Antonio Caperna, il Messaggero 16/10/2013, 16 ottobre 2013
QUEL TERRIBILE FISCHIO NELLE ORECCHIE
IL DISTURBO
Anche un bacio mette a rischio il nostro udito. Un gesto affettuoso, infatti, può rappresentare un pericolo in grado di scatenare la comparsa di un acufene. Quel disturbo sonoro fatto di fischi, sibili, tintinnii, pulsazioni, soffi fino a rombi veri e propri o rumore di acqua che bolle. Si manifesta all’improvviso in un orecchio o in tutti e due. Ma anche la testa pare essere invasa da ronzii e da fischi.
«Può sembrare strano ma lo schiocco che segue il bacio accanto all’orecchio nell’abitudine di salutarsi o delle mamme sull’orecchio dei bambini può determinare questo problema. Nella quasi totalità dei casi per fortuna si risolve nel giro di poco tempo - spiega Alessandro Martini, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Organi di senso e ordinario di Otorinolaringoiatria all’università di Padova - Da ricordare che l’acufene è molto soggettivo, perché dipende anche dalla soglia di sopportazione delle persone. Come i rumori stessi».
LA NEVROSI
Spesso c’è una grande differenza tra la fisionomia del disturbo misurato in laboratorio e il fastidio che percepisce il paziente. Come dire, il danno è piccolo ma il malessere nella vita quotidiana è insopportabile. A volte è così insistente da compromettere le azioni più banali: difficoltà di concentrazione, insonnia, ansia, depressione. Situazioni quest’ultime che con la nevrosi sembrano predisporre proprio a soffrire di acufeni, secondo uno studio, pubblicato su “Science Direct”, del National Institute for Health Research (NIHR) - Hearing Biomedical Research Unit di Nottingham.
In Italia il 17% delle persone soffre di fischi all’orecchio e la percentuale sale al 30% se consideriamo la fascia di età sopra i 65 anni. Inoltre «qualsiasi calo dell’udito si può accompagnare ad acufene e non dipende dal grado di sordità», sottolinea lo specialista. Alcune occasioni del tempo libero come le feste, i concerti, le corse automobilistiche o gli eventi sportivi possono danneggiare le orecchie, in particolare quelle dei bambini. «In Europa ci sono circa cinque milioni di persone con un danno uditivo, per colpa dell’utilizzo sbagliato di ipod e mp3», aggiunge Martini. Tra le altre cause dei fischi nell’orecchio ci sono i traumi acustici (acuti o cronici), l’utilizzo di alcuni farmaci, otiti o altre malattie come sinusiti, alterazioni temporo-mandibolari o semplicemente un accumulo di cerume nel condotto uditivo.
SUONO RITMICO
Si tratta di una patologia che può interessare le cellule della coclea, il nervo acustico o le aree uditive cerebrali responsabili dell’elaborazione del suono. Dal punto di vista genetico sembra ci sia una predisposizione ereditaria. «Chi è colpito da acufene pulsante, cioè da un suono ritmico che di solito va a tempo con il battito cardiaco, deve rivolgersi al medico. Anche se non è frequente infatti alcune delle sue cause sono note e potrebbero esser legate a ipertensione, soffio al cuore, anomalie vascolari», sottolinea l’Associazione americana acufeni (Ata). Una soglia raccomandata è inferiore a 85decibel, corrispondente a un rumore medio di traffico. Per valori più alti è consigliata una protezione come nell’uso della falciatrice, della motosega, durante i concerti rock o più semplicemente del pianto di un bambino, che si posiziona intorno ai 110db. Di più forte c’è solo il martello pneumatico e il jet. Infine dal punto di vista terapeutico non esistono farmaci specifici. Se ha alle spalle altre cause, è possibile eliminare preventivamente queste patologie.
Antonio Caperna