Domenico Palmiotti, Il Sole 24 Ore 11/10/2013, 11 ottobre 2013
RIVA, PIENI POTERI AL COMMISSARIO ILVA
Il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, avrà poteri anche sulle società controllate. Approvate le discariche nel siderurgico di Taranto. In caso di sequestro preventivo ai fini della confisca per equivalente, l’attività produttiva non si ferma e il custode-amministratore giudiziario ha solo un ruolo di controllo e non più di gestione.
Sono i tre punti fondamentali del pacchetto Ilva al quale il Senato ieri pomeriggio ha dato il via libera. Il pacchetto è compreso nell’articolo 12 del disegno di legge n. 1015 di conversione del decreto n. 101 del 31 agosto scorso sulla Pubblica amministrazione. Nel decreto il governo aveva inserito solo l’autorizzazione delle discariche per evitare che la bonifica dello stabilimento di Taranto si bloccasse. Nei giorni scorsi, poi, il Senato ha introdotto anche la parte relativa all’ampliamento dei poteri commissariali di Bondi e alla revisione della disciplina del sequestro preventivo. Questi ultimi emendamenti hanno prima ricevuto il via libera della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama e ieri dell’aula. Il provvedimento va ora alla Camera – per la definitiva conversione – che dovrà approvarlo entro il 30 ottobre.
La norma sul sequestro preventivo stabilisce che il custode amministratore giudiziario consente l’uso, da parte degli organi societari, dei beni sequestrati. Questo «esclusivamente al fine di garantire la continuità e lo sviluppo aziendali, esercitando i poteri di vigilanza e riferendone all’autorità giudiziaria. In caso di violazione della finalità – si precisa ancora – l’autorità giudiziaria adotta i provvedimenti conseguenti e può nominare un amministratore nell’esercizio dei poteri di azionista».
Tutto è nato col sequestro che il gip di Taranto, Patrizia Todisco, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale dell’Ilva, ha disposto ai primi di settembre su Riva Acciaio. A seguito del sequestro, la proprietà ha fermato sette stabilimenti nel Nord e messo in libertà 1.300 operai sostenendo di non poter più andare avanti. Dopo 17 giorni di fermo, un accordo al ministero dello Sviluppo economico tra banche, custode giudiziario e Riva Acciaio ha normalizzato la situazione. Era tuttavia rimasta l’esigenza di normare meglio la materia proprio per evitare la paralisi delle aziende in caso di sequestro preventivo, cosa che appunto fa il provvedimento di ieri.
Lo stesso testo, inoltre, intervenendo sulla legge «Salva Ilva» (231/2012) precisa che «per beni dell’impresa si devono intendere anche le partecipazioni dirette e indirette in altre imprese». E quindi il commissario Bondi, oltre a occuparsi dei siti Ilva di Taranto, Genova e Novi Ligure, ha competenza anche sulle società controllate dalla stessa Ilva (nove in tutto). È una norma che mette ulteriormente in sicurezza l’Ilva ed evita che ci siano contraccolpi dal sequestro sul gruppo Riva, visto che i beni delle controllate sono stati sottoposti ai sigilli giudiziari. Bondi – recita il testo del Senato intervenendo sulla legge 89/2013 – ha anche «il potere di redigere e approvare il bilancio di esercizio e, laddove applicabile, il bilancio consolidato dell’impresa soggetta a commissariamento». Infine, c’è il via libera sulle due discariche: una per rifiuti pericolosi (200mila metri cubi il primo lotto), l’altra per i non pericolosi (4 milioni di metri cubi). Le procedure di autorizzazione erano bloccate da anni.