Nino Sunseri, Libero 16/10/2013, 16 ottobre 2013
ALITALIA PREPARA LA DOTE PER I FRANCESI
L’assemblea di Alitalia ha approvato nella notte l’aumento di capitale fino a 300 milioni e già oggi arriveranno i primi soldi (mentre i 20 consiglieri lasceranno l’incarico a ricapitalizzazione conclusa). Servono per mandare avanti la compagnia che altrimenti rischia di fermare l’attività. Metteranno sicuramente le mani al portafoglio la famiglia Benetton (attraverso Atlantia possiede l’8,86%) che metterà 25 milioni. Poi Roberto Colaninno con Immsi (7,1%) e Intesa (8,9%). Inoltre la banca, insieme a Unicredit garantirà un finanziamento ponte di cento milioni in attesa che arrivino tutti i soldi.
Ma gli occhi sono puntati su Massimo Sarmi. L’amministratore delegato di Poste è il “pivot”di tutta la costruzione. Deve emettere 75 milioni che servono a chiudere l’aumento di capitale. Nel pomeriggio è volato a Parigi per convincere Air France a sottoscrivere la propria quota del 25% ed eventualmente aumentare il suo pesoCercherà di strappare condizioni meno dure di quelle dettate finora dal colosso franco-olandese.
«L’obiettivo è giungere in tempi brevi ad un’integrazione della compagnia in un grande operatore internazionale », ha dichiarato ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni.
I francesi hanno votato a favore dell’aumento ma stanno ancora cercando di capire i contorni della riorganizzazione prima di decidere. La posizione è 50-50 al momento. Il piano industriale è giudicato inadeguato e le condizioni non sono state soddisfatte: in particolare in termini di ristrutturazione del debito. Da Parigi era già trapelata una certa insoddisfazione per la scarsa trasparenza dell’operazione che ha portato all’ingresso di Poste «Alla fine aderiranno all’aumento tutti tranne gli assenti» dice una fonte citata da Reuters ipotizzando che alla fine anche Air France- Klm sarà della partita. All’appello assembleare mancavano: Gavio, Riva, Fonsai e Totoma dai diretti interessati non è stato possibile avere commenti.
Secondo il Sole 24-ore, in assemblea sarebbe stato deciso di prendere come riferimento un valore della compagnia aerea fra 0 e 50 milioni, rispetto alla forchetta 0-150 milioni suggerita da Credit Suisse.
Manca chiarezza anche sul convertibile approvato a febbraio. Non è stata comunicata la disponibilità dei soci alla conversione del prestito da 150 milioni, sottoscritto per 90.
Il regolamento dell’emissione prevede la possibilità per i sottoscrittori di richiederne la restituzione in contanti dopo un anno o alla scadenza con un interesse dell’8%. Quindi se non è stato dato il via libera alla trasformazione da obbligazioni in azioni una parte del nuovo capitale dovrà essere tenuta da parte per fronteggiare possibili richieste di rimborso.
Decisione presa, invece, per quanto riguarda gli amministratori. Si presenteranno dimissionari alla prima assemblea dopo la chiusura dell’aumento di capitale per prendere atto «del possibile mutamento degli assetti proprietari».
Il governo cerca di proteggere il possibile ingresso di Poste in Alitalia. A margine dell’Ecofin di Lussemburgo Saccomanni ha definito «frettolosa » l’accusa di protezionismo: «Non ci sono particolari atti che sono stati fatti».
I concorrenti però non la pensano così. International Airlines Group che riunisce British Airways, Iberia e Vueling, ritiene l’intervento di Poste «illegale» ed è pronta a dare battaglia a Bruxelles.
Il portavoce del commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha detto di non aver ricevuto ancora alcun esposto. Proprio per questo non vuole anticipare nessun verdetto. Anzi è stato piuttosto amletico: «Per stabilire se un’entità pubblica si comporta come un investitore normale occorre verificare se altri investitori privati intervengono allo stesso modo sulla base di mere considerazioni di mercato».
In ogni caso la speranza degli italiani è quella di non dover costringere Poste a intervenire. Serve l’adesione dei francesi. O di qualche altro. Ma al momento non si sa chi.