Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano 14/10/2013, 14 ottobre 2013
LA RIVOLUZIONE DEI TELECOMANDATI
Ci piace la Nazionale, che non ignoriamo mai neppure se la partita è amichevole. Ci piace la musica di un passato che ritorna, più Gianni Morandi che Lorenzo Jovanotti. Ci piace la serie televisiva infinita, la drammaturgia di Montalbano, il commissario o l’antimafia siciliana proiettata a New York, Baciamo le mani. Ci piace il programma con balletti, canzoni e competizioni, il talent. Ci piace il gioco con premi, la fortuna o lo sfortuna altrui. Ci piace il giornalista che conosciamo, l’informazione che non scalfisce l’abitudine. E non ci piace, non più, l’abbuffata di reality, il contenitore di pomeriggio, la cronaca nera di sera e lo speciale di notizie la notte: da Miss Italia al Grande Fratello, la scomparsa dei nonni. La televisione non sarà cambiata, ma il pubblico sì. E con il telecomando tastato con più rapidità e dispersione, tra l’enorme offerta digitale e satellitare , le piattaforme di un tempo, cioè Canale 5 e le sorelle Rai, non reggono più l’acqua alta e mossa. Le novità. Un mese di palinsesto, un pezzo di settembre e di ottobre, trenta giorni, paragonati all’anno precedente, per fotografare quello che vogliono vedere e quello che non vorremmo vedere. Ci sono le classifiche che lo spiegano e lo dimostrano.
Cappuccino e pochi pensieri
Il telespettatore italiano, per la colazione, gradisce una modica razione di chiacchiere con Agorà di Rai3 (9,7% di share) e l’oramai tradizionale Ominbus di La7 (oltre il 4%), ma è interessante notare la crescita per la rubrica Borse&Monete di Canale 5 (20,7%) e per l’oroscopo sempre di Mediaset (20,3). Il mitologico Mezzogiorno in famiglia di Rai2 (9,8%) dà segnali di cedimento, smarrisce due punti di share e soffre la concorrenza di Antonella Clerici, la Prova del Cuoco, su Rai1 che stacca la concorrenza al 17.2. La stessa spinta viene offerta da Jorge Bergoglio in misura quasi clamorosa. La messa di papa Francesco (22,3%) e il successivo Angelus (18,6%) donano a Rai1 mezzo milione di italiani in più rispetto al pontificato di Benedetto XVI. La tendenza si riflette anche su A sua immagine di Rai1 (15,1%), la fascia di tv pubblica gestita dal Vaticano.
Il protagonista è un’attrazione fondamentale. La carriera calante di Valentino Rossi fa inabissare Grand Prix di Italia 1, addio a ben 4 punti di share e, soprattutto, a circa 450.000 telespettatori. C’è il classico che fa ancora moda, Uno Mattina di Rai1 subisce soltanto oscillazione negative e poi c’è il classico che stanca: il nuovo Forum non supera il milione. La tappa mattutina la vince il Tg5, che comincia mezz’ora prima del Tg1 e non viene considerato in questa fascia, con 3,2 milioni di media. Qualche anno fa andava meglio, molto meglio.
Ridge sopravvive nel deserto
Il pomeriggio sono le sabbie mobili televisive, il traguardo sono le venti. Non sai mai quanto resti in superficie: e una volta giù, non risali più. Perché l’ascolto aumenta di ora in ora, ma è costante poiché manca l’evento. Va segnalato il trionfo di Reazione a Catena di Rai1, il solito distributore di sogni e premi: versione estiva, oltre 4,5 milioni di telespettatori. E tra l’Eredità di Rai1 e Avanti un altro di Canale 5, rivali di genere uguale, la Reazione a Catena autunnale, circolano oltre 7 milioni di italiani. Viale Mazzini avrà pur risparmiato milioni di euro rinunciando parzialmente ai diritti di Formula 1: tra repliche e dirette, però, tornano i conti e non tornano 10 punti di share. Il pubblico del dopo-pranzo e prima-cena è il più statico in assoluto. La saga di Beautiful di Canale 5 polarizza ancora il 20% di share e Uomini e Donne di Maria De Filippi, finzione e corteggiamenti, è persino in accelerazione, più 1,3% cioè 2,6 milioni. Anche Cento Vetrine non si schioda dal 19%. L’antica versione di Canale 5 non muore mai. I rotocalchi di Cologno Monzese e Viale Mazzini si contendono un pubblico immobile: quest’anno la spunta Pomeriggio 5 con Barbara D’Urso (15,65%), in ritardo La vita in diretta di Paola Perego (13,2%, meno 4,5). La7 conferma il disastro in questo segmento di palinsesto, il risultato più incoraggiante lo regala il telegiornale (4,29%).
Il naufragio dei nuovi talk e della nera
La sera ballano i milioni veri di pubblicità e proprio la sera c’è un traffico di programmi d’informazione. Per vari motivi. Uno semplice: costano di meno. La povertà costringe a far moltiplicare i salotti fra politici, esperti e opinionisti di professione. I critici hanno celebrato il funerale dei talk show senza scrivere l’epitaffio e, particolare non marginale, il nome dei familiari. Perché le trasmissioni di successo sono in perfetta forma. Ballarò di Giovanni Floris fa schizzare la malaticcia Rai3 sempre intorno al 14%. Ancora più evidente il balzo di La7 con Servizio Pubblico di Michele Santoro che vanta una media quest’anno di 11,6% (2,46 milioni): il canale veleggia a 3,6 nell’arco di una giornata. Anche Porta a Porta di Bruno Vespa su Rai1 non ha subìto danni né dal riesumato Matrix di Canale 5 né dal probabile logorio (esordì nel ‘96): i telespettatori sono identici al 2012, lo share indica un -0,3%, nulla. Bene Otto e Mezzo di Lilli Gruber: +0,5%. Un paio di punti mancano a Piazzapulita di La7 e Quarto Grado di Rete4. I nuovi arrancano. Il Virus di Nicola Porro su Rai2, che secondo l’azienda poteva ambire al 7-8%, nonostante gli spostamenti in calendario, vede il 4% come un miraggio. Gianluigi Paragone, ex notte fonda di Rai2, s’è trascinato La Gabbia su La7, modesto (non fallimentare) 3,7%. Che tempo che fa di Fabio Fazio, rientrato al fine settimana dopo il pessimo esperimento il lunedì, ha buttato via mezzo milione di italiani: da 11,8% a 10,6. Rai3 merita un discorso: è la rete di Viale Mazzini che va peggio, e questo si riverbera sui programmi senza distinzioni. Persino Chi l’ha Visto arretra di 2,5 punti, un pochino giù Blob e Un posto al Sole. La cronaca nera fa naufragare La7 con Linea Gialla (2,5%) di Salvo Sottile. Il giornalista ha lasciato il posto di Quarto Grado a Gianluigi Nuzzi, che apporta un buono (non ottimo) 6,7%. Il totem di Striscia la Notizia di Canale comincia a vacillare seriamente, quest’anno galleggia al 17,5% vuol dire 1,5 milioni di italiani scappati altrove. Canale 5 compensa il crollo con Italia’ Got Talent - record di 5,6 milioni - in attesa di Amici. Viale Mazzini risponde con Tale e Quale Show, imitazioni e vippume, ma 2,5% in più. E il Tg1 ha ormai staccato di netto il Tg5. Un punto in meno per il TgLa7 (6,9%). Radio Belva di Cruciani-Parenzo su Rete4 ha gracchiato soltanto una serata, e pure miseramente (2,8%). Non vale la pena scomporre l’ascolto di Sky, disseminato tra decine di canali. Ormai la tv a pagamento va spesso oltre il 10% e le partite, sommando Mediaset Premium, sottraggono al gruppo generalista il 15-16%. Senza contare chi vede e rivede la televisione su internet. Banale sentenziare che la televisione non sarà più come prima. Oggi non è più come prima. E domani non sarà come oggi. Perché il pubblico consuma il telecomando fra le mani, suggerisce i promossi e i bocciati. Non concede né corsi di recupero né repliche.