Massimo Tosti, ItaliaOggi 12/10/2013, 12 ottobre 2013
LA STANCHEZZA DI SANTORO
Al termine della terza puntata stagionale di Servizio Pubblico (La7, giovedì, ore 21,20) Vauro ha presentato una vignetta nella quale, rivolto ad alcuni emigranti, si diceva: «Ah, non vi piace la Bossi-Fini? Perché non avete ancora provato la Grillo-Casaleggio...». Una battuta che riassume lo sgomento della sinistra rispetto all’altolà alla cancellazione del reato di clandestinità pronunciato dal leader di Cinque Stelle. Michele Santoro, nell’editoriale di apertura, si era rivolto direttamente a Grillo per esternare il proprio disagio di fronte alla clamorosa sconfessione del voto del suo gruppo a Palazzo Madama. Gli ospiti della trasmissione erano Stefano Rodotà (che si è esibito nel consueto pistolotto in difesa della Costituzione), Maurizio Landini, Nicola Porro e la giornalista di Panorama Annalisa Chirico, maltrattata da Marco Travaglio che l’ha definita ignorante, sia in merito alla Bossi-Fini che riguardo ai vantaggi per le carceri che saranno prodotti dall’amnistia e dall’indulto che il presidente Napolitano ha sollecitato al parlamento. «Questo», ha sostenuto Travaglio, «non è un indulto. È un insulto». Circolava in studio un’atmosfera di stanchezza, dovuta all’overdose di talk politici di cui soffre la tv pubblica e privata. Un tempo Santoro era l’unico conduttore, non aveva la spietata concorrenza di oggi, che rende logoro ogni argomento di attualità. Anche i casi umani (Lampedusa, ma anche la ragazza, figlia di un imprenditore fallito, costretta a dormire in macchina con i genitori e il fratello) sono tragicamente ripetitivi e rischiano di non emozionare più. Giulia Innocenzi si è recata a Bruxelles per interpellare i parlamentari europei sulla condanna di Berlusconi. Sandro Ruotolo è andato a Lampedusa per raccogliere testimonianze della gente del posto sul naufragio della scorsa settimana. Il titolo era «Bella e impossibile», riferito alla Costituzione. Come se si trattasse di una maliarda inaccessibile. Punti di vista.