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 2013  ottobre 11 Venerdì calendario

PERISCOPIO


Imu – L’inchino del Pd. Jena. La Stampa.

Scene di conversazione su La7 fra Santanchè e Travaglio. «Delinquente», «se vuole sapere qualcosa sui giornalisti delinquenti si rivolga in famiglia», «chiami un esorcista», «cosiddetta signora», «i suoi strapazzamenti», «ridicola», «non so se gli piacciono le donne», «non avrà modo di verificarlo», «la tragedia che quando si guarda allo specchio vede la Santanchè», «ci vuole il trattamento sanitario obbligatorio»? Perfettamente illustrato il concetto di decadenza. Mattia Feltri. La Stampa.

L’Europa approva una direttiva sulla circoncisione. Venticinque anni fa la norma sui cetrioli, oggi quella sui piselli: imbattibile sui (det)tagli. Franco Debenedetti. Tweet.

Non sopporto più le persone che mi annoiano, anche pochissimo, che mi fanno perdere anche un solo secondo di vita. Goffredo Parise, Verba Volant. Liberal Libri.

Un simpatico sindacalista che era sul palco con me in occasione del dibattito con i grillini mi ha spiegato che la soluzione dell’occupazione era ovvia: la nazionalizzazione di tutti i mezzi di produzione, industrie, commerci, banche: e, naturalmente, l’uscita dall’euro. Ho pensato al Muro di Berlino e alla Corea del Nord e ho rabbrividito. Alla fine, sguardi ostili e incazzatura generale. Mi spiace per il mio amico che mi aveva invitato a partecipare al dibattito con i grillini; ma con questa gente non si può ragionare. Bruno Tinti. Il Fatto quotidiano.

Non capita tutti i giorni, persino in un Paese abituato a tutto, di ascoltare enormi sciocchezze come quella pronunciata da Enrico Letta nell’intervista a Maria Latella su Sky: «Mercoledì si è chiuso un ventennio con un confronto politico molto forte. È una pagina voltata in modo definitivo». In effetti non è vero che mercoledì si sia chiuso un ventennio, visto che al Quirinale siede un signore che entrò nel Parlamento nel 1953, dunque non riusciamo nemmeno a chiudere il sessantennio. E tutti i protagonisti del ventennio sono ai posti di combattimento: Berlusconi (capo un po’ acciaccato del partito di sua proprietà), ma anche Enrico Letta e Angelino Alfano. In particolare, Letta jr. vent’anni fa non era in fasce, anzi, nel ’91, il nipote di suo zio, era già presidente dei Giovani democristiani europei, nel ’96 diventava dirigente del ministero del Tesoro, nel ’97 vicesegretario nazionale del Ppi, nel ’98 ministro del governo D’Alema, nel 2000 del governo Amato, e via spoltroneggiando. Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano.

Nel 2007, nato finalmente il Pd e affidato a furor di popolo nelle mani di Veltroni, subito Prodi, che già guidava un compagine deboluccia assai, sentì puzza di bruciato. C’era anche allora in discussione, come sempre in Italia, una legge elettorale sulla quale Veltroni stabilì corrispondenza di amorosi sensi con Berlusconi. Già questo era un affronto. Ma quando Walter dichiarò il partito «a vocazione maggioritaria», il presidente del consiglio comprese di avere i giorni contati. E infatti Mastella, che da quella vocazione era implicitamente escluso, si chiamò fuori. E crollò il Prodi. Filippo Ceccarelli. la Repubblica.

Visto che Obama sta flirtando con l’Iran ignorando gli interessi dell’Arabia Saudita a sua volta Riad potrebbe adesso ignorare gli interessi e le speranze americane in Medio oriente. E se gli americani si arrabbieranno, sopravviveremo. Stiamo infatti imparando dai nemici degli americani come si tratta con gli Stati Uniti. Mustafa Alani, analista saudita del Gulf Research Center di Ginevra.

Alla fine della guerra, nel 1945, la spartizione dell’Europa fra Occidente liberal-democratico e Oriente comunista, tagliò in due anche l’Italia: da una parte coloro che desideravano vivere in una società come quella dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, e dall’altra coloro che sognavano di far parte del campo socialista e quindi di vivere in un regime collettivistico. Gianfranco Miglio, Come cambiare. Le mie riforme. Mondadori, 1992.

Il Giornale è il quotidiano delle classi medie, non certo della grande industria come scrive Fortebraccio su l’Unità perché la grande industria è già sull’altra sponda, parliamoci chiaro: aspetta il compromesso storico, non vede l’ora. Il grande imprenditore aspetta di regalare la sua impresa allo Stato e diventare l’amministratore dello Stato. Indro Montanelli in Gigi Moncalvo: Milano no. Edizioni Elle. 1977.

La cancellazione dei due sessi, la «soluzione finale» contro il padre e la sostituzione della famiglia con burocrati senza passioni, nascosti dietro a una segnaletica di lettere dell’alfabeto, non avverranno domani, come non sono avvenuti quando hanno provato a realizzarle sia il nazismo sia il comunismo. L’essere umano vuole amare ed essere amato. Il bambino, la donna, l’uomo, vogliono amare ed essere amati. Il potere può, come è accaduto anche negli ultimi trent’anni, farli ammalare, anche gravemente, intrappolandoli nelle diverse forme di «prometeismo tecnologico». Vale a dire in un’onnipotenza che sottragga l’uomo al limite (e alla reale grandezza) della creatura. Claudio Risè, psicanalista. Il Giornale.

Tra il dire e il fare c’è una busta da pagare. Marcello Marchesi.

Oggi il cretino è pieno di idee. Ennio Flaiano.

I miei baffi, modestia a parte, erano aristocratici: fitti, di un bel nero lucido, li tenevo in ordine come le piantine delle suore. La mattina li passavo in rivista pelo per pelo, li profumavo con due gocce di colonia. Nantas Salvalaggio, Un uomo di carta. Rizzoli, 1968.

«Bimbine, io vo a letto», disse Margherita deponendo il ricamo e alzandosi gli occhiali sulla fronte «perché a letto non si invecchia, e io, d’invecchiare, non ne ho punta voglia». «A letto a letto!», esclamò la nonna. «Dove son più le belle famiglie dei miei tempi che andavano a coricarsi presto? Sono le nove e un quarto!». Si accostò alla finestra e consultò il termometro esposto fuori dai vetri: «Cinque sopra zero. E che nebbia! Letto mio, fatti capanna. E voi, biscazzieri, non fate tardi!». Luigi Santucci, Il Velocifero. Mondadori. 1963.

DOPING. Pratica anglosassone di rimandare a più tardi. Dizionario satirico.

Per amare a lungo una donna bisogna essere non corrisposti. Roberto Gervaso. Il Messaggero.