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 2013  ottobre 16 Mercoledì calendario

SUSANNE HA GUADAGNATO UN MILIARDO

Susanne ha guadagnato un miliardo di euro nell’ultimo anno. Per sua fortuna è tedesca, e non francese. Non dovrà pagare tasse punitive perché ha superato il reddito di un milione all’anno, considerato dai socialisti di Hollande come la frontiera tra buoni e cattivi. Frau Susanne Klatten, 51 anni, è chiamata Lady Bmw, perché possiede un notevole pacchetto azionario della «casa» di famiglia, cioè dei Quandt.

Trent’anni fa, ereditò dal padre, e nel frattempo i titoli hanno quadruplicato di valore, e non è merito suo.

Ma ha saputo investire il patrimonio, per esempio nella società chimica Altana, con una sezione farmaceutica, e lo ha fatto fruttare molto meglio del fratello. È la donna più ricca della Germania: l’anno scorso il suo patrimonio valeva 9 miliardi di euro, oggi supera i dieci. A Monaco non partecipa agli avvenimenti dell’high society, ma da noi è diventata famosa perché rimase vittima del playboy svizzero Sgarbi (solo omologo del critico d’arte Vittorio) che pretese 5 milioni di euro per il suo silenzio da gentiluomo. È quanto lei guadagna in due giorni, ma lo denunciò sfidando lo scandalo. Episodio da ricordare perché dimostra il suo carattere, e le sue doti. Per il resto, perché non dovrebbe comportarsi come qualsiasi uomo? Affari suoi.

Frau Susanne e i suoi colleghi miliardari sono al centro dei colloqui tra la Cdu/Csu della Cancelliera e i socialdemocratici per giungere alla nuova Grosse Koalition. Il punto spinoso sono le tasse: il ministro delle Finanze, Wolfgang Schauble, sostiene che le casse dello stato non hanno bisogno di altri quattrini. La sinistra, invece, vuol tassare i besseverdiener, cioè chi guadagna di più. A partire da chi supera gli 80 mila euro lordi all’anno. I verdi vorrebbero partire da 60 mila. La Linke vorrebbe imitare Hollande, chiudendo gli occhi sul fallimento di Parigi, simbolizzato dal caso Depardieu, l’attore che ha deciso di diventare russo per sfuggire alla «rapina».

La Bild ha pubblicato, nei giorni scorsi, una pagina con i 500 ricchi di Germania, con Frau Susanne al quinto posto, e prima tra le signore. E sul podio troviamo tutti nomi di famiglia, come gli Abrecht, padroni della catena di distribuzione low cost «Aldi». Naturalmente le tasse per la signora Klatten non vanno calcolate sull’incremento azionario, ma sull’effettivo reddito. E già adesso paga il 43%, che i socialdemocratici vorrebbero portare al 49%. Ma le imprese familiari, soprattutto quelle medio piccole, sono minacciate dalle tasse di successione, che la sinistra vorrebbe inasprire. In certi casi porterebbero alla chiusura delle aziende.

La discussione sui ricchi da colpire o da risparmiare è anche di natura religiosa. Mentre per noi cattolici i ricchi sono sempre dei peccatori, per i luterani dipende: se hai fatto soldi, vuol dire che Dio ti ha voluto aiutare, se hai commesso dei reati dovrà essere dimostrato, non è scontato «all’italiana». Ma il ricco ha il dovere di impiegare in parte la ricchezza ottenuta con il favore divino per il bene comune: le tasse quindi, più che colpire i guadagni in sé, cercano di guidare la spesa, con esenzioni e agevolazioni. Ieri più di oggi, ma per gli economisti tedeschi, anche di sinistra, dare la caccia ai «Paperoni» potrebbe frenare la produzione, danneggiare l’occupazione.