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 2013  ottobre 14 Lunedì calendario

VENDITA DELLA COSTA SMERALDA FINANZIERI DALL’EMIRO DEL QATAR


A casa dell’emiro del Qatar i finanzieri si sono presentati in borghese: niente divise, giusto per non rendere troppo spettacolare il blitz. Il loro lavoro, comunque, non è passato inosservato e ora la notizia fa tremare la Costa Smeralda che ancora non ha calato il sipario sulla stagione estiva. Da giorni, infatti, i militari della Polizia tributaria stanno passando sotto la lente d’ingrandimento i libri contabili della Smeralda Holding e della Sardegna Resort, le due società che gestiscono le strutture turistiche acquistate meno di due anni fa dallo sceicco Al Thani dal magnate texano Tom Barrack. A insospettire le Fiamme gialle sono proprio alcuni passaggi societari e il pagamento delle maxi parcelle per un piccolo esercito di consulenti che ha curato nei minimi particolari una compravendita milionaria e storica.
Nel paradiso delle vacanze di lusso, sognato e realizzato dal principe ismailita Karim Aga Khan, l’emiro del Qatar dalla primavera 2012 è proprietario di quattro alberghi a 5 stelle (Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino e Cervo), di un campo da golf da 18 buche sulla collina del Pevero, considerato un green tra i più prestigiosi al mondo, ma anche della Marina con 700 posti barca e un cantiere nautico. Non solo: nel carrello della spesa sono finiti anche diversi immobili sparsi tra la piazzetta di Porto Cervo e il resto della Costa Smeralda e più di duemila ettari di terreni sui quali dovrebbero presto sorgere hotel e ville di gran lusso.
L’operazione è costata in tutto 354 milioni di euro, ma ora la Guardia di finanza ha deciso di ricostruire nel dettaglio tutti i particolari. Puntando l’attenzione soprattutto sul passaggio di consistenti cifre di denaro tra società che hanno sede all’estero. La cessione definitiva del gran tesoro smeraldino all’emiro è siglata il 29 maggio: da quel giorno la Costa Smeralda è tornata nelle mani degli arabi che l’avevano scoperta e resa famosa in tutto il mondo. Dall’Aga Khan si passa ad Al Thani: due magnati con storie diverse e diverso approccio agli affari.
Con l’arrivo dell’emiro, dunque, si è chiusa definitivamente la parentesi statunitense di Tom Barrack, che aveva acquisito le strutture di Porto Cervo col sostegno finanziario di Unicredit, la stessa banca che nel 2012 si sarebbe impossessata di tutto se il texano non fosse stato salvato dall’intervento in extremis del fondo sovrano del Qatar. Con l’istituto di credito romano, infatti, il miliardario americano patron di Colony Capital aveva un debito di 221 milioni di euro e nel giro di qualche giorno, se non fossero arrivati i petroldollari da Doha, avrebbe dovuto cedere il patrimonio sardo a Unicredit. L’accordo con l’emiro Al Thani è stato fatto all’ultimo momento a Lugano e perfezionato all’estero, anche dal punto di vista finanziario.
Il nuovo proprietario risulta essere la QH Smeralda Investment srl, una società di nuova costituzione con sede a Milano in via Politecnico e rappresentata dal manager malesiano Muhammad Ali Ridzwan Bin Yusof. Su quali di questi passaggi si concentra la verifica della Guardia di finanza? Dal comando non svelano i particolari dell’indagine, ma di certo c’è che le ispezioni vanno avanti già da parecchi giorni.