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 2013  ottobre 11 Venerdì calendario

QUELL’EX CARROZZONE CHE FA UN MILIARDO

DI UTILI –

Solo quest’estate il destino indicato dal governo per Poste Italiane era quello di una privatizzazione in pompa magna. Ma oggi, a due mesi di distanza, il gruppo controllato al 100% dal ministero dell’Economia è stato dirottato su un’altra partita: il salvataggio di Alitalia dal fallimento. Un colpo di scena che suona come l’ultima possibilità per il governo dopo che sono tramontate, tutte le ipotesi «di Stato» .
Il paradosso è che a salvare l’ex compagnia di bandiera sarà una società che, solo vent’anni fa, proprio come Alitalia, era un vero carrozzone. Con il tempo, però,e grazie anche all’opera di manager come Corrado Passera e Massimo Sarmi, Poste Italiane è diventata uno dei pochi fiori all’occhiello della nostra economia. Tutto quello che non ha saputo fare Alitalia. Partita come società dei «francobolli », nel tempo, Poste Italiane ha saputo svecchiarsi, cambiare business, votarsi alla tecnologia e a Internet.
Una rivoluzione che le permette oggi di avere le spalle abbastanza larghe per intervenire ( forse a denti stretti) in un partita delicata e dagli esiti imprevedibili.
Conti alla mano, nel 2012 gli utili hanno superato 1 miliardo e i ricavi hanno raggiunto i 24 miliardi grazie soprattutto a business «collaterali» come Poste-Mobile e Bancoposta, asset fondamentali del gruppo attivo non solo nei servizi postali, ma anche in quelli finanziari, di telecomunicazione, logistici, e assicurativi.
La vera rinascita della società fondata nel 1862 come azienda autonoma che gestiva in monopolio i servizi postali e telegrafici per conto dello Stato, è iniziata negli anni 2000 con l’arrivo di Passera che tra il 1998 e il 2002 tagliò addirittura 22mila dipendenti ( oggi sono circa 150mila). Con lui iniziò quella rivoluzione tecnologica, raccolta poi da Sarmi, che nel 2013 ha permesso alle Poste di essere incoronata come l’azienda «più ammirata» della classifica di Fortune .