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 2013  ottobre 12 Sabato calendario

IL VESCOVO SPENDACCIONE E LA CASA DA 30 MILIONI «ADESSO SI DIMETTA»


Ma se la cattedrale di Limburgo è quel capolavoro che è, grandioso esempio di architettura tardo-romanica, perché io non dovrei avere una residenza adeguata che eguagli la sua maestosità, si sarà probabilmente detto negli anni scorsi, senza porsi interrogativi più consoni al suo ufficio di pastore, il vescovo Franz-Peter Tebartz-van Elst. E ha ragionato di conseguenza, nel suo piccolo regno, lontano anni luce dagli sforzi di rinnovamento che sta compiendo quel cardinale argentino scelto dal Conclave.
A fianco dello splendido Duomo, che domina il fiume Lahn con le sette alte torri simbolo dei sette sacramenti, il frenetico ristrutturatore ha fatto realizzare una residenza principesca il cui preventivo iniziale di cinque milioni di euro è salito progressivamente a trentuno. Solo la vasca da bagno personale, hanno scritto i giornali tedeschi, è venuta a costare 15 mila euro. Il minimo, si potrebbe dire, per un uomo che è andato a visitare i poveri in India viaggiando in top class. E su questo ha perfino mentito in una testimonianza giurata, mettendosi nei guai con la giustizia.
Al di là del clamoroso esempio della vasca da bagno, vale comunque la pena di andare a vedere, capitolo per capitolo, quali sono le principali spese ordinate da Tebartz-van Elst. L’arredamento dell’appartamento privato è costato 478 mila euro, 783 mila la costruzione di un nuovo giardino e 1,1 milioni sono stati destinati alla foresteria. Per realizzare la cappella privata sono stati utilizzati 2,67 milioni (l’arredamento interno è venuto a costare 247 mila euro), mentre la ristrutturazione del cortile dell’edificio ha assorbito 2,3 milioni. Il restauro delle mura ha fatto spendere 1,3 milioni di euro. Lui si è difeso sottolineando la necessità di «considerare tutti i dettagli» perché esistono, ha aggiunto, rigide norme sul mantenimento degli edifici storici. Balle, è la replica un po’ di tutti, dai dirigenti delle associazioni cattoliche ai semplici fedeli. Proprio dai parrocchiani di Limburgo arrivò, con una lettera aperta, la prima denuncia sul gusto per lo sfarzo e l’autoritarismo di quella che sarebbe dovuta essere la loro guida spirituale.
Comunque vadano a finire le cose, si è trattato di una caduta di immagine terrificante per la chiesa tedesca, da anni in lotta contro il progressivo distacco e la disaffezione dei fedeli. Sembra addirittura che dopo le rivelazioni sugli sprechi del vescovo, molti cittadini si siano recati negli uffici delle tasse per cancellare il contributo fiscale che ogni tedesco, se non rinuncia, deve pagare per sostenere i costi dell’attività religiosa. Quello che sembrava all’inizio uno scandalo locale è diventato un caso nazionale. Il presidente della conferenza episcopale, Robert Zollitsch, si è trovato di fronte ad un’ondata di proteste difficili da mettere a tacere. «Ho nominato una commissione d’inchiesta e sto affrontando la situazione molto seriamente», ha detto. Ne parlerà in settimana prossima con Papa Francesco, anche perché l’incarico di Tebartz- van Elst può essere revocato solo con un intervento delle più alte gerarchie. Ma il principe di Limburgo sembra veramente avere i giorni contati.
Paolo Lepri