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 2013  ottobre 16 Mercoledì calendario

NELLA CAPITALE IL PRIMO GRUPPO FI CHE METTE IN IMBARAZZO CICCHITTO


Roma. La Capitale d’Italia e il cuore politico del Paese. Normale che qualsiasi pulsione assuma inevitabili connotazioni nazionali. Anche se avviene a livello comunale o addirittura municipale. Perché Roma da sempre è un laboratorio politico. Così non stupisce che il primo gruppo della rinata Forza Italia sia nato nel Municipio I, quello del Centro Storico e di Prati.
A trasformare la denominazione del gruppo consiliare municipale da «Popolo della Libertà Berlusconi per Alemanno» in Forza Italia è stato una ventina di giorni fa lo zelante capogruppo Luca Aubert. Consigliere uscente dell’ex XVII Municipio (quello di Prati, accorpato al Centro Storico), primo degli eletti alle ultime amministrative. Attivissimo nell’opposizione al minisindaco Alfonsi (Pd). Ma, soprattutto, Luca Aubert è legato al coordinatore romano del Pdl Gianni Sammarco. Alleato a sua volta a Fabrizio Cicchitto - numerose e recenti le convention organizzate assieme. Desta così scalpore la decisione di cambiare il nome del gruppo, di passare da Pdl a Fi. Perché è sì vero che Aubert l’ha presa prima della spaccatura consumatasi in Senato all’interno del Pdl sulla fiducia al governo Letta. Ma è altrettanto vero che Cicchitto non ha mai fatto mistero di non essere d’accordo con la rinascita di Forza Italia, il nido dei falchi. È stato, del resto, proprio l’ex capogruppo alla Camera a raccogliere le famose 26 firme per creare a Montecitorio un gruppo autonomo. E tra esse non c’era quella di Sammarco. «Mentre Cicchitto dice che prima del passaggio da Pdl a Fi "bisogna chiarire molte cose" i suoi al Municipio Roma I fondano il gruppo Fi», sintetizzava tre giorni fa su Twitter Lucio D’Ubaldo, ex senatore Pd e ora capogruppo della Lista Marchini proprio nella circoscrizione del Centro Storico.
Il tema politico è tutto qui. Cicchitto sapeva dell’iniziativa? O, almeno, ne era stato informato il coordinatore romano Sammarco, legato all’ex capogruppo a Montecitorio e Cesare Previti? Con i colleghi consiglieri, Aubert ci ha scherzato su: «Adesso aspetto che mi chiami Berlusconi». E a chi gli ha chiesto se l’iniziativa politica fosse stata concordata col segretario romano ha risposto che sì, Sammarco ne era al corrente, che anzi lo ha esortato a procedere perché «dobbiamo essere i primi» a ricostituire Fi. Lo stesso Sammarco che non ha firmato per la costituzione del gruppo autonomo, ma che a mezzo comunicati stampa elogia Alfano sulle primarie. Che lui avrebbe voluto fare sin dalle scorse amministrative. Oggi con chi sta Sammarco? Tutti dicono che l’alleanza con Cicchitto è solida. Anzi di più. In ballo ci sono gli accordi per le europee e gli equilibri territoriali. Perché all’orizzonte potrebbe esserci una scissione del Pdl romano e laziale. Dietro la dura reprimenda all’ex vicesindaco e capogruppo Pdl Sveva Belviso sull’attacco al sindaco Marino per il caso Priebke ci sarebbe proprio la resa dei conti interna. Da una parte lei, legata al senatore Andrea Augello (cioè alle colombe alfaniane). Dall’altra gli uomini di Gianni Sammarco: Cantiani, Pomarici e Tredicine più Bordoni. La poltrona di capogruppo in Campidoglio della Belviso vacillerebbe. A vantaggio di Sammarco. Anche se, dicono nel Pdl, lo scontro non riguarderebbe gli assetti nazionali, ma avrebbe dinamiche e caratterizzazioni tutte interne all’Assemblea Capitolina. L’asse Cicchitto-Tajani-Sammarco sarebbe quindi blindato a favore delle colombe. E benedetto dallo stesso Previti. Un’ambiguità di fondo però resta.
E in Consiglio regionale? Anche qui c’è chi giura che il Pdl sia prossimo a dividersi. Ma per fare un nuovo gruppo servono almeno tre consiglieri. Palozzi e Gramazio (legati a Polverini e Gasparri) dalla parte dei falchi, gli uomini di Tajani (Abbruzzese, Sabatini, Simeone, Aurigemma), De Lillo (vicino ad Augello) e Di Paolo (marito della Saltamartini) con le colombe, più Cangemi (cioè ancora Sammarco). Tutti in attesa, per ora, del redde rationem nazionale.
Luca Aubert. Improvvido politico locale o audace testa di ponte? Di certo lui ha il «cuore al centro». Ma il blog «Questi moderati» lo ricorda per il doppio dito medio alzato ai tifosi della Roma - lui laziale doc - il giorno della finale di Coppa Italia vinta dalla Lazio col gol di Lulic. «Ma sto Aubert è quel sobrio personaggio che si è fatto immortalare mentre dispensava diti medi all’Olimpico?», la domanda su Twitter. «Sì, proprio quello, attenzione però che quel dito ancora cerca un posto dove essere infilato...», la sua risposta. Tutti avvisati. Falchi e colombe.
Daniele Di Mario