http://www.giornalettismo.com/archives/937451/janet-yellen-la-governatrice-della-maxi-liquidita/, 12 ottobre 2013
Janet Yellen, la governatrice della maxi liquidità di Andrea Mollica - 20/05/2013 - La vice presidente della Federal Reserve è la favorita per la guida della banca centrale americana in caso di addio, probabile, a Bernanke Janet Yellen, la governatrice della maxi liquidità <1/13> Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Google+ Chiudi Schermo intero Janet Yellen, la governatrice della maxi liquidità Vedi foto SCOPRI >> 0 Annunci Google Promozione Fiat Panda Fino al 31 Ottobre con Panda Easy Metano risparmi fino a 3
Janet Yellen, la governatrice della maxi liquidità di Andrea Mollica - 20/05/2013 - La vice presidente della Federal Reserve è la favorita per la guida della banca centrale americana in caso di addio, probabile, a Bernanke Janet Yellen, la governatrice della maxi liquidità <1/13> Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su Google+ Chiudi Schermo intero Janet Yellen, la governatrice della maxi liquidità Vedi foto SCOPRI >> 0 Annunci Google Promozione Fiat Panda Fino al 31 Ottobre con Panda Easy Metano risparmi fino a 3.500 euro ! www.fiat.it/Promozione_Fiat_Panda La grande contrazione economica seguita alla crisi finanziaria del 2008 ha ridefinito i compiti delle banche centrali, assunte a istituzioni sempre più rilevanti con attività che superano il tradizionale ruolo di custodi della stabilità dei prezzi. La Fed, l’istituto centrale più importante del globo, potrebbe cambiare il suo presidente, che dovrà impostare la via d’uscita dall’alleggerimento quantitativo lanciato in questi anni. Federal Reserve Lowers Key Rate By Three Quarters Of A Point BANCHE PIU’ CENTRALI - Il recente cambio al vertice della Bank of Japan, con l’arrivo di Haruhiko Kuroda alla guida della Nichigin, ha evidenziato ancora una volta la crescita di rilevanza assunta dagli istituti centrali dopo lo scoppio della crisi finanziaria. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, nello stesso Giappone e nell’eurozona la risposta alla grande contrazione è stata dettata non solo dalle politiche fiscali dei governi, parzialmente bloccate alla luce dell’alto debito accumulato, ma dalle politiche monetarie sempre più aggressive perseguite dai banchieri centrali. Un cambiamento profondo rispetto all’era della “Grande moderazione”, la fase di crescita e stabilità economica dei decenni che vanno dalla metà degli anni ottanta fino al crack di Lehman Brothers, nella quale gli istituti che hanno la capacità di emettere moneta erano confinati nel ruolo, piuttosto ortodosso, di custodi della lotta all’inflazione. La crisi finanziaria e l’arrivo della disoccupazione di massa, mentre il sistema economico era ed è impegnato in una lunga fase di deleveraging dal troppo debito che ancora fiacca la domanda aggregata, hanno spinto al ripensamento delle banche centrali. Uno degli architetti di questa svolta è stato Ben Bernanke, uno dei consiglieri principali di George W Bush che il presidente repubblicano nominò al vertice della Federal Reserve per succedere all’allora leggendario, ed oggi molto controverso, Alan Friedman. Dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime, il crack di Wall Street ed il collasso del mercato immobiliare Bernanke decise di lanciare la Fed in un’operazione di politica monetaria non convenzionale chiamato alleggerimento quantitativo, QE dall’acronimo inglese di Quantitative Easing. La banca centrale americana, in un’operazione simile a quanto faceva oltreoceano la Bank of England, ha iniziato a comprare asset finanziari, pubblici e privati, allargando così la base monetaria senza ritirare titoli dai mercati per l’equivalente acquistato. JAPAN-ECONOMY-IMF-WORLDBANK George A. Akerlof, an economics Professor at The U Janet Yellen, of the Counsel of National Economic Janet Yellen Fed 4 Chairman of the US Federal Reserve Ben B President Obama Meets With Federal Reserve Board Chairman Bernanke President Obama Signs Finance Reform Bill Into Law Fed Chair Bernanke And Treasury Sec. Geithner Appear Before House Committee The Federal Reserve Begins Last Meeting Of 2008 Federal Reserve Lowers Key Rate By Three Quarters Of A Point A photo illustration shows British sterl Janet Yellen Fed 12 I ROUND DI BEN - Il primo round di alleggerimento quantitativo della Federal Reserve Bank partì il 25 novembre del 2008, a poco più di due mesi dal crack di Wall Street seguito al fallimento di Lehman Brothers, e dopo la vittoria elettorale di Barack Obama. La Fed aveva annunciato l’intenzione di acquistare titoli per 600 miliardi di dollari, ma quando l’economia americana collassò, con la distruzione di centinaia di migliaia di posti di lavoro ed il fallimento di una lunga serie di banche, l’istituto centrale espanse ancora di più la sua base monetaria, arrivando all’acquisto di ulteriori 750 miliardi di dollari di Mortgage backed securities, le obbligazioni garantite da mutui, e di 300 miliardi in titoli del Tesoro statunitense. La massiccia operazione di politica monetaria non convenzionale è parzialmente servita, ma vista la debolezza economica successiva alla sua fine, la Fed si è convinta a rilanciare altri round di alleggerimento quantitativi, prima in forma limitata, e poi fissando, con il terzo QE, un obiettivo del tasso di disoccupazione da raggiungere, posto un target di inflazione da non superare. Il QE2, lanciato in contemporanea alle midterm del 2010, è finito a giugno del 2011 ed è servito all’acquisto di 600 miliardi di obbligazioni governative. Alla luce della persistente debolezza dell’economia a stelle e strisce, del praticamente inesistente tasso di inflazione e vista la mancanza di ulteriori stimoli monetaria provocata dai tassi stabilmente collocati al livello zero da alcuni anni, la Fed ha proseguito nel settembre del 2012 la sua politica monetaria aggressiva ispirata da Ben Bernanke. L’istituto centrale statunitense ha deciso di non fissare una quantità massima di acquisti, ma di proseguire le sue operazioni su base mensile fino al raggiungimento di una discesa significativa del tasso di disoccupazione, il cui obiettivo da raggiungere è stato fissato al 6,5%. Bernanke, un repubblicano, è stato aspramente criticato da molti esponenti conservatori del Gop per una politica così smaccatamente legata al cosiddetto “easy money”, mentre nel corso del suo operato il governatore della Fed si è sempre più legato al presidente Obama, che deve parte della sua rielezione alle attività di stimolo decise dalla banca centrale. President Obama Meets With Federal Reserve Board Chairman Bernanke ADDIO A BERNANKE - Arrivato al vertice della Federal Reserve Bank dopo l’epocale mandato di Alan Greenspan, durato più di 18 anni, la politica monetaria di Bernanke, mirata a ridurre al minimo i rendimenti governativi così da stimolare il deprezzamento del dollaro, è stata spesso criticata dai Brics, che hanno visto negli alleggerimenti quantitativi dei più importanti paesi industrializzati una riedizione delle guerre valutarie dei decenni passati. Il suggello alle politiche monetarie non convenzionali decise dalla Fed, e culminate prima nella rottura dell’ortodossia Bundesbank operata dalla Bce di Draghi, ed ora nel raddoppio della base monetaria perseguito dalla banca centrlae giapponese, ha ridefinito l’economia contemporanea. Gli otto anni al vertice della Fed hanno però stancato Bernanke, che secondo molti osservatori starebbe pensando all’addio, ed al ritorno alla sua cattedra all’università di Princeton, abbandonata ad inizio secolo per dedicarsi agli incarichi pubblici. Una scelta confermata da alcuni indizi, come la sua assenza al tradizionale ritrovo di Jackson Hole, dove il suo predecessore Greenspan si fece festeggiare a pochi mesi dal suo abbandono. Se le indiscrezioni venissero confermate Barack Obama avrebbe così la possibilità di nominare un economista democratico al vertice della Federal Reserve, come non succede dal 1979 quando l’allora presidente Carter nominò governatore Paul Volcker, il banchiere che sconfisse l’inflazione a inizio degli anni ottanta prima di lasciare il suo posto al repubblicano Greenspan, indicato da Ronald Reagan. Bernanke ha “solo” 59 anni, e potrebbe candidarsi per un terzo mandato, visto che la legge fissa in 14 anni il mandato temporale massimo per un membro del Board dei Governatori, l’organismo decisionale della Federal Reserve. Le sue intenzioni sembrano però orientarsi verso un abbandono dall’incarico di banchiere centrale più potente del mondo, ruolo minacciato in questi mesi da Mario Draghi. Un indizio è l’annuncio dell’assenza al prossimo ritrovo a Jackson Hole. Fed Chair Bernanke And Treasury Sec. Geithner Appear Before House Committee LOTTA DEMOCRATICA - La nomina del governatore della Fed è uno dei poteri più significativi del presidente degli Stati Uniti, la cui scelta va confermata, come quasi sempre capita nel sistema istituzionale americani, dal Senato. A poco meno di un anno dal suo insediamento, e vista la gestione piuttosto brillante dell’enorme crisi finanziaria abbattutasi sull’economia a stelle strisce, Obama decise di confermare Bernanke, che ricevette però un numero di voti piuttosto basso al Senato. Secondo vari osservatori l’attuale inquilino della Casa Bianca vorrebbe convincere il presidente della Fed a rimanere al suo posto, ma se ciò non dovesse verificarsi, Barack Obama avrebbe la possibilità di riportare un economista di simpatie democratiche al vertice dell’istituto centrale americano. L’ultimo governatore legato al centrosinistra statunitense fu infatti Paul Volcker, e l’erede potrebbe essere l’attuale vice presidente della Federal Reserve,Janet Yellen. Nominata da Obama come vice governatrice nel 2010, la Yellen appare come la grande favorita per l’eventuale successione di Ben Bernanke. Secondo un sondaggi condotto dal Wall Street Journal la banchiera centrale riscuote i favori della maggior parte degli economisti, che la vedono largamente in testa rispetto ai suoi avversari, Larry Summers e Timothy Geithner. I due big del team economico della prima amministrazione Obama hanno però espresso posizioni diverse. Summers, ex Segretario del Tesoro, avrebbe segnalato il suo interesse all’incarico, mentre Geithner, una scelta più logica vista la sua maggior fiducia con Obama, ed il suo precedente incarico di governatore della Federal Reserve Bank di New York, si sarebbe defilato dalla prospettiva. Un altro possibile candidato potrebbe essere Roger Ferguson, ex vice presidente della Fed ai tempi di Alan Greenspan, attualmente attivo nel settore privato. A photo illustration shows British sterl TRAPPOLA PER LA COLOMBA - Janet Yellen è un’economista di 66 anni, che ha avuto come maestro James Tobin, l’ideatore della tassa sulle transazioni finanziarie. Democratica e vicina ai sindacati, la professoressa dell’università di Berkeley fu nominata da Bill Clinton nel Board dei governatori della Fed nel1994, incarico poi lasciato per guidare il Consiglio dei consulenti economici del quarantaduesimo presidente. Ritornata nel sistema della banca centrale americana guidando la Fed di San Francisco, Janet Yellen era stata già considerata una possibile governatrice nel 2010, quando si ipotizzava che Obama potesse non confermare il repubblicana Bernanke. La collaborazione con l’attuale governatore è stata molto positiva secondo molti osservatori, e la vice presidente della Fed è stata una delle figure chiave nella prosecuzione dei round di alleggerimento quantitativo. Janet Yellen è considerata da molti osservatori come “una colomba”, ovvero una banchiera centrale orientata per una politica monetaria che stimoli la crescita e l’occupazione invece che di semplice contrasto all’inflazione. Molti osservatori accreditano la vice presidente come la banchiera centrale che più ha spinto per rendere permanente lo stimolo monetario del QE, indicando non più una fine temporale bensì un obiettivo macroeconomico, un tasso di disoccupazione sostenibile, ovvero il 6,5%. Un’eventuale governatrice Yellen avrebbe però un sapore paradossale: una nota colomba dovrebbe porre fine alla maxi liquidità iniettata dalla Fed. Gli Stati Uniti non si sono ancora ripresi dallo scoppio della crisi finanziaria del 2007-2008, e in questi anni hanno evitato una doppia contrazione di stampo europeo grazie al ruolo sempre più aggressivo della loro banca centrale. L’addio del QE della Fed rischia di essere un passaggio estremamente complicato.