizzazioni.
’’I passi sarebbero anche nella direzione giusta ma ancora una volta non sono sufficienti per farci ritrovare la crescita’’, afferma Squinzi - Il provvedimento ’’non incide realmente sul costo del lavoro. Noi avevamo indicato come priorità assoluta il cuneo fiscale. Cosa fare? Non sono il primo ministro di questo Paese ma vorrei dire che ci vuole più coraggio’’. Per Squinzi non basta mantenere ’’lo status quo. Anche se ci sono passi nella direzione giusta che possiamo valutare positivamente non cambiano l’andamento economico né la visione del futuro del paese’’.
ANGELETTI BONANNI CAMUSSOANGELETTI BONANNI CAMUSSO
Quanto alle misure per gli statali, il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia, ha detto che ’’Nella legge non ci sono novità sui contratti rispetto a quanto già deciso per il pubblico impiego’’. ’’Il blocco della contrattazione per la parte economica - afferma D’Alia - è stato approvato dal consiglio dei ministri ad agosto, lo abbiamo trasformato in norma di legge’’.
Il Consiglio dei ministri ha approvato la Legge di Stabilità. Prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel triennio 2014-2016, di cui 11,6 nel solo 2014.
Il ministero dell’Economia ha inviato alla commissione a Bruxelles i tabulati della manovra per essere in regola con le linee dettate dagli accordi europei del Two Pack che stabiliscono la consegna entro il 15 di ottobre.
Nessun taglio alla sanità, riduzione del cuneo fiscale con 5,6 miliardi in dote alle imprese e 5 miliardi per alleggerire il peso del fisco sui lavoratori: sono queste le misure chiave della Legge di Stabilità che il governo Letta punta ad approvare in serata e che ’’per la prima volta - scandisce il premier - non comincia con una sforbiciata di tagli e di nuove tasse che servono per Bruxelles’’’.
saccomanni, alfano e lettasaccomanni, alfano e letta
E’ finito, dicono all’unisono il Presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni scesi in conferenza stampa durante una pausa dei lavori del Cdm per illustrare il pacchetto di misure, il tempo delle ’’mannaie’’ e ora l’Italia puo’ tornare a crescere: i conti pubblici sono infatti in ordine, è l’assicurazione che viene ribadita, a tal punto che il prossimo anno il deficit scenderà al 2,5% e la pressione fiscale scenderà di un punto in tre anni arrivando al 43,3%.
Oltre a non aver intaccato la sanità pubblica (cancellando nelle ultime 24 ore i taglio per 2,6 miliardi inizialmente previsti) l’altra novità è la decisione di una Legge di stabilità ’’in due tempi’’: ’’Abbiamo dovuto correre - ammette il premier facendo riferimento alla crisi di governo appena alle spalle - e ci saranno aggiustamenti che per forza di cose saranno messi a punto in Parlamento’’.
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In particolare a restare aperto è il capitolo sul lavoro: ’’la ’’ripartizione’’ dei 5 miliardi di taglio delle tasse ai lavoratori spetterà infatti alle Camere e alle parti sociali’’, spiega Letta. Il primo anno il cuneo vale 2,5 miliardi. Meno di quanto richiesto dalle parti sociali che tuonano immediatamente. Confindustria già prima del Cdm lamenta l’assenza di ’’segnali forti’’ o se anche questi non saranno destinati a diventare oggetto di trattativa. Subito dopo la conferenza stampa di Letta la Cgil diffonde una dura nota.
Ma ancora prima che il provvedimento approdi al Senato, da dove partirà l’iter, si può già immaginare che la discussione riguarderà anche altri nodi come quello delle risorse per i Comuni. Per l’allentamento del patto di stabilità infatti arriva solo un miliardo in investimenti contro i due attesi e anche sul fronte della nuova Service tax il finanziamento messo nero su bianco è solo la metà di quello previsto nelle bozze (1 miliardo anche in questo caso).
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Cosi’ come non convincerà tutti la scelta di non incrementare la tassazione delle rendite finanziarie che ancora nelle ultime bozze doveva salire dal 20 al 22%. Ed e’ rinvio anche per un altro capitolo, quello dell’Iva. Un tema su cui però il governo si impegna a discutere con il Parlamento nei prossimi mesi, assicura di nuovo il premier che ricorda con orgoglio come d’altro canto il governo si sia concentrato sul finanziamento del sociale a partire dalle cooperative e dal rifinanziamento del 5xmille. D’altro canto, osserva non senza ironia il presidente del Consiglio: ’’Molti avrebbero sperato che potessimo stampare moneta’’, ma non ’’ne siamo capaci né io né il ministro Saccomanni’’.
COMMENTO DAGOSPIA
1. UNA SLOT MACHINE CHIAMATA STABILITA’
Un gigantesco sughero con gli occhiali si aggira per l’Europa. Aspenio Letta ha fatto il suo bravo compitino insieme al fido Saccomanno Saccomanni, banchiere centrale prestato forzosamente alla nazione, e adesso spera di galleggiare fino al 2015. La Legge di stabilità imposta dall’Europa promette (tenetevi forte) un calo della pressione fiscale di un punto percentuale nell’arco del triennio, per attestarsi al 43,3% in rapporto al Pil. Ma se ne siete capaci, trovate sui giornaloni quali sono le previsioni di crescita del Pil formulate dal governino di Larghe Attese. Così, tanto per capire quanto vanno a tentoni e se ci stanno prendendo per il sedere.
Per il resto, mance di facciata a imprese e lavoratori dipendenti e solite marchette a banche e assicurazioni. In attesa dell’ulteriore scempio alle Camere, la manovra triennale di Lettanipote è la perfetta rappresentazione di uno Stato privo di coraggio e che passa il tempo alle slot machine pigiando tasti e numeri a casaccio. Slot machine con le quali, per altro, crede pure di mantenersi a spese dei suoi cittadini.
ENRICO LETTA E ANGELA MERKELENRICO LETTA E ANGELA MERKEL
2. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
La grande paraculata democristiana del governino è stata la "fuga di notizie" della vigilia su presunti tagli alla Sanità, che poi invece sono eroicamente rientrati. Ci casca in pieno la Repubblica degli Illuminati, che titola a tutta prima "Letta: meno tasse, salva la sanità. Manovra da 11,6 miliardi, critiche da Confindustria e Cgil". Dentro, si passa a casa e lavoro: "Prime abitazioni, addio Imu, la Trise sarà meno pesante ma le detrazioni sono sparite. Stangata sulle seconde case. Prorogati i bonus edilizi" (p. 4) e "Dipendenti, 100 euro a testa. Ecco l’aumento delle detrazioni. Sgravi fiscali a chi assume. Nel 2014 il cuneo fiscale si ridurrà di 2,5 miliardi" (p. 6).
Il Corriere delle banche si permette qualche critica: "Pochi tagli e mini aumenti in busta paga", è il titolo in prima pagina. Accompagnato da un editoriale di Enrico Marro che parla impietosamente di "cifre sull’acqua". Da incorniciare il punto 10 del riepilogo della manovra (p. 3) in cui la marchetta di Aspenio Letta alle banche sulle "sofferenze" viene presentata come un favore alle imprese, che così potranno avere più credito. Ci resta male anche la Stampa del Lingotto in fuga: "Il mini-sconto delude le imprese. Confindustria e sindacati chiedevano 10 miliardi sul cuneo fiscale, la legge si ferma a due e mezzo" (p. 3).
LORENZIN E QUAGLIARIELLO MANGIANO IL GELATO FOTO LAPRESSELORENZIN E QUAGLIARIELLO MANGIANO IL GELATO FOTO LAPRESSE
Preoccupato il Menzognero de Roma: "Tagli agli statali, mini-sgravi sul lavoro" (p. 1). Che però spiega in un retroscena la tattica di Aspenio: "Manovra in due tempi per blindare il governo. Il premier tra decadenza di Berlusconi e congresso Pd sceglie di evitare altre tensioni. Le misure in dettaglio rinviate alle Camere. ‘Ma i saldi finali dovranno restare invariati" (p. 5).
3. NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Europa banco-centrica. Governo anche. Ecco l’ultima: "Estratti conto, il bollo sale al 2 per mille. Per banche e assicurazioni agevolazioni per le perdite sui crediti: diventano deducibili in cinque anni. L’aumento doveva fermarsi all’1,65% per mille ma ora deve coprire anche il mancato inasprimento sulle rendite" (Sole, p. 14).
Ignazio ViscoIgnazio Visco
Intanto, a proposito di crediti "deteriorati", non a caso si muove perfino Bankitalia: "Nuove ispezioni di Visco. I crediti di Intesa Sanpaolo e Unicredit sotto la lente della vigilanza" (p. 35). Che prestare tutti quei denari a Ligresti, Rcs, Alitalia, Zaleski, Telecom e compagnia traballante non sia stato un buon affare?
TRISE E IL RESTO
Che cos’è la Trise?
È la nuova tassa rifiuti e servizi con la quale dal prossimo anno dovranno imparare a fare i conti tanto i proprietari di casa che gli inquilini. La componente rifiuti è simile alla vecchia Tarsu e si chiamerà Tari, l’altra componente, denominata Tasi, è invece nuova di zecca e finanzierà i servizi indivisibili, cose come strade, illuminazione e sicurezza, che oggi pagavamo con le restanti tasse. Un balzello in più, insomma, che andrà in parte a sostituire l’Imu sulle prime case, abrogata dalla legge di stabilità.
Si pagherà sulla prima casa?
La componente rifiuti sì, quella sui servizi saranno i comuni a decidere se e quanto farla pagare sulle abitazioni principali.
Chi la paga?
La Tari sui rifiuti continuerà a pagarla chi occupa l’immobile, quindi il proprietario se ci vive o l’inquilino. La seconda componete sui servizi (Tasi) sarà dovuta invece in massima parte dai proprietari mentre gli inquilini dovranno versarne una quota che potrà variare tra il 10 e il 30%, a scelta dei Comuni.
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Come si paga?
Anche se divisa in due si paga tutta insieme in quattro rate, probabilmente il 16 di gennaio, aprile, luglio e dicembre.
Come si calcola?
Il discorso si complica. La Tari sui rifiuti sarà parametrata alla superficie dell’immobile e al numero dei componenti della famiglia. La tariffe varieranno da comune a comune ma dovranno coprire per intero il costo del servizio smaltimento rifiuti. Cosa che oggi non avviene. Si pagherà di più. La componente servizi (Tasi) si calcolerà, a scelta dei comuni, o sulla rendita catastale rivalutata del 65%, così come per l’Imu o sui m2.
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Definita la base imponibile si pagherà l’uno per mille sulla rendita o un euro a metro quadrato. Quote che i comuni possono aumentare, con un limite: la Tasi non dovrà comunque costare più dell’aliquota massima dell’Imu maggiorata dell’uno per mille. Ossia non dovrà superare il 7 per mille sulla prima casa e l’11,6 per mille sulle seconde.
Sono previste agevolazioni sui rifiuti?
La tariffa sarà ridotta per chi fa la raccolta differenziata. La Tasi diventa poi mini se il servizio raccolta rifiuti non è svolto o è interrotto per motivi sindacali. In questo caso si deve solo il 20%. Tariffe ridotte saranno fissate dai comuni anche per single, per chi vive oltre sei mesi in altra abitazione e per i fabbricati rurali ad uso abitativo.
Chi continuerà a pagare la vecchia Imu?
Tutti i proprietari di seconde case, più chi vive in dimore principesche, classificate A1, A8 e A9. Per tutte le altre prime abitazioni l’Imu nel 2014 è abrogata. L’Imu si continuerà a pagare anche per capannoni industriali e opifici ma sarà deducibile al 50% dall’Ires.
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Che fine farà la nuova tassa sui rifiuti Tares?
Ballerà solo un giorno, quando bisognerà pagarla a dicembre per il 2013. Poi farà posto alla Trise, o meglio, alla sua costola Tari.
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Con la nuova Trise si pagherà più o meno di prima?
Dipende a che anno ci si raffronta. Rispetto al 2012, quando si pagava l’Imu sulle prime case, meno. Rispetto a quest’anno, già Imu esente sulle abitazioni principali, di più. I calcoli li ha fatti per noi il Servizio politiche territoriali della Uil e per una abitazione di 100 mq accatastata A2, abitata da una famiglia di 4 persone, rispetto al 2012 si pagheranno 84 euro in meno, rispetto a quest’anno bisognerà sborsare 85 euro in più.
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A Bologna per lo stesso tipo di abitazione e con lo stesso numero di familiari il prossimo anno si pagheranno 158 euro in più, a Genova 130, a Milano169 e a Napoli 120. Ovviamente pagheranno sempre e comunque di più le seconde case, dove all’Imu si sommerà anche la Trise.
Che succede a chi possiede una casa e la tiene sfitta?
Che subirà una vera stangata perché, a sorpresa, nella bozza di legge di stabilità oltre a Imu e Trise spunta anche il ritorno dell’Irpef, anche se in misura inferiore rispetto ai tempi dell’Ici. La casa sfitta "farà reddito" nella misura della rendita catastale rivalutata del 17% anziché del 34. I conti li ha fatti sempre la Uil e dicono che per una casa di dimensione media in una grande città, chi ha un reddito di 40mila euro finirà per pagare 114 euro in più di Irpef, che sommati a Imu e Trasi fanno un aggravio di quasi 200 euro.