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 2013  ottobre 11 Venerdì calendario

PER TUTTA EUROPA LA CLANDESTINITÀ È UN REATO GRAVE


Senza il reato di immigrazione clandestina, saremmo fuori dal consesso delle nazioni civili. E già l’Italia, dove non c’è sanzione detentiva, appare un Paese moderato rispetto ai partner europei.
In materia di controllo delle frontiere, l’esterofilia non è diffusamente praticata. Eppure basterebbe guardare un po’ al di là dei nostri confini giuridici per scoprire che in Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera è prevista una sanzione penale specifica per chi fa ingresso illegale sul territorio nazionale e anche per chi vi soggiorna irregolarmente.
Non fa eccezione il Regno del Belgio, dove la reclusione può prolungarsi fino a tre mesi ed è seguita immancabilmente dall’espulsione del colpevole.
In Danimarca, invece, distinguono fra la permanenza irregolare, che rientra fra le fattispecie penali e può comportare anche la reclusione fino a sei mesi, e l’ingresso illegale, punito con una multa o una misura amministrativa.
Quanto all’Austria, lo tratta soltanto come un illecito amministrativo, ma il soggetto colto senza documenti validi oltre a beccarsi una multa da 200 a 1.500 euro, può essere detenuto per 72 ore, dopo le quali scatta il rimpatrio.
Allo stesso modo, la Finlandia e i Paesi Bassi dopo la sanzione pecuniaria, prevedono l’espulsione. Anche in Portogallo seguono la stessa linea, salvo inasprire le misure con i recidivi: chi viola il divieto di reingresso rischia due anni di galera.
Pur di cacciare i clandestini, la Grecia è disposta a rinunciare anche al denaro delle multe. Così, i tribunali ellenici applicano prevalentemente l’espulsione benché il codice penale sia severo al riguardo: reclusione da tre mesi a un anno per l’ingresso e il soggiorno irregolari. Tuttavia, per non riempire le carceri, si preferisce rispedire i migranti a casa loro.
Infine c’è chi si sofferma sul carattere doloso o colposo del reato. In Irlanda, se c’è volontarietà, si possono aprire le porte del carcere per tre anni, senza che per questo sia condonata la contravvenzione fino a 3mila euro. Nel piccolo Granducato del Lussemburgo, per contro si viene espulsi o respinti, ma si può guadagnare un soggiorno di sei mesi in prigione. Che tutta l’Europa affronti il fenomeno migratorio con gli stessi strumenti, fra l’altro, non scandalizza nessuno. Perfino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo prevede un elenco esaustivo di ipotesi giustificative della detenzione, tra cui il fatto di impedire l’ingresso illegale nel territorio o di favorire l’allontanamento di una persona. E, da ultimo, nel 2011, la Corte di Giustizia europea ha chiarito che la direttiva comunitaria sui rimpatri non vieta a uno Stato membro di classificare come reato un soggiorno irregolare e di irrogare sanzioni penali per scoraggiare e reprimere la commissione di un’infrazione delle norme nazionali in materia di soggiorno né di imporre una detenzione finalizzata a determinare se il soggiorno sia regolare o meno. Chi è fuori dall’Europa sono i buonisti.