Gigi Garanzini, La Stampa 14/10/2013, 14 ottobre 2013
CURVE A TOLLERANZA UNO
Se tutto va bene, se gli ultras di ogni colore e di ogni ordine e grado manterranno la parola data, e non c’è ragione di dubitarne perché a differenza di Federazione e Lega loro la marcia indietro non l’hanno in dotazione, la colonna sonora della prossima giornata di campionato, da Roma-Napoli anticipo del venerdì sera a Torino-Inter posticipo della domenica, sarà la seguente. Aperte le virgolette. Senti che puzza/ scappano anche i cani/ stanno arrivando i napoletani/ O colerosi, terremotati/ voi col sapone non vi siete mai lavati/ Napoli merda, Napoli colera/ sei la vergogna dell’Italia intera/. Chiuse le virgolette.
Le virgolette, mica le curve. E dai, ne han chiusa una, ne han chiusa un’altra, massì, c’era questa – nuova – normativa Uefa da far rispettare, ma quella è l’Europa, qua in Italia stiamo e si sa come funziona con la tolleranza zero. Che diventa tolleranza uno, poi due, poi tre, perché in fondo son ragazzi e non li possiamo privare di colpo del loro habitat. Delle loro tradizioni, di abitudini consolidate negli anni, anche di redditi con la disoccupazione che già c’è in giro. Il controllo sui biglietti di settore, la spartizione dei posti, quel po’ di droga che gira tra gli habitués, è l’indotto, signora mia. Oppure l’indotto è lecito solo per le società, e non per loro che sono i veri custodi dello spirito sportivo? Il gruppo dei duri e puri della curva Scirea si chiama «Tradizione – Antichi valori»: persi loro che cosa resterebbe del povero calcio di casa nostra?
E poi, via, che sarà mai quella strofetta che già tante sanzioni ingiuste ha generato? Nient’altro che goliardia e sfottò, ha spiegato la curva sud del Milan: aggiungendo anche, in apposito comunicato, un «Benvenuti nel Paese dove la goliardia e lo sfottò sono motivi di sanzioni che limitano la libertà di espressione». E che diamine. Bene ha fatto la Lega, non quella del pallone, l’altra, di Calderoli e della sua maglietta, a ricordare che gli sfottò negli stadi fanno parte della cultura italiana: e a proporre per bocca del capogruppo al comune di Milano l’Ambrogino d’oro alle curve di Inter e Milan, particolarmente distintesi nell’interpretazione del coro di cui sopra.
Ma tutto questo per fortuna è già il passato. Dopodomani, il tempo di spezzare le reni all’Armenia, il consiglio federale provvederà se non ad abolire quantomeno a ristrutturare la norma liberticida. Dopo aver ad ogni buon conto provveduto a sospendere la squalifica di San Siro per Milan-Udinese. Così, nel fine settimana il canto libero e giocondo potrà sgorgare da ogni curva. E pazienza se, per il momento, ancora in questi vecchi stadi dove il comfort resta precario e l’acustica è quel che è.