La Repubblica 13/10/2013, 13 ottobre 2013
LE ARDENTI MISSIVE DEL RE D’INGHILTERRA ALLA SUA FUTURA SECONDA MOGLIE (DI SEI) ORA TRADOTTE E RACCOLTE IN UN LIBRO
ante luglio 1527
ia Signora e Amica, Ci mettiamo nelle vostre mani — io e il mio cuore — e vi supplichiamo e ci raccomandiamo ai vostri favori, perché l’assenza non diminuisca l’affetto che provate per noi. Sarebbe infatti una gran pena accrescere la nostra sofferenza, che già l’assenza basta ad aumentare, ben più di quanto mai avrei pensato possibile. Mi viene in mente un assunto della scienza astronomica, ovvero, che più i giorni si allungano, più s’allunga la distanza del sole; epperò, tanto più rovente è il calore. Così è col nostro amore, che malgrado la lontananza conserva il suo calore, almeno da parte nostra. Ho la speranza che sia lo stesso per voi, e vi assicuro che per me il disagio dell’assenza è già troppo grande. E quando penso al prolungamento di quel che già sono costretto a soffrire, mi sembra quasi intollerabile, non fosse per la ferma speranza che nutro nel vostro indissolubile affetto per me. Ora, perché almeno a volte ve ne ricordiate, vedendo che non posso esservi accanto di persona, vi invio la cosa più prossima, cioè il mio ritratto, incastonato in un bracciale, con l’emblema che già vi è noto, e vorrei essere io al suo posto, quando piacerà a voi. Dalla mano del vostro Servitore e Amico, Rex
ante luglio 1527
Riflettendo fra me e me sul contenuto delle vostre ultime lettere, sono entrato in grande agitazione, non sapendo come interpretarle, se a mio svantaggio, come mi pare da alcuni passi, o a mio vantaggio come capisco in altri. Perciò vi supplico con tutto il cuore di farmi conoscere apertamente e con certezza le vostre intenzioni riguardo al nostro amore. Sono necessariamente costretto a incalzarvi per avere risposta, essendo stato colpito dal dardo d’amore ormai da più di un anno intero, senza la certezza di poter trovare posto nel vostro cuore e tra i vostri affetti. Questa incertezza mi impedisce da qualche tempo di potervi chiamare mia Signora, poiché il nome non è appropriato per voi, se mi amate di un amore comune, visto che denota una singolarità ben lontana dall’ordinario. Ma se vi piacerà compiere l’ufficio di una vera, leale amante e amica, e darvi corpo e anima a me che sarò come sono sempre stato vostro leale servitore (se per rigore non me lo proibite), vi prometto che non solo vi sarà dato il nome, ma che vi prenderò anche come mia unica Signora, e allontanerò dai miei pensieri e dai miei affetti tutte le altre, che sono in competizione con voi, e servirò soltanto voi. Vi prego di dare una risposta chiara a questa mia rude lettera, perché io possa conoscere quanto e fino a che punto posso fare affidamento su di voi. Se non vi piacesse rispondere per iscritto, designate un luogo in cui io possa avere una risposta per bocca vostra, e verrò con tutto il cuore. Per ora basta, non voglio tediarvi. Scritta per mano di colui che ben volentieri resterebbe vostro,
H. Rex
ante luglio 1527
Anche se, mia Signora, non avete avuto la compiacenza di ricordarvi della promessa che mi avete fatta l’ultima volta che ero con voi, e cioè che avrei avuto vostre notizie, e una risposta alla mia ultima lettera; pure credo convenga a un leale servitore (dal momento che non può saperlo in altro modo) di mandare a chiedere notizie della salute della sua Signora; ed è per poter dunque assolvere al compito del leale servitore che vi invio questa lettera, supplicandovi di comunicarmi se vi trovate in salute, del che prego Dio come per la mia, affinché ve la conservi a lungo; e perché vi ricordiate più spesso di me, vi invio con questo messaggero un cervo ucciso ieri sera tardi dalla mia stessa mano, sperando che quando ne mangerete penserete al cacciatore; e così per mancanza di spazio termino la mia lettera, scritta per mano del vostro servitore, il quale sovente desidererebbe voi al posto di vostro fratello. H. Rex
15 GIUGNO 1928
La sola ragione per cui vi scrivo in questo momento, cuor mio, è quella di sapere se siete in buona salute e prosperità, del che sarei felice come se si trattasse della mia, mentre prego Dio (se è Sua volontà) di volerci presto riunire, perché vi giuro che lo desidero ardentemente, e sia come sia confido che il momento non sia troppo lontano. E visto che la mia adorata è assente, non posso fare a meno, in rappresentanza del mio nome, di mandarle della carne, carne di cervo al posto di Enrico, con il pronostico che di qui a poco per volontà di Dio gusterete la mia, e Dio volendo, magari fosse subito. Riguardo la questione di vostra sorella, ho fatto scrivere da Walter Welche a vostro padre le mie intenzioni e confido che Eva stavolta non riuscirà a ingannare Adamo. Perché certo, qualunque cosa si dica, non potrà conservare l’onore se non si prende com’è suo dovere cura di lei, sua figlia legittima, ora che si trova nell’estremo bisogno. Non vi scrivo altro per ora, mia adoratissima, se non che vorrei che potessimo passare insieme
dalla mano del vostro H. Rex
23 GIUGNO 1528
Mi sono giunte all’improvviso nella notte le notizie più sgradite che potessi ricevere. Ho almeno tre ragioni, infatti, per dolermi. La prima è che sono venuto a conoscenza dell’infermità della mia Signora, che mi è più cara di ogni altra cosa al mondo, e la cui salute bramo come fosse la mia — e volentieri mi prenderei metà della vostra malattia pur di vedervi guarita. La seconda è che temo di dover sopportare ancora a lungo la tediosa Assenza, che finora mi ha inflitto ogni pena possibile, e per quello che posso giudicare continuerà così o peggio. Prego Dio di liberarmi da questo importuno persecutore. La terza ragione è che il medico del quale più mi fido in questo momento non c’è, proprio quando potrebbe farmi il piacere più grande. Spererei infatti di ottenere da lui, e dalle sue arti, la gioia per me più grande a questo mondo; cioè la guarigione della mia Signora. Tuttavia, in sua mancanza ve ne invio un altro, l’unico che c’è, pregando Dio che ben presto possa guarirvi, e lo avrò più caro che mai.
Vi prego di lasciarvi governare dai suoi consigli, e se così farete ben presto vi rivedrò, e sarà per me un ricostituente più prezioso di tutte le gemme del mondo. Scritto dal segretario che è, e sarà sempre, Vostro leale e sicuro Servitore, H. (AB) Rex18
21 LUGLIO 1528
Mia adorata, mi raccomando con tutto il cuore a voi, assicurandovi che sono non poco perplesso per via di ciò che vi riporterà da parte mia vostro fratello, al quale vi prego di credere, perché sarebbe troppo lungo da spiegare per iscritto. Nelle mie ultime lettere vi informavo di come mi aspettassi di vedervi presto, un fatto che è più risaputo a Londra che da chi mi è accanto — il che desta in me non poca meraviglia, ma necessariamente la causa dev’essere una mancanza di discrezione. Non vi scrivo altro per ora, tranne che ben presto i nostri incontri dipenderanno, così confido, non dalla condotta poco accorta degli altri, ma dalla vostra. Scritto dalla mano di colui che desidera ardentemente di essere vostro, H. Rex
LUGLIO 1528
Cuor mio, questa mia è per dirvi della grande solitudine che provo da quando siete partita: vi assicuro che il tempo passato dalla vostra ultima partenza mi pare ben più lungo di due intere settimane. Credo che siano la vostra amabilità e il fervore del mio amore a farmi sentire così, ché altrimenti non mi sembrerebbe possibile addolorarmi per un’assenza così breve. Ma ora che sto arrivando da voi, mi pare che la metà dei miei dolori siano guariti, e inoltre mi dà grande conforto il fatto che il mio libro procede ed è di aiuto sostanziale alla mia causa, e infatti oggi ho passato più di quattro ore a scrivere. Il che mi costringe a una lettera più breve, a motivo di un certo dolore di testa, mentre sogno di trovarmi (specialmente di notte) tra le braccia della mia amata, le cui graziose mammelle presto vorrei poter baciare.
Scritta dalla mano di colui che è stato, è, e sarà vostro per suo volere, H. Rex