Gabriele Paradisi, Il Tempo 12/10/2013, 12 ottobre 2013
L’OMERTÀ DEL TERRORISTA TEDESCO PER COPRIRE LA PISTA PALESTINESE
Perché Thomas Kram si rifiuta di dire ai magistrati bolognesi la vera ragione della sua presenza a Bologna il 2 agosto 1980? Kram, membro del gruppo Carlos, pernottò a Bologna la notte tra il 1° e il 2 agosto. Resosi latitante nel dicembre dell’87 è riemerso solo 19 anni dopo, nel dicembre 2006. Nel frattempo - novembre 2005 - la Procura di Bologna, in seguito a risultanze emerse in Commissione Mitrokhin, aveva aperto un fascicolo contro ignoti per indagare la cosiddetta «pista palestinese», che ipotizza il gruppo Carlos autore della strage per conto del Fplp, come ritorsione per la rottura del «lodo Moro» con il sequestro a Ortona (novembre ’79) di 2 missili e l’arresto del loro responsabile per l’Italia Abu Anzeh Saleh.
Pochi mesi dopo la sua riemersione, il 1° agosto 2007, Kram rilasciò un’intervista al Manifesto, nella quale articolava un’autodifesa mirante a fornire una giustificazione alla sua inquietante presenza a Bologna il giorno della strage. Kram sosteneva l’assoluta casualità di quella circostanza, dichiarando che il motivo del suo viaggio era stato quello di rivedere a Firenze alcuni amici conosciuti durante un periodo di studi a Perugia mesi prima. Giunto in treno a Chiasso dalla Germania «alle ore 12,08» del 1° agosto, era stato fatto scendere dalla polizia italiana e perquisito. «Mi trattennero per ore - sostenne - così da perdere un appuntamento a Milano». Ripreso il viaggio e resosi conto che sarebbe giunto troppo tardi a Firenze per trovare una sistemazione per la notte, si era fermato a Bologna. A sostegno della sua ricostruzione, Kram citava un atto del Parlamento italiano, la «relazione di minoranza della Mitrokhin». Da quel testo, Kram aveva tratto alla lettera l’orario del suo presunto arrivo a Chiasso. In realtà, nella relazione del centrosinistra, la trascrizione del telex della polizia di frontiera era stata clamorosamente manipolata. Invertendo gli orari di arrivo e di partenza, la durata della perquisizione era diventata indeterminata. Dal testo originale del telex si evince viceversa che Kram, arrivato a Chiasso alle 10.30, fermato per le operazioni di perquisizione un’ora e mezza, era ripartito per Milano alle 12.08 e avrebbe dunque potuto raggiungere Firenze in tempo per pernottarvi, senza stop intermedi.
Dopo aver «giustificato» la sua presenza a Bologna, Kram nell’intervista descriveva la sua mattinata del 2 agosto, infarcendola, però, di dettagli inverosimili: come aver preso un taxi per andare dove già si trovava, o di aver preso un pullman per Firenze, usufruendo di un servizio inesistente.
Così, un’intervista che doveva servire a «cestinare l’ultimo depistaggio», si rivelò una sorta di boomerang. Un’ulteriore incongruenza del racconto riguardava la sua permanenza a Firenze: «Rimasi forse quattro, cinque giorni». Documenti della Stasi attestano invece che Kram alle 8,03 della sera del 5 agosto (tre giorni dopo la strage) si era in realtà presentato al posto di frontiera con la Ddr. Quella sera all’aeroporto di Berlino est, uno dei quartier generali del gruppo Carlos, giunsero da Budapest anche Weinrich e la Kopp, rispettivamente numero 2 e 3 dell’organizzazione, quasi che fosse stato convocato un summit urgente del gruppo.
A sei anni da quell’intervista, il 25 luglio 2013, Kram si è presentato alla Procura di Bologna (dove, dal luglio 2011, è iscritto insieme a Christa-Margot Fröhlich sul registro degli indagati) e ha depositato una «memoria difensiva» scritta, perseverando nella decisione di non rispondere alle domande dei magistrati.
Incredibilmente, in queste nuove dichiarazioni la casualità della sua presenza a Bologna è del tutto scomparsa senza essere sostituita da una qualche altra giustificazione di sostanza: «Siccome ero atteso a Firenze solo il 2 agosto da un conoscente, presso il quale avrei potuto pernottare, ho deciso lì per lì di fare tappa a Bologna sulla via per Firenze. Nel corso del pomeriggio sono arrivato a Bologna». In tal modo, il fragile «castellino» messo a punto sulla relazione Mitrokhin del centrosinistra, che reggeva l’autodifesa del 2007, è stato del tutto sconfessato. Come non fosse mai esistito. Le contraddizioni anche in questo secondo racconto di Kram non mancano. Egli arriva a negare non solo la sua presenza a Berlino est il 5 agosto ’80, ma anche due registrazioni in alberghi di Bologna e Verona nel febbraio e aprile ’80, perché gli «organi statali possano anche sbagliare».
Memorie difensive farraginose signor Kram: come giustifica le stridenti differenze? Perché dopo 33 anni non può ancora dire il vero motivo di quel viaggio?
Gabriele Paradisi