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 2013  ottobre 11 Venerdì calendario

BONEV: “SILVIO E FRANCESCA? CHE FARSA, È LESBICA”


In attesa che venga decretato il blocco dei beni, i caschi blu dell’Onu vigilino su Arcore e sia definitivamente stabilito il primato dell’ingratitudine sulla misericordia divina, dalla città delle donne di Silvio, ecco ribellarsi – a mezzo blog – anche e persino l’attrice preferita dal capo, Michelle Dragomira Bonev. “Francesca Pascale è lesbica, io sono molto più che una sua amica e la storia d’amore con Berlusconi è una messinscena”. Seguono altre cartelle di puro, lucidissimo delirio in cui profanando Leibniz con scriteriato citazionismo e superando il ridicolo involontario nell’istantanea del proprio recente percorso: “In questo mondo se non appartieni a un gruppo o a un colore politico non vai avanti”, l’attrice bulgara moraleggia sull’impossibilità di vivere nel falso e insinua che SB non veda l’ora di dire addio alla concubina: “Più volte mi ha chiesto di portarla via da Arcore perché diceva che era cattiva e lo ricattava”. Fa sapere nero su bianco, Michelle, che i generosi regali elargiti finora non bastano più: “Soffro nel sapere che ci sono persone che hanno perso tutto, mentre altre pensano alle orge e al cappottino tigrato di un barboncino” e non prima di essersi ancora dedicata alla Pascale: “Autoritaria e senza scrupoli ” si dipinge come Luisa Ferida, ma in linea con un immaginario più consono, finisce per imitare Sara Tommasi.
L’ex bocconiana giurava: “Parlo perché altrimenti mi avrebbero uccisa”. Dragomira, complice l’analfabetismo del suo ghostwriter, la emula con qualche problema di forma: “Sono consapevole che le mie rivelazioni saranno scomode a qualcuno; che cercheranno di fermarmi, screditarmi, forse di uccidermi”. La sostanza però è la stessa, è chiarissima e se qualcuno nutrisse un dubbio sulla buonafede dell’operazione, a corredo del poema, vengono allegate un paio di foto segnaletiche. Nella più grande, la bella igienista dentale Minetti Nicole, Pascale e Dragomira contornano il trono di un sorridente Silvio Berlusconi in un’ambientazione animata da sorrisi, labbra in fuori e plastici assedi allo spazio vitale del satrapo. Nella seconda Pascale bacia sulla guancia Dragomira.
In attesa di capire chi davvero ricatti chi e se all’autoscatto seguirà il filmino, davanti allo sbalordito uditorio che assiste alla balcanizzazione dell’universo di B. e alla caduta di un altro Muro, passano le vite degli altri.
Un filo d’arianna che parte da Patrizia D’Addario e finisce con le richieste oniriche di Marysthelle Polanco : “Ho sognato che chiamavi Pingitore”. Il quotidiano spettacolo degli stracci volanti, dei letti in piazza, dei conti da pagare che portano sempre e soltanto una sola firma, dei cassetti che si aprono, delle bobine e delle abitudini sessuali brandite come una clava. Per Pascale, che più rapida di un Bolt, ha annunciato una querela, essere definita lesbica è “diffamatorio”. “Nel caso fossi querelata” rincara Bonev su Twitter “sono pronta a ribadire la verità davanti ai magistrati”. Magari Francesca frenerà il suo avvocato ed è difficile che Silvio, domatore a cui tocca in sorte un ruolo senza sorprese, non cerchi una conciliazione. Del doman non v’è certezza. Negli ultimi anni, mantenendo un rigoroso e apprezzato silenzio sulla genesi del loro incontro, su certe sbiadite serate a tinte rossonere nei club milanesi e sulla bizzarra benevolenza della Real Casa nei suo confronti, Dragomira aveva saputo accontentarsi. Prima Sanremo. Poi un libro con Mondadori. Infine una strapagata gita al Festival di Venezia con tanto di targa patacca (costo, 9 euro), premio farlocco con lo stemma del Mibac e ammaestrata, prona claque, alla proiezione abusiva del suo Goodbye mama.
All’epoca, ai sentiti auguri di Silvio, Michelle aveva fatto seguire grandi aspettative e come nei romanzi dickensiani, almeno per un istante, si era goduta il biglietto della lotteria. L’ultimo regalo, una ben remunerata fiction Mediaset premiata ai razzie award, doveva avere un difetto d’origine.
Sul palco allestito per omaggiare il peggio del peggio della stagione tv, a fine settembre, Dragomira aveva avvertito tutti. Ringraziando con sedicente “ironia” e senza apprezzabile senso compiuto: “Berlusconi, Francesca e Dudù”. Non l’hanno voluta ascoltare e ora in busta chiusa, come in quella canzone dei Beatles, Michelle ha fatto sapere “che in un modo o nell’altro”, di lei non ci si libera.