Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 16 Mercoledì calendario

LA PEZZOPANE SI CONVERTE A RENZI

Ai militanti renziani che gestiscono la pagina Facebook «L’Aquila per Matteo Renzi», la conversione last minute della senatrice Stefania Pezzopane, 53enne di Onna (Aq), già segretaria della Fgci di Roma, poi anche presidente della Provincia aquilana, non è andata giù.

La conversione per Renzi, appunto. Forse perché la Pezzopane era una «ultrà» di Pier Luigi Bersani alle primarie del 2012 o forse perché, passare armi e bagagli al Rottamatore a congresso iniziato, sottoscrivendone la candidatura, è parso davvero troppo. Senza grandi voli pindarici, l’altro ieri, quando la notizia si è sparsa, i rottamatori del capoluogo abruzzese hanno pubblicato il link a un’intervista del marzo scorso, in cui la senatrice parlava del sindaco di Firenze in termini non troppo lusinghieri: «Renzi? Potrebbe essere vecchio per quando si tornerà a votare», rispondeva a quelli di Un giorno da pecora di cui era ospite. Più tranchant la Pezzopane era stata a novembre 2012, durante le primarie. Facendo sfoggio di osservanza bersaniana, la presidente della Provincia aveva solennemente scritto sulla sua pagina Facebook che «da aquilana» avrebbe votato per l’allora segretario del Pd. Nella sua articolata riflessione del 6 novembre, aveva usato contro Renzi un argomento un po’ spiacevole: la solidarietà a L’Aquila terremotata. «A fianco a noi fin dal 6 aprile», aveva scritto, «con gesti concreti e con una carica di grande e umana solidarietà, ci sono stati Vasco Errani, Nicola Zingaretti, Mariarita Lorenzetti, Mercedes Bresso, Lorenzo Dellai e altri ancora anche del centro destra». Al contrario Renzi, «non è mai venuto all’Aquila e sarebbe abbastanza stravagante se venisse ora, magari a chiedere agli aquilani di votarlo alle primarie». Una scudisciata pesante: «Sarebbe stato importante», aveva continuato, «dimostrare nei momenti difficili della vita di questa città una vicinanza agli aquilani così come hanno fatto con gesti concreti, affetto e vicinanza tanti amministratori. Non so perché il sindaco di Firenze non abbia ritenuto importante occuparsi della vicenda aquilana. Ci è molto più facile», aveva concluso, «votare e sostenere chi (Bersani, ndr) abbiamo conosciuto nei momenti difficili e chi ha saputo difenderci e sostenerci in dure battaglie contro il governo Berlusconi e per ottenere risultati dall’attuale governo Monti».

Nell’annunciare, nei giorni scorsi, il proprio supporto a Renzi nella lunga corsa verso il Nazareno, sede nazionale Pd, Pezzopane s’era spinta un po’ oltre il legittimo, agli occhi di molti militanti democrat, cambio d’opinione. Firmando la candidatura di Renzi, la senatrice s’era lasciata andare a qualche critica in libertà nei confronti di quanti, alle primarie vinte da Bersani, stavano col Rottamatore. «I renziani della prima ora hanno perso», aveva detto ai microfoni di Abruzzo web, «c’era bisogno di fare alcune cose e Renzi le ha fatte. Con renziani della prima ora si perdeva, quindi c’è bisogno di renziani nuovi e io sono una nuova renziana».

Oltre ai già citati supporter abruzzesi del sindaco di Firenze, anche molti sostenitori del della prima ora che popolano Twitter, non hanno preso bene l’uscita della Pezzopane.

Uno dei primi a riproverarle l’eccessiva disinvoltura è stato uno dei più giovani e popolari renziani sul social network veloce, il 17enne fiorentino Marco Pierini, che parlò alla Leopolda l’anno scorso, e non poté votare alle primarie a causa delle norme blindate volute dalla segreteria Bersani. «Ciao sono Stefania e amo spingere i carri», aveva ironizzato il virgulto dei FutureDem, un’associazione di giovani piddini vicini al sindaco. La senatrice l’aveva rintuzzato subito: «Ma che discussione è», ha replicato, «per vincere ci vogliono più voti di quanti ne sono stati presi nelle scorse primarie. O no? Polemica assurda». Come se l’argomento della discussione fosse stato non tanto il voto a Renzi ma le critiche ai renziani della prima ora. «Una certa accortezza nello sposare una causa contro cui ieri ci si batteva ci vorrebbe», aveva risposto il giovane militante. Al che la senatrice aveva abbassato ulteriormente i toni: «Cerchiamo di essere sereni», aveva controreplicato, «i nostri veri nemici sono i problemi che non riusciamo a risolvere». E aveva aggiunto una faccina sorridente. Una pacatezza con cui Pezzopane s’era guadagnata le scuse di Davide Ricca, il torinese tra i fondatori del sito proRenzi, Ateniesi.it, e che, sulle prime, aveva invitato la parlamentare aquilana a tacere.

Bersagliata da altri tweet polemici, la ex-bersaniana liquidava il malinteso con una battuta: «Sapete come sono i giornalisti», aveva cinguettato, «domanda capziosa va liquidata con un una battuta». Così come Massimo D’Alema usava il Maalox contro i cronisti politici che gli davano il mal di stomaco, Pezzopane ricorre al sarcasmo. Solo che, a dare un’occhiata al video della web tv abruzzese, la senatrice parlava sorridendo, è vero, ma non aveva per niente l’aria di voler ironizzare.