Il Sole 24 Ore 16/10/2013, 16 ottobre 2013
NON DI SOLO CALCIO SI TRATTA
Un’importante famiglia che ha legato il suo nome, tra le altre attività, anche a un’azienda di un campo in cui gli italiani se la sono sempre cavata bene vende a una cordata di soci capitanati da un magnate di un Paese in ascesa economica. Il patron italiano fissa dei paletti, ipoteca un po’ di futuro anche con contratti e scelte strategiche, tratta duro fino alla fine e fino alla virgola, resta con un piede, anzi più, in società, mentre sullo sfondo s’avanza un’ipotesi di quotazione in Borsa. Il patron vigila con puntiglio e poi passa il controllo con la dose giusta di malinconia. Scommette su nuovi mercati attenti all’Italia e punta sul marketing e il merchandising verso mondi amanti dei nostri campioni nazionali, fa arrivare liquidità in un momento di sofferenza, internazionalizza sempre più una ditta che ha la vocazione internazionale perfino nel nome. Del resto, della ditta in questione c’è qualcosa che dall’Italia non se ne potrà mai andare, c’è un’italianità che nessun socio o giocatore straniero potrà cancellare. Bastano poche righe per capire che non di solo calcio si tratta.