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 2013  ottobre 14 Lunedì calendario

«IL MINISTERO NON HA DECISO SPESE E TEMPI DEL PROGRAMMA IN IRAQ»


In merito alle affermazioni del quotidiano «Il Tempo» sul programma di cooperazione ambientale in Iraq, desidero precisare che:

1. I 54 milioni erogati dal Ministero in 11 anni non sono affatto spariti, ma hanno invece prodotto risultati significativi riconosciuti in ambito internazionale, e premiati.

2. Le questioni sollevate dal Tempo, relative alle eventuali distrazioni di fondi del programma e all’emissione di fatture false, non mi riguardano.

3. Sto collaborando con la Magistratura, e a questo fine sono state rese disponibili tutte le informazioni richieste.

4. Per chi vuole sapere, allego di seguito una breve nota sul programma di cooperazione ambientale Italia-Iraq.

Il programma è stato avviato nel 2003, nell’ambito di una iniziativa multilaterale che ha visto la partecipazione delle Agenzie e dei Ministeri dei paesi «della coalizione» (Australia, Canada, Giappone, Gran Bretagna, Olanda, USA) oltreché della Banca Mondiale e del Programma delle Nazioni Unite sull’Ambiente (UNEP).

In questo contesto il Ministero dell’Ambiente italiano ha sottoscritto un accordo con la Fondazione «IRAQ FOUNDATION», che raccoglieva il gruppo di intellettuali e professori universitari iracheni emigrati in USA per sfuggire alle persecuzioni di Saddam Hussein.

L’accordo tra il Ministero dell’Ambiente italiano e la IRAQ Foundation è stato firmato a Roma il 21 luglio 2003, alla presenza del Ministro dell’Ambiente italiano, Altero Matteoli, il rappresentante del Governo provvisorio dell’Iraq, il vice Ministro Ali Farhan, della Presidente della Iraq Foundation Rend Rahim Franche primo ambasciatore dell’Iraq negli USA, e dell’Ambasciatore USA in Italia Mel Sembler.

In particolare il Ministero dell’Ambiente italiano ha avuto la leadership del progetto per la ricostruzione delle zone umide della Mesopotamia, desertificate dal regime Saddam Hussein con danni ambientali gravissimi al sistema climatico locale e del Golfo Persico, al prezioso ambiente naturale delle paludi che costituiva il «filtro» naturale per le acque del Tigri e dell’Eufrate, agli insediamenti sociali ed all’agricoltura.

In dieci anni il programma si è sviluppato ed esteso, con la significativa partecipazione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).

Recentemente il governo iracheno, sulla base dei risultati del programma di cooperazione ambientale, ha approvato l’istituzione del parco nazionale delle «Marshlands», le zone umide negli antichi Giardini dell’Eden: UNESCO sta valutando la candidatura del parco come «patrimonio mondiale dell’umanità».

Il leader del programma, il professore iracheno Azzam Alwash, è stato insignito nell’aprile del 2013 del prestigioso GOLDMAN PRIZE, considerato il «GREEN OSCAR», come riconoscimento per il suo lavoro a capo del programma per la ricostruzione delle zone umide della Mesopotamia.

Il programma, tra il 2004 e il 2012 è stato presentato, e discusso con i partner internazionali, in occasione delle Assemblee generali delle Nazioni Unite e delle Conferenze delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, nel corso di riunioni multilaterali ad Amman, Doha, Parigi, Roma, Sulemanja, Tokyo, Washington, e durante incontri bilaterali a Bagdad, Roma, Venezia.

Le ultime riunioni di verifica del programma si sono svolte a Bagdad nel luglio 2012 e a Doha nel dicembre 2012 con la partecipazione dei Ministri italiano ed iracheno dell’Ambiente: in particolare a Doha è stato verificato lo stato dell’arte del programma in corso dal 2008 e sono stati individuati gli interventi per il 2013-2014.

In ogni caso tutte le fasi del programma con le relative attività e spese sono state rendicontate al Ministero.

Le imprese italiane che hanno partecipato e partecipano al programma in IRAQ sono state selezionate da IRAQ FOUNDATION e dalla organizzazione non governativa «NATURE IRAQ», che opera come «agenzia di implementazione» del programma: entrambe sono istituzioni di diritto iracheno, ed hanno operato nella piena autonomia e senza alcun indirizzo del Ministero in merito alla scelta di partner italiani.

Le prestazioni di tali imprese sono retribuite direttamente da IRAQ FOUNDATION, senza alcuna indicazione in merito da parte del Ministero. Ovvero il Ministero non ha erogato alcun finanziamento a favore delle imprese italiane.