16 ottobre 2013
VITERBO
Erano le 3,30 alla stazione dei carabinieri di Barbarano Romano, nel Viterbese, quando è arrivata una telefonata: «Venite, ho ucciso la mia compagna».
I militari lo hanno trovato lì ad aspettarli, lucido, mentre mostrava loro quel corpo in una pozza di sangue sul letto. Il colpo mortale è stato una coltellata alla gola, inferta con una lama da cucina affilata e appuntita. Ma i fendenti cui cui Antonio Matuozzo, 65enne di origini napoletane, stanotte ha ucciso la convivente Anna Maria Cultrera, 52enne viterbese, sono stati oltre dieci.
L’omicidio - o meglio «il primo femminicidio dopo l’approvazione della legge, purtroppo per noi», sottolinea il sindaco Rinaldo Marchesi - è avvenuto in un appartamento al primo piano della via centrale di Barbarano Romano, viale IV Novembre, dove i due abitavano da appena sei mesi. Secondo una prima ricostruzione, la donna potrebbe essere stata uccisa nel suo letto, visto che non ci sarebbero segni evidenti di colluttazione. Per cui all’accusa di omicidio volontario si potrebbe aggiungere anche la premeditazione. Le indagini sono in corso, coordinate dal pm Fabrizio Tucci: l’uomo è stato interrogato fino a mezzogiorno nella caserma dei carabinieri di Ronciglione e ora si trova al carcere di Mammagialla a Viterbo.
Matuozzo: pensionato, separato, un’accusa di molestie sessuali risalente a quattro anni fa per cui aveva subito una misura cautelare restrittiva. Cultrera: pensionata (ex dipendente di Poste italiane), divorziata. Entrambi con figli grandi arrivati dalle precedenti esperienze affettive. Tra loro, secondo i militari, non c’erano state tensioni, nessuna comunque che potesse lasciar presagire quanto accaduto. Ufficialmente l’omicidio è «per futili motivi», spiegano i carabinieri, che non vanno oltre. A Barbarano Romano si pensa però che la causa possa essere riconducibile alla gelosia, forse alla possibilità che la donna volesse mettere fine al rapporto dopo sei anni di convivenza, che l’uomo ha invece chiuso attraverso una lama lunga 21 centimetri. Il paese, poco più di mille abitanti, è sconvolto. La coppia viveva in maniera molto riservata. «Solo buon giorno e buona sera - raccontano alcuni residenti - per quel poco che ne sappiamo erano due persone tranquille». Lei aveva lavorato in vari uffici postali della provincia. «Ho conosciuto il padre di lei, gran brava persona - dice Aldo Fabbrini, consigliere comunale del Pd a Viterbo e dipendente anche lui delle Poste - Anna Maria invece la conoscevo poco, ma la ricordo come una persona molto riservata».
Stamattina a Barbarano Romano si sarebbe dovuto riunire il consiglio, «maggioranza e opposizione - commenta il sindaco - hanno però concordato che non era il caso. Matuozzo e Cultrera erano spesso in casa, si vedevano poco in giro ma nessuno ne ha mai parlato male. Oltre al dispiacere per quanto successo, c’è anche un lato di amarezza: non volevamo diventare famosi per il primo caso di femminicidio dopo l’approvazione della legge». (12 ottobre 2013)