D Repubblica 12/10/2013, 12 ottobre 2013
UN MATTONE, ALLA VOLTA
Ha funzionato per i candidati politici, per raccogliere fondi dopo gli uragani» per film indipendenti. Ma ora il crowdfunding è entrato anche nel mondo del (nuovamente dinamico) mercato immobiliare. Almeno in America, dove fino a poco fa severe restrizioni impedivano ai costruttori di fare “marketing” sugli investimenti nel mattone. Oggi, grazie al Jobs Act (Jumpstart Our Business Startups) chiunque può cercare investitori di qualsiasi tipo, super-ricchi o piccoli risparmiatori.
È quello che sta facendo il costruttore colombiano Rodrigo Nino, titolare del Prodigy: prima ha trovato investitori per il condominio "Trump SoHo"; ora usa il crowdfunding per l’acquisto di un immobile all’84 di William Street, downtown Manhattan. Anche i due fratelli Ben e Dan Miller, di Washington, con la loro Fundrise mettono insieme quelli che sognano un "pezzetto" di un grattacielo da poche migliaia di dollari. Per la serie: se non puoi comprarti l’intero palazzo e neanche un appartamento, investi comunque nel mattone. Diventando azionista dello stabile, si ha diritto a una percentuale su affitti ed eventuale vendita.
Non tutti però sono entusiasti. David Kuperberg, fra i più importanti manager edilizi a Manhattan, commenta: «Interessante, ma occhio al rischi di perdere i propri soldi». «È come giocare a Monopoli», aggiunge Peter Chinloy, professore di finanza e mercato immobiliare all’American University, «il crowdfunding è a rischio truffa, soprattutto quando si raccolgono fondi per le costruzioni di un edificio che ancora non esiste». Meglio andarci con i piedi di piombo.