Vittorio Zucconi, D di Repubblica 12/10/2013, 12 ottobre 2013
DA MADRE BAMBINA A COMANDANTE DI 10 MILA POLIZIOTTI
All’età di 14 anni, nei primi giorni dell’anno scolastico 1986/87, Cathy fece la stessa scoperta che 400mila teenager americane fanno ogni anno: era incinta. E non c’erano dubbi sul perché lo fosse. Alla festa per conoscere i nuovi compagni del liceo dove si era iscritta, Cathy aveva sciolto la propria timidezza nella tinozza del punch al rum e improvvisamente tutti i ragazzi presenti erano sembrati irresistibili e lei la donna più desiderabile del mondo.
A quell’età, nei lontani e rustici sobborghi di Washington dove lei viveva con la famiglia, il padre vigile del fuoco, la madre contadina, la possibilità di interrompere la gravidanza era remota. Cathy si fece coraggio, ne parlò con la madre, ne discusse con il padre e decise di tenersi la bambina che le stava crescendo dentro. Ma a una condizione. Sarebbe stata costretta a lasciare la scuola e lavorare nei campi di famiglia, tra stalle e trattori. Né il padre né la madre avevano soldi e tempo per allevarle la figlia mentre lei frequentava il liceo.
La storia di Cathy sarebbe stata dunque la fotocopia di altre storie di piccole donne che nelle gravidanze adolescenziali - fortunatamente in declino - vedono naufragare la propria vita. Non importa neppure che ci sia o non ci sia un padre naturale che si assuma la responsabilità di quello che ha fatto. Cathy, dopo la nascita della bambina, sposò il coetaneo che l’aveva messa incinta. Il matrimonio era durato meno di due anni.
Ma se Cathy Lanier non seguì il destino di tante madri bambine e siamo qui a raccontare la sua vita è perché aveva un sogno speciale, qualcosa che ben poche ragazze di quell’età coltivano. Il desiderio che la consumava era di fare l’agente di polizia. Mentre in casa il resto della famiglia divorava ore di teleromanzi, di sit-com, di horror orrore, lei si beveva tutti i telefilm polizieschi nei quali attrici con l’uniforme blu degli agenti o i severi tailleur pantalone delle investigatrici acciuffavano criminali, proteggevano i cittadini e scioglievano misteri.
Da sola, lavorando di giorno e studiando di notte, Cathy si preparò per quell’esame di cultura generale chiamato GED che negli Usa funziona da surrogato al diploma di scuola superiore. Quando lo ottenne, riuscì a iscriversi nell’Università del Distretto di Colombia, il college pubblico di Washington che accoglie generosamente quasi tutti.
Facendo avanti e indietro tutti i giorni per i 60 chilometri che dividevano la sua fattoria nel Maryland dal centro della capitale, prese la laurea in criminologia con voti talmente alti da permettere una borsa di studio completa alla ben più autorevole Johns Hopkins di Baltimora per un Master. E quando la figlia imparò a prendersi cura di sé, Cathy finalmente entrò a tempo pieno all’Accademia della polizia di Washington. Due anni dopo, il sindaco della Capitale e il capo della polizia, che nelle città americana dipende dal Comune, le consegnavano il "bagde" da poliziotta, la pistola, l’uniforme blu e il diploma.
Nel pomeriggio del 16 settembre scorso, dentro una Washington sbigottita e attonita dopo il massacro di dodici impiegati nell’Arsenale della Marina, quando i riflettori delle telecamere si accesero sul podio delle autorità per saperne di più, per capire, e soprattutto per calmare una città angosciata, le luci illuminarono il viso pallidissimo, le stelle sulle spalline, i capelli biondi corti e gli occhi azzurri di Cathy Lenier. Il capo della polizia di una delle città più importanti, pericolose, violente del mondo.
È lei, la ragazzina che rischiò di annegare la propria esistenza in un catino di punch al rum a 14 anni, la prima donna elevata alla guida di una forza di polizia che conta quasi 10mila agenti. È lei, una biondina di quarant’anni, ad avere frantumato non soltanto il "soffitto di cristallo" che blocca l’ascesa di tante donne alle massime poltrone, ma anche la barriera del colore della pelle, in una città dove tutti i sindaci e tutti i capi della polizia sono sempre stati neri.
Che straordinario luogo l’America. Una città a grande maggioranza nera porta una bianca alla guida della polizia. E una nazione bianca porta un nero alla guida del Paese. Sarà perché se lo meritano?