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 2013  ottobre 14 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BALDASSARRI

MARIO"

Lo hanno fatto, invece, altri due collabo­ratori del Prof presenti: Mario Baldassarri e Alberto Clò. Il «piat­tino» di Prodi, per Baldassarri, diventa un «bicchierino» («pri­ma che arrivassi avevano chiamato La Pira. Il gioco funziona che uno mette il piattino e chia­ma un personaggio»), che si tra­sforma in un «piattino da caffè» nella versione di Clò. Per Fabio Gobbo, allievo di Prodi, si tratta­va invece di un «posacenere». E se Prodi ricorda che quel giorno «pioveva», e Baldassarri parla di «giornata uggiosa», il giornali­sta Antonio Selvatici dimostrò ­carte del servizio idrografico al­la mano - che a Zappolino quel pomeriggio non cadde una goc­cia.
Gian Marco Chiocci, il Giornale 13/4/2013

Racconta il Secolo XIX che due ex assessori comunali e un ex consigliere regionale hanno aperto una società di consulenza per l’edilizia, mettendo a frutto la loro esperienza da amministratori. Scelta legittima, ci mancherebbe. Ma anche opportuna o a rischio interferenze?
«Io non lo farei» dice Mario Baldassarri, uno dei finiani rimasti fuori dal Parlamento. «Faccio l’economista, ma mi sono imposto di non avere rapporti con le amministrazioni pubbliche».
Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 2/3/2013

Anche Mario Baldassarri ha cambiato posto tre volte: Pdl all’inizio, quindi Fli, poi Misto, infine ancora Alleanza per l’Italia-Fli.
Tommaso Montesano, Libero 20/2/2013

[Draghi] spiegò che voleva andare al Mit per un PhD con lui e lo pregò di trasformare in americana la sua borsa di studio italiana, per affrontare le spese. Esaudito, passò sette anni nel Massachusetts inanellando molte delle attuali amicizie Usa (tra i suoi compagni di corso, Mario Baldassarri).
Giancarlo Perna, il Giornale 11/2/2013

Per esempio, il mese scorso, il parlamentare finiano Mario Baldassarri ne stava assaporando una durante una seduta a Palazzo Madama. E la presidenza del Senato ha subito precisato che il divieto in aula vale per tutte le sigarette, incluse quelle elettroniche.
Alberto Fiorillo, il Venerdì 4/1/2013
Per il senatore Mario Baldassarri, reo di emettere strane nuvolette, non è bastato dire «non è tabacco, è vapore». Inflessibile la vicepresidente Rosi Mauro: «Non si fuma, basta».
Diego Longhin e Vladimiro Polchi, la Repubblica 6/12/2012

Questi successi professiona­li - uniti alle miserie del centro­destra - hanno spinto Gianni­no a scendere in politica. In lu­glio, ha redatto un manifesto, Fermare il declino - meno spe­sa pubblica, meno tasse più me­rito e liberalizzazioni- antica­mera della propria e altre candi­dature nel 2013. Lo hanno sotto­scritto in circa trecento. Tra questi, il gruppo di Monteze­molo, quelli dell’Ibl, i liberal-fi­niani Mario Baldassarri e Bene­detto della Vedova, il repubbli­can- brunettiano Davide Giaca­lone, un pugno di moderati del Pd.
Giancarlo Perna, il Giornale 3/12/2012

Sta scritto nero su bianco: l’economista Mario Baldassarri, già viceministro con Giulio Tremonti, senatore di Alleanza nazionale, poi Pdl e infine finiano con Futuro e Libertà, nel marzo 2011 ha ricevuto un versamento di 90 mila euro da Modena Capitale, la holding di Samorì e famiglia.
«L’ho visto due o tre volte in tutto», minimizza Baldassarri. Che spiega il regalo come un segno tangibile di apprezzamento per l’attività del centro studi fondato dal senatore fniano. «Mi aveva anche chiesto di partecipare alla convention del suo movimento», dice Baldassarri, «ma ho declinato l’invito». Insomma, un record: un paio di incontri avrebbero fruttato 90 mila euro. Tutto dichiarato nei documenti depositati in Parlamento.
Vittorio Malagutti-Giovanni Tizian, L’Espresso 30/11/2012 (Dagospia)

Il 26 giugno viene reso noto un documento della Fondazione Amici di Liberal (firmato, fra gli altri, da Ferdinando Adornato, Mario Baldassarri, Ernesto Galli della Loggia, Angelo Panebianco e Cesare Romiti) che invita Berlusconi e D’Alema a un impegno costituente su legge elettorale, regionalismo federale e poteri del presidente della Repubblica. I promotori dell’iniziativa ritengono che la via parlamentare sia preferibile all’Assemblea costituente.
Alessandro Campi e Leonardo Varasano, Il Foglio 02/11/2012

Anche Fli, nei propri limiti, ambirebbe a una generale confluenza: alcuni personaggi di vertice, come Benedetto Della Vedova e Mario Baldassarri, sono tra i fondatori di Fermare il declino, sia pure mascherati l’uno da presidente di Libertiamo, l’altro da docente universitario.
Marco Bertoncini, ItaliaOggi 30/8/2012

Un analogo “Fondo Immobiliare Italia” per ridurre il debito sotto il 100% del Pil è stato proposto, invece, da Fli per iniziativa del presidente della Commissione Bilancio del Senato, Mario Baldassarri.
Raffaello Masci, la Stampa 9/8/2012

Ci sono avvocati, uomini di finanza, professori universitari, qualche giornalista, gli animatori dei «Tea Party» italiani, il tenore Andrea Bocelli e tre politici: i finiani Benedetto della Vedova e Mario Baldassarri, l’ex Pd (ed ora presidente del Bruno Leoni) Nicola Rossi.
Alessandro Barbera, La Stampa 28/7/2012

Sono stato presidente della Consip S.p.A. tra il 2002 e il 2005, tre anni professionalmente incredibili, quando l’allora viceministro dell’Economia Mario Baldassarri, unico nel governo Berlusconi di quel tempo, vide molto lontano e provò a fare quel che oggi finalmente un governo, quello Monti, appare in procinto di progettare: il taglio degli sprechi di spesa, un taglio dunque non recessivo, che fa guadagnare spazio fiscale e credibilità per spendere nuovamente, meglio, per generare crescita e salvarci dalla tempesta perfetta di questa recessione.
Gustavo Piga, il Foglio 14/7/2012

"L’avrei visto bene a fare il tagliatore di costi al ministero della Salute", sostiene l’economista Mario Baldassarri, per anni vice ministro con Giulio Tremonti, "perché per il resto la spending review non sarebbe complicata. Lo Stato ha 800 miliardi di spese e 740 di entrate, se non vogliono aumentare ancora le tasse devono tagliare 60 miliardi di spese. E le voci tagliabili sono i 140 miliardi di acquisti di beni e servizi e i 40 miliardi di trasferimenti alle imprese a fondo perduto".
Per Baldassarri basterebbe trasformare il fondo perduto in credito d’imposta: "Si risparmierebbero un sacco di miliardi, visto che secondo uno studio di Fabrizio Barca il 90 per cento delle imprese che prendono soldi dallo Stato dopo tre anni non esistono più". L’idea è buona, e magari Bondi è quello che la realizza. Servisse solo a questo, sarebbe già un bel risultato.
Giorgio Meletti, il Fatto Quotidiano 17/5/2012

Mario Baldassarri disegna un cerchio con la matita rossa intorno alla cifra: +50%. «Questo è il bubbone» dice con una certa enfasi il presidente della commissione Finanze al Senato (Terzo polo), riferendosi all’aumento della spesa sanitaria delle Regioni negli ultimi cinque anni. Un altro segnaccio rosso va a circondare il +37% che nel Documento economico e finanziario indica l’aumento della spesa delle Regioni sempre nel quinquennio.

[Sulla legge di revisione costituzionale che impone il pareggio di bilancio] La riforma ha incassato il voto favorevole di Pdl, Pd e Terzo polo (Udc, Fli, Api). Contrari Lega e Idv (che invece avevano votato a favore nei tre passaggi precedenti al Senato e alla Camera) con l’astensione di Coesione nazionale-grande Sud. In dissenso dal proprio gruppo Mario Baldassarri (Fli) che non ha partecipato al voto così come Nicola Rossi (gruppo misto). Si sono astenuti Mauro Cutrufo (Pdl) e Massimo Garavaglia (Lega).
Laura Di Pillo, Il Sole 24 Ore 18/4/2012

Quei 70 miliardi di arretrati da parte delle pubbliche amministrazioni contribuiscono all’illiquidità dell’economia italiana, uno dei principali fattori di freno della crescita. Di qui l’impegno di Grilli e Passera a trovare una soluzione. Quella messa a punto adesso ricorda da vicino l’emendamento al decreto legge sulle semplificazioni fiscali, approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato e firmato dai due relatori Antonio Azzollini (Pdl) e Mario Baldassarri (Terzo Polo): si tratta di rendere i crediti verso lo Stato scontabili in banca come garanzie, ma sotto forma di cessione «pro solvendo» e non «pro soluto».
In una cessione «pro solvendo» l’azienda che presenta la garanzia in banca resta responsabile di eventuali inadempienze del debitore finale, in questo caso le pubbliche amministrazioni. In questo caso, per prudenza, le banche potrebbero concedere in prestito somme significativamente più basse rispetto al valore formale della garanzia. Ma la svolta sarebbe potenzialmente importante: le imprese potrebbero trasformare subito in liquidità i crediti bloccati. I tempi di pagamento medi della pubblica amministrazione sono saliti nel 2011 da 128 a 180 giorni. L’effetto di circolazione del denaro potrebbe farsi sentire a cascata su intere filiere industriali e riattivare in parte l’economia.
Federico Fubini, Corriere della Sera 11/04/2012

Mario Baldassarri, da anni critico con le parole e le opere tremontiane,
Michele Arnese, Il Foglio 27/12/2011

[Gli aiuti pubblici alle imprese] A stanziarli provvedono migliaia di leggi e contratti di programma, che dispongono spese cash o sgravi fiscali. Il risultato è che è impossibile fare un bilancio: l’autore per primo non se la sente di ricostruire cifre monstre ma poco attendibili e si affida a «un numero che probabilmente risponde in modo meno approssimativo di altri alla domanda sulla spesa totale a favore delle imprese», elaborato dall’economista Mario Baldassarri: nel 2010 la somma raggiunge 40 miliardi, dai quali bisogna toglierne 15 destinati ai trasporti locali e aggiungerne circa 5 fra interventi di sostegno non contabilizzati a favore dell’energia verde e sconti fiscali. «In tutto 30 miliardi: più di due terzi del disavanzo pubblico da recuperare entro il 2013, poco meno della metà di quanto lo Stato paga di interessi sul debito ogni anno».
Sergio Bocconi, Corriere della Sera 29/09/2011

Oppure l’avventura solitaria di Giorgio Basevi, professore di Economia internazionale a
Bologna, che se ne andò in America all’inizio degli anni Sessanta e prese il PhD al Mit nel 65 (e che è stato un punto di riferimento di Giavazzi giovane). Draghi prese il PhD nel 76,
Giavazzi nel 78, l’anno di Mario Baldassarri.

Mario Baldassarri: «I tagli della spesa, a loro volta, possono essere “lineari, orizzontali, percentuali” su tutte le voci di spesa, oppure “verticali, mirati e specifici” su precise voci più sospette di contenere sprechi, malversazioni, aree grigie tra economia e politica, tra economia e politica e organizzazioni criminali. Nel primo caso non si tratta di politica economica perchè tagliare “tutto in proporzione” significa non scegliere “nulla”. La politica, invece, è “scegliere” o, come diceva Luigi Einaudi, “prima conoscere, poi decidere”».
Mario Baldassarri, la Repubblica 13/6

La crociera durò poche ore. Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro di un governo in transizione (ministro era Carli, ma il gabinetto era appena caduto e Andreotti sarebbe stato ben presto sostituito a Palazzo Chigi da Giuliano Amato) aprì i lavori del convegno sottocoperta presentando il programma italiano di privatizzazioni di un Paese che a quel tempi aveva mezzo sistema industriale e le sue maggiori banche e assicurazioni nelle mani dello Stato. Poi salì su una lancia e tornò in porto mentre i capi di banche d’affari come Barings e Warburg spiegavano il vantaggi di una campagna di privatizzazioni ai capi di enti e banche pubbliche e di politici come Beniamino Andreatta (in quel periodo senza incarichi ministeriali) e Mario Baldassarri (allora un accademico).

hanno l’aria di voler ricompattare con Berlusconi anche Mario Baldassarri e Maurizio Saia. Baldassarri è una pedina chiave della Commissione bicamerale per il federalismo. La sua mossa metterebbe al sicuro i prossimi passaggi dei decreti attuativi.
La Gazzetta dello Sport Anno V, numero 1452 18 febbraio 2011

Un metodo che è tornato ad auspicare ieri in Parlamento, nel corso dell’approvazione del Milleproroghe, l’ex viceministro dell’Economia, il finiano Mario Baldassarri, proponendo riduzioni alla spesa pubblica per beni e servizi per finanziare lo sviluppo.
Il Foglio 15/02/2011

Mario Baldassarri, che ha un ruolo decisivo nella «bicameralina» sul federalismo.
Andrea Garibaldi, Corriere della Sera 20/02/2011

Eppure la meta sembra essere ancora lontana. Ieri il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, ha presentato la bozza rivista del decreto attuativo sul federalismo fiscale municipale (il termine per approvare gli emendamenti scade venerdì) ai membri della commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo, che deve fornire il suo parere al governo mercoledì prossimo. Dopo averlo modificato, limato e smussato, tenendo conto delle richieste delle opposizioni (Fli, Udc, Pd) per evitare uno stallo in commissione. Purtroppo però, nonostante la buona volontà di mediazione, le modifiche hanno scontentato tutti. I centristi del terzo polo, che avevano chiesto un maggior gettito fiscale da destinare al sostegno delle famiglie. Per Gian Luca Galletti dell’Udc “il miniquoziente familiare introdotto è piccolissima cosa, non vorrei che si trattasse di una sorta di porcellum tributario”.
Le modifiche hanno scontentato anche il Pd, che ha presentato da tempo il suo decreto alternativo sul federalismo municipale. “Sembra un guazzabuglio che non garantisce autonomia né innesca una crescita degli enti locali”, ha detto Davide Zoggia, responsabile degli enti locali del Partito democratico. E soprattutto ha scontentato il vero ago della bilancia in commissione bicamerale per evitare l’impasse numerico fra i 30 deputati membri: il senatore finiano Mario Baldassarri, che ieri ha bocciato le buone intenzioni di Calderoli con parole nette, anche se ha lasciato aperta una porta per il dialogo: “Credo che il gran pasticcio permanga: se il risultato è che vi siano più trasferimenti e meno entrate proprie per i comuni, questo non è federalismo”, ha affermato, “ma ci sono i margini per correggere il testo se il governo accoglierà i nostri emendamenti”.
Cristina Giudici, Il Foglio 19/01/2011

A ben guardare, però, le prossime mosse di Helga Thaler Ausserhofer, classe 1952, una dei leader della corrente moderata e maggioritaria della Südtiroler Volkspartei, peseranno soprattutto sulla seconda. Dove i numeri al momento (escludendo dalla conta il senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi) segnano 12 per la maggioranza e 11 per l’opposizione. Sempre che il presidente, il finiano Mario Baldassarri, si allinei ai compagni del terzo polo. Se così fosse il voto della senatrice diverrebbe sì l’ultima chance dell’opposizione per provare ad agguantare il pareggio che al Senato equivale a una bocciatura.
Celestina Dominelli, Il Sole 24 Ore 5/1/2011

Nella commissione bicamerale per il federalismo fiscale, dove devono passare tutti i decreti, il finiano Mario Baldassarri è determinante (sui 15 componenti di maggioranza è l´unico di Fli e l´opposizione conta su 15 membri). Ieri Baldassarri ha rilasciato una polemica intervista al Mattino denunciando la confusione e la poca omogeneità dei bilanci comunali e chiedendo di fatto tempi più lunghi.
ROBERTO PETRINI, la Repubblica 7/10/2010

Fini può contare sulla presidenza della commissione Finanze, in mano a Mario Baldassarri,
R. Tu., Il Sole-24 Ore 1/8/2010;

Gli emendamenti che recano la firma di Mario Baldassarri si prospettano come una sorta di «contromanovra» per lo sviluppo (per gran parte ricalca lo schema predisposto in occasione della Finanziaria 2010) e dunque come tale di difficile accoglimento ( soprattutto per quel che riguarda il taglio dell’Irap e dell’Irpef e la cedolare secca estesa a tutti gli affitti). [sulla manovra da 24,5 miliardi del giugno 2010)
Dino Pesole, Il Sole-24 Ore 20/6/2010;

C’è Mario Baldassarri, 64 anni, parlamentare Pdl, che come pensionato ex docente di Economia riceve dall’agosto del 2008 un assegno lordo di 5.714,42 euro. [La lista è un elenco costruito dal sindacato di base USB-RdB curiosando (loro se ne assumono la piena paternità e ne assicurano la veridicità) nella banca dati delle pensioni in pagamento dell’Inpdap, l’ente previdenziale che eroga le indennità a favore di statali, ministeriali, e tutti gli altri dipendenti pubblici. Compresi una ventina di «eccellenti» pensionati pubblici d’oro, personalità famose che spesso e volentieri predicano la necessità di fare sacrifici.]
ROBERTO GIOVANNINI, La Stampa 11/6/2010, pagina 15 vedi anche scheda 212960

«Mario Baldassarri si è laureato con me, anche Franco Bernabè ha fatto tutta la carriera con me» (Franco Reviglio a Dario Di Vico, ”Corriere della Sera” 8/12/2004)

Tanto più che la pattuglia dei finiani in commissione è ridotta all’osso:un solo esponente (Mario Baldassarri) su 30 tra deputati e senatori.
Eugenio Bruno, Celestina Dominelli, Il Sole-24 Ore 24/4/2010;

Mario Baldassarri e Francesco Giavazzi sono due ex studenti del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, che hanno fatto «carriera». Entrambi economisti, il primo è docente universitario, editorialista e politico. Autore di decine di libri e centinaia di articoli, ha ricoperto l’incarico di viceministro per l’Economia e le Finanze tra il 2001 e il 2006. Oggi è presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Nel frattempo, la VI Commissione del Senato guidata da Mario Baldassarri ha prodotto due voluminosi tomi per dare dei consigli al ministro dell’Economia, appoggiando comunque la sua bozza di regolamento.
Il nuovo regolamento dovrebbe precisare le operazioni che si possono fare e quelle che non si possono fare. E, soprattutto, dovrebbe determinare un compenso "equo" per ciascun tipo di derivato in modo che i giudici – in caso di incertezza abbiano dei riferimenti, che dovrebbero essere validi anche per il passato fornendo una sorta di "interpretazione autentica".
ADRIANO BONAFEDE, la Repubblica Affari & Finanza 22/3/201

La conclusione unanime cui è giunta la commissione presieduta da Mario Baldassarri è che questi strumenti sono certamente da regolamentare meglio. Al tempo stesso, però, «non presentano profili di rischio sistemici per la finanza locale italiana». La stessa commissione dà un sostanziale placet alla bozza del ministero, pur chiedendo qualche aggiustamento.
ADRIANO BONAFEDE, la Repubblica 18/3/2010

Mario Baldassarri, presidente della commissione finanze del senato, chiede invece lo stop totale per la spa: «Non si può usare l’efficienza come pretesto per sottrarre pezzi di istituzioni alle regole del diritto pubblico. un problema di principio, di Bertolaso mi fido, ma chi verrà dopo di lui?».
Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi 14/2/2010

Tra le poche voci discordanti della maggioranza c’è Mario Baldassarri (Pdl), presidente della commissione Finanze del Senato, unico nel centro-destra a opporsi con i fatti (astenendosi dal voto) alla trasformazione della Protezione civile in società per azioni: «Mi posso fidare di Guido Bertolaso anche al 110 per cento, ma facendo leggi mi devo preoccupare anche di chi verrà dopo di lui, nella girandola delle nomine. Le persone passano, le istituzioni restano, e non si possono creare poteri senza controlli. Come liberale, dico che non è così che si fa funzionare il mercato. Come cattolico, dico che è meglio non creare occasioni per peccare».
Stefano Lepri, La Stampa 12/2/2010

Controfinanziaria. Sepolta la ”contro-finanziaria” di Mario Baldassarri, grazie al fatto che il suo autore è considerato finiano.
Fonte: Il foglio, 9/12/2009

Liste. Nella lista dei 75 parlamentari finiani figurano infatti ben cinque presidenti di commissione: uno è Mario Baldassarri.
Fonte: Mariolina Sesto, Il Sole-24 Ore 19/11/2009;

Mestieri. Mario Baldassarri, il quale è sì un economista, ahilui, ma anche un esponente del Pdl, anzi è il presidente della Commissione Finanze del Senato.
Fonte: Antonio Polito, il Riformista 25/09/2009

Finanziarie. Fini guida le operazioni a Montecitorio, ma sono a lui vicini presidenti di commissioni strategiche come […] Mario Baldassarri il Presidente della Commissione Finanza e Tesoro del Senato, dove ”nascono” tutte le Finanziarie.
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 16/9/2009

Tennis. Tra i partecipanti alla XIX edizione del Vip Master tennis: Mario Baldassarri e il figlio Patrick (organizzatori del torneo)
Fonte: Chi, 22 luglio 2009

Indice dei nomi:
Baldassarri Mario 518, 523, 527, 531, 537, 554, 798, 1322
Fonte: La Navicella "I Deputati e Senatori del quindicesimo Parlamento Repubblicano" Editoriale Italiana 2000 (Annuario del Parlamento Italiano 2006)

Riforma delle Pensioni. Chi firmo l’appello di Debenedetti, pubblicato sul Corriere della Sera? Debenedetti più quattro persone: Mario Baldassarri, Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini e Prodi.
Fonte: Il Giornale 03/05/2007, pag.1 Filippo Facci

Studi. Tra gli allievi di Andreatta c’era Mario Baldassarri, l’unico approdato a destra.
Fonte: Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 27/3/2007 Luigi La Spina, La Stampa 27/3/2007

Inflazione. ingeneroso incolpare le Banche centrali di preoccuparsi troppo dell’inflazione, come ha fatto ieri sul Sole-24 Ore Mario Baldassarri.
Fonte: Il Sole 24 Ore 11/06/2006, pag.1-10 Marco Onado

Caso Gradoli. Baldassarri partecipò alla seduta spiritica: «Era una domenica uggiosa - mi ha raccontato Baldassarri in un’intervista un anno e mezzo fa -. Da Bologna, raggiunsi con moglie [Gabriella] e bambini, la casa di campagna di Alberto Clò, dove c’erano già Prodi e gli altri... Li trovai seduti con le dita su un bicchierino che sembrava muoversi da solo. Pensai a uno scherzo per farmi paura. ”Mi credono un ragazzo di campagna”, mi dissi. Cominciai a girare attorno al tavolino guardando sopra e sotto per scoprire il trucco. Ma facevano sul serio». «Chissà che silenzio solenne», ho detto, interrompendo viceministro. «Una bolgia. Dalla cucina rumore di stoviglie, i bambini zampettavano, uno dei presenti voleva fare le salsicce sul prato. Intanto il bicchierino zigzagava sul tabellone e alla domanda: ”Dov’è Moro?’ dette la clamorosa risposta: ”Gradoli”. E proprio in Via Gradoli a Roma, come si seppe mesi dopo, Moro era prigioniero delle Br. Me ne stupisco ancora». Questo il ricordo a distanza di Baldassarri.
Fonte: Il Giornale 20/03/2006, pag.6 Giancarlo Perna

Caso Gradoli/2. Contraddizioni:
secondo Alberto Clò a muoversi sul foglio di carta «era di una tazzina da caffè», per Prodi «un piattino», per Gobbo «un posacenere», per Baldassarri, «un bicchierino».
Prodi dice che «era un giorno di pioggia», per Baldassarri era «una giornata uggiosa», invece secondo il Servizio idrografico «quel giorno, in quella zona, in quelle ore... non cadde una goccia».
Fonte: Il Giornale 20/03/2006, pag.6 Giancarlo Perna

Caso Gradoli/3. Nel ’98 Baldassari testimoniò il fatto davanti al ds Giovanni Pellegrino. Fonte: Il Giornale 20/03/2006, pag.6 Giancarlo Perna

Collaborazioni. Francesco Giavazzi ha collaborato con Baldassarri
Fonte: Il Foglio 15/12/2005, pag.I-IV Marco Ferrante

8 e ?. 10 marzo 2005, puntata dedicata alle difficoltà economiche dell’Unione europea alle prese con la revisione del Patto di stabilità e crescita. Ospiti Francesco Giavazzi e Mario Baldassarri.
Fonte: Il Foglio 15/12/2005, pag.I-IV Marco Ferrante

8 e ?/2. Baldassarri (riferendosi all’amicizia tra siniscalco e Giavazzi): ”Mi fa piacere prendere atto che rispetto a un membro di governo il professor Giavazzi sa molte più cose. Evidentemente avrà molti più amici nell’ambito di chi determina queste scelte rispetto al sottoscritto”. Ferrara: ”Non si butti giù”.
Fonte: Il Foglio 15/12/2005, pag.I-IV Marco Ferrante

Crociere. Tra gli invitati alla Crociera sul Britannia ricordo invece Baldassarri, che Tremonti non cita, che fu relatore per Confindustria.
Fonte: Pierleone Ottolenghi, Corriere della Sera, 29/07/2005

Franco Reviglio: «Mario Baldassarri si è laureato con me»
Fonte: Dario Di Vico, ”Corriere della Sera” 8/12/2004

Per Mario Baldassarri l’unica soluzione sarebbe una manovra strutturale che tocchi il sistema pensionistico, la sanità e la pubblica amministrazione.
Fonte: Mario Deaglio, La Stampa, 22/03/1997; Anna Venturino, Mf, 19/03/1997; Innocenzo Cipolletta, Il Sole 24 ore, 22/03/1997; P.F.D.T., La Repubblica, 19/03/1997.

«La clamorosa notizia che, secondo i dati previsivi della Commissione Europea, l’Italia sarebbe esclusa dalla moneta unica non è affatto ”clamorosa” e non è neanche una notizia». (Mario Baldassarri).
Fonte: Il Messaggero, 25/04/1997;

Vedi anche Replica di Baldassarri alla Commissione europea per il suo comunicato del 23 aprile.
Sch. N. 51496

Secondo Mario Baldassarri gli obiettivi del governo sono raggiungibili a patto di ottenere la piena occupazione entro il 2009 «e al momento non si vede come».
Fonte: Marco Cecchini, CorrierEconomia, 26/01/1998

«Di fronte a tutti questi eventi l’Europa sembra ancora l’asino di Buridano: non riesce a scegliere» (Mario Baldassarri, vice-ministro dell’Economia, commentando il comportamento dell’Europa di fronte alla tragedia di New York).

Nomine. Durissimo è stato lo scontro tra Giancarlo Civoli e il viceministro all’Economia Mario Baldassarri: i due hanno duellato sulla nomina (contestata) alla presidenza della partecipata Sogin di Daniela Scurti.
Roberto Giovannini, ”La Stampa” 7/5/2004

A proposito di Tremonti. L’economista Mario Baldassarri, che oggi è suo vice e non si permetterebbe mai, a quel tempo spiegò che ”l’unico provvedimento significativo è la cedolare secca, il resto è parmigiano grattugiato sparso sulla pasta, senza però che ci sia la pasta”.
Fonte: Antonello Caporale, ”la Repubblica” 11/12/2001

Mario Baldassarri sulla crisi della Fiat: «Se davvero esuberi ci dovranno essere, si potrebbe immaginare di trasformare, per esempio, dei metalmeccanici in operatori sanitari: infermieri o portantini».
Fonte: Luciano Costantini, "Il Messaggero" 29/10/2002, pagina 19